La “faccia” nuova di Bilbao
Meglio (della visita “dentro al Guggenheim”) il “giro della città”, durante il quale chi aveva conosciuto il capoluogo basco prima della costruzione del museo di Gehry si rende conto quanto possa contare una costruzione di rilevante importanza artistica nelle fortune di una città.
Il Guggenheim si è infatti rivelato un magnifico “volano”, parolona usata spesso dai nostrani politici per sbalordire, fare colpo, se non che dopo tanti blablabla il “volano” prende il “volo”, scompare e tutto resta come prima. Quello della città basca è un motore che ha prodotto grande impulso all’immagine e ai destini turistici di Bilbao. Da squallido centro industriale, un tempo nemmeno sfiorato dal tempo libero, la città si è lasciata alle spalle cantieri ormai in crisi irreversibile, ha abbattuto ciminiere di industrie superate nel tempo e contestualmente al Guggenheim ha “ripittato” i suoi edifici, ha costruito auditorium e altri centri di incontro e di cultura, ha modernizzato il metrò facendolo firmare (Foster) a un asso dell’architettura.
Giù il cappello, e tanto per essere sempre polemici quel che basta, un riverente pensiero a Genova, che a suo tempo ridotta più o meno come Bilbao, non si solleva da un torpore più simile a un’agonia.
Le delizie dei Pintxos
La visita di Bilbao prosegue con un giro della Plaza Nueva (al centro della città vecchia) sulla quale si affacciano ben “quindici Pintxos/Pinchos quindici, laddove si intendono i bar nei quali sono ammanniti quei gustosissimi stuzzichini, meglio dire minirazioni su pane che vengono “pinchadas” (forate) da uno stuzzicadenti per essere sollevate, chiamati “tapas” nel centrosud della Spagna.
Il più lodato dei quindici bar della piazza? Secondo gli esperti è Zuga e questa sorta di classifica non sembri stranezza. A Bilbao si disputa annualmente un vero e proprio campionato di pintxos, con classifiche e premi: l’ultimo trofeo, la “Chapela de Oro” – un basco di dimensioni un filino più grandi del normale – è stato assegnato dal bar Globo, calle/kalea Diputaciòn 8. Meglio comunque interrompere la descrizione di ghiottonerie (sennò il cortese lettore potrebbe pensare che lo scrivano vada in giro solo per mangiare) e passare alla narrazione di momenti meno prosaici, come le ore dedicate a Vitoria/Gasteiz, capitale del Paìs Vasco nonché della terza provincia basca, Alava/Araba. La città (tra le prime località spagnole per qualità della vita) merita una visita della parte vecchia con soste nel bel Museo Fournier delle Carte da Gioco (forse unico al mondo, vale il tempo impiegato) e nell’enorme cantiere (gestito da una fondazione) dedicato al restauro di una massiccia cattedrale, una severa quasi-fortezza lungo le mura medioevali, abbellita da un bel gotico flamenquero.
Alla prossima (e ultima) puntata ….