Arte, volano di pace
“Integrazione internazionale senza competizione, nel rispetto delle singole identità” – prosegue Carlotta – “la cultura rappresenta uno stimolo, uno strumento fortemente strategico per la socializzazione, che è l’obiettivo di fondo. L’arte e la scienza servono a mettere in relazione giovani di paesi diversi, contribuendo a stimolare tolleranza, comprensione e pace tra i popoli.”
Oltre trentasette Paesi del Centro-Est Europa e dell’Asia, più di centoquaranta università coinvolte, otto alfabeti, un sito che conta su circa un milione e mezzo di contatti all’anno, due edizioni annuali di un notiziario inviato in settantasei Paesi, un’attività in crescita esponenziale.
Ogni anno docenti e studenti universitari vengono accolti a Firenze per partecipare alle iniziative della Fondazione. Da novembre a marzo si organizzano seminari settimanali, durante i quali giovani, che perlopiù non erano mai usciti dal loro Paese, lavorano in gruppi internazionali sotto la guida dei loro docenti, su temi quali l’architettura, la storia dell’arte, ma anche la medicina, l’ambiente, il design, la moda. Cinquanta persone a settimana provenienti da Paesi diversi, un’esperienza non solo culturale e educativa ma anche umana, di conoscenza e collaborazione.
Restauri e iniziative culturali
Ma c’è di più. Convegni, workshop, conferenze, tavole rotonde, mostre, concerti, balletti, premi, borse di studio, pubblicazioni: innumerevoli iniziative di carattere culturale e scientifico per promuovere a Firenze l’incontro di culture diverse e sostenere giovani talenti provenienti da Paesi il più occidentale dei quali è la Repubblica Ceca.
Non solo. Un programma di sensibilizzazione che finanzia ogni anno il restauro di opere d’arte dei principali musei fiorentini, ma anche di siti meno conosciuti.
Uno sguardo a trecentosessanta gradi sul mondo dell’arte, la cultura e la scienza: dal restauro di dipinti agli Uffizi, nella Galleria Palatina, nella chiesa di San Miniato al Monte e in quella di San Bartolomeo, a quello di manoscritti nell’Archivio di Stato; dalla promozione di concorsi internazionali per le migliori tesi di laurea in architettura, ingegneria, design e tecnologia per un futuro sostenibile, al progetto di salvaguardia di parchi nazionali colpiti da un eccessivo impatto turistico; dalla conferenza internazionale sull’energia solare rinnovabile a quella sul recupero della torre di Pisa.
In questa attività culturale e didattica la Fondazione Del Bianco è sostenuta da una catena alberghiera specialista in Firenze, impegnata nella tutela e nel restauro dei beni architettonici e artistici della città, che propone con il coinvolgimento dei propri ospiti un nuovo modello di turismo culturale attivo.
Il Museo Dante Alighieri
Un esempio concreto? A fine settembre dello scorso anno ha riaperto le porte il Museo della Casa di Dante Alighieri (ancora in accrescimento) dopo tre anni di restauro al quale ha contribuito l’Amministrazione comunale, con la messa a norma degli ambienti museali e l’abbattimento delle barriere architettoniche e la catena alberghiera fiorentina che, insieme alla Fondazione Romualdo Del Bianco, ha finanziato il restauro degli arredi e della documentazione originariamente esposti (andati purtroppo quasi perduti a causa di un incendio) grazie a un progetto che ha consentito agli ospiti di giocare un ruolo attivo nel finanziamento degli interventi restaurativi.
Il Museo, sorto sui resti delle case degli Alighieri, propone un percorso di visita su tre piani: il primo è dedicato alla Firenze dei tempi di Dante, ai primi anni del poeta e alla battaglia di Campaldino e presenta un plastico con le emergenze architettoniche dell’epoca di Dante che sono tuttora esistenti; il secondo piano riguarda il periodo che va dall’esilio alla morte del poeta; il terzo è riservato alla fortuna di Dante,
l’iconografia dantesca e la raccolta di edizioni della Divina Commedia.