Girolamo di Romano detto il Romanino, uno dei pittori più originali del nostro Rinascimento, viene presentato a Trento in un’ampia rassegna aperta dal 29 luglio al 29 ottobre prossimi. Nel castello del Buonconsiglio, affrescato dall’artista nella parte del Magno Palazzo, trovano sede, per tre mesi, circa un centinaio di opere provenienti da diverse collezioni private e pubbliche tra le quali la Pinacoteca di Brera, gli Uffizi di Firenze, la galleria Doria Pamphili di Roma e per l’estero il Louvre di Parigi, il Metropolitan di New York, il museo di Belle Arti di Budapest.
La mostra è costituita in gran parte da lavori del Romanino, dipinti e disegni, affiancati da esempi dei suoi contemporanei come la Salomè di Tiziano, le Nozze mistiche di Santa Caterina di Lorenzo Lotto e pochi altri. Una vera e propria monografia, quarant’anni dopo la mostra che fu dedicata all’artista dalla sua città natale, Brescia. Del Romanino si potranno prima di tutto ammirare gli affreschi del castello, restaurati, in particolare nella Loggia intitolata a suo nome.
Da Brescia vengono le ante d’organo del Duomo e la tela La Raccolta della Manna. Da Montichiari, un’interessante Ultima Cena nella quale sono visibili i diversi ascendenti pittorici dell’artista: la vena rinascimentale, ma anche l’influenza della pittura tedesca e la spiccata attitudine realistica. Caratteristiche che, insieme all’attenzione per i contrasti di luce, rendono il Romanino un pittore singolare nel panorama del Cinquecento italiano, per alcuni critici quasi un anticipatore della pittura di Caravaggio.
Dall’estero, da Budapest, Londra, New York e Parigi per lo più, ma anche da collezioni italiane vengono gli esempi della produzione grafica, disegni che mostrano gli studi del Romanino sulla figura umana e sui soggetti profani.
L’esposizione, che è stata suddivisa in sette sezioni, comprende anche una parte dedicata a Bernardo Cles, principe vescono dal 1514 al 1539 e committente del Romanino per la decorazione del Magno Palazzo. Il complesso del Buonconsiglio è composto da un primo edificio, Castelvecchio, che risale alla prima metà del Duecento. I vescovi Giorgio di Liechtenstein e Johannes Hinderbach intervennero nei secoli successivi sul castello trasformandolo in un edifcio residenziale di stile gotico. Fu poi Bernardo Cles, principe vescovo dal 1514 al 1539, a decidere per la costruzione di un secondo palazzo, chiamato “Magno”, che fu eretto secondo i canoni rinascimentali e venne decorato, al suo interno, da Romanino, Dosso Dossi, Marcello Fogolino.
Girolamo Romanino, Un pittore in rivolta nel Rinascimento italiano.
Trento, Castello del Buonconsiglio, dal 29 luglio al 29 ottobre 2006
Da martedì a domenica 10-18
Per informazioni: http://www.buonconsiglio.it; tel 0461/233770