Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Tropici nostrani. In attesa dei “bagnanti mutanti”

Cervo

Ricordo della Beau Rivière des Palmes. Mare, un sacco di gente, la sabbia grigia che scotta, senso di soffocamento. E le montagne retrostanti sotto un cielo nero. L’anno prossimo si può non cambiare meta, ma sarà forse meglio cambiare mente

La Liguria di Ponente era una terra bellissima. Poi si è popolata di seconde case, riempita di bagnanti e svuotata di alberghi e di spazi verdi. Nascosti, sopravvivono edifici incantevoli e boschi rigogliosi. Bisogna solo andare e cercare.

Loani, l’ultima spiaggia “1”

La spiaggia di Loano come dovrebbe essere
La spiaggia di Loano come dovrebbe essere

Pance molli all’orizzonte. Niente topless, per carità. La battigia degli sfatti ha inaugurato la stagione e Carlotta Camilla, diciannove anni, secca come un manico di scopa a digiuno, si trascina in mezzo a loro fino al lettino giallo.  Si figura che tutti la ammirino. Qualcuno che in un’altra vita è stato un cane, a vedere tutte quelle ossa tintinnare, magari la osserva sbavando. I più la guardano senza notarla, come se fosse un foglio messo di traverso. Sudore che cola, lacrime di bambini e secrezioni assortite: questa è la Riviera delle Palme. Loano, per la precisione.
Carlotta e le sue amiche, Sarah con l’acca, Gaja con la “i” lunga e Ginevra  (ragazzetta puntuale come un orologio svizzero) quartetto spilliforme e lagnoso, con tanga vertiginoso e spirito da Monaca Clarissa dalla Fibula Dora, vegetano inanimate con l’MP3 nelle orecchie che, vista la stolidità dell’espressione dei soggetti in esame, deve essere un prototipo alieno di svuotatore di memoria. I ragazzi si tuffano per far colpo su di loro senza sapere che le quattro ninfe, fra tre lustri circa, saranno uguali o quasi a quei bonzi femmina con al fianco corredo di minuscolo neonato infiocchettato e padre premuroso e attento: una triade che sarebbe bello spedire su Giove.
Ottuagenarie fanno la lezione di Acquagym sulla riva del mare, creando movimenti sismici che si ringrazia il cielo che non ci si trova su una faglia.  Disgraziatissimi nonni sono costretti alla servitù della gleba di nipotini striduli che gli Ebrei di Mosè al confronto non erano schiavi in Egitto, ma profeti in vacanza-premio a Sharm El Sheik.

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Loano, l’ultima spiaggia “2”

Una finta finestra sulla facciata di una casa
Una finta finestra sulla facciata di una casa

L’unica cosa bella sono gli innamoramenti struggenti, che se si potessero materializzare, la spiaggia sarebbe un tappeto di cuori trafitti. Non un granché, come consistenza da attraversare a piedi scalzi, ma in generale una poetica poltiglia.
I bagnini trascorrono le ore di vedetta a scrutare sederi e a vessare extracomunitari. Da abbattere i padri intrattenitori, quelli che si credono di far divertire i figli. Ce n’è uno che ogni santo giorno costruisce, pittura e fa volare un nuovo aquilone. I figli si disperano oltre ogni dire, ma stoicamente abbozzano. L’aquilone di due giorni fa aveva un sole, quello di ieri una cometa rampante, oggi ha uno sfondo di astri con luna. I vicini d’ombrellone si scervellano nel rovello su quale sarà il soggetto astronomico del giorno seguente. E l’estate continua così, in un continuo giramento di stelle.
I bagni chiudono puntualmente ogni sera alle diciannove, per evitare che le zucche vuote che affollano la spiaggia possano, a causa della stregoneria della notte, trasformarsi in esseri pensanti.  A ben guardare, si tratta di una precauzione inutile.

Loano, svendesi carruggi

Piazza Duomo
Piazza Duomo

Dietro la spiaggia, una palazzata di casette colorate che, se fossimo in Francia e il posto si chiamasse Saint Loen du Grand Palais, verrebbero perfino dai Caraibi per passarci un fine settimana, ma evidentemente siamo caduti in una distorsione sensoriale dove il bello non viene più percepito come tale.  Camminando nel carruggio di Loano si arriva a una piazzetta incantevole, con una quattrocentesca casa porticata. E che ci sta a fare, se nessuno la guarda?  Tutto quello che non ha un prezzo spaventevole è in svendita.  Negozietti tutto a un euro, abbigliamento a meno di otto euro, mutande sottocosto, pesto che costa come se i pinoli arrivassero a piedi da Marte, “troffie” vendute a somme proibitive, che sarebbe giusto ribattezzare “truffie”; il “budello” offre questo tipo di bellurie.  La piazza è insieme quella del comune e quella della chiesa: un gioiello per le due strutture architettoniche, quella della seicentesca chiesa di San Giovanni Battista, a pianta dodecagonale e quella rinascimentale di Palazzo Doria, attualmente sede del comune, coronate da altra piccola chiesa, torre antica e parchetto con fontana. La piazza, rotonda, sarebbe perfetta per gestione dei volumi, se non fosse per un mostruoso edificio in costruzione, un cubo bianco di gravosa pesantezza con tanto di dantesca discesa ai box.

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Processione in riva al mare

Loano La chiesa dalla quale parte la processone
La chiesa dalla quale parte la processione

Dandogli opportunamente le spalle, quando è buio si vede il pentacolo disegnato sul cerchio illuminato da faretti azzurri inseriti nel pavimento (tipo Codice da Vinci, ma senza Santo Graal nascosto sotto le piastrelle). Il portale della chiesina di sera resta aperto. Dentro ci sono un grosso crocefisso con un Gesù nero e un gruppo scultoreo in legno conosciuto come la Madonna dei Marinai. Ogni anno a Loano, il due luglio, la Madonna viene portata in processione con tutti i crocefissi. Se ne vanno insieme sul lungomare, a salutare i flutti per ingraziarseli. La madonna, con dietro un immenso mazzo di fiori bianchi, si muove ballando, trasportata da una ventina di forzuti marinai che l’accompagnano davanti al mare e la sollevano il più in alto possibile perché lei possa guardare l’orizzonte e proteggerli. La settecentesca torre dell’orologio sta sopra un arco che attraversa il carruggio principale. Quando le alte croci e il gruppo statuario ci devono passare sotto, è una bella faticaccia e un momento commovente più unico che raro, nelle mille sagre e manifestazioni che infestano i paesi della zona. La processione non è fatta per i turisti, perché non inizia alle ore ventuno e non ci sono avvisi in ogni dove. La madonna che balla non ha niente di blasfemo; anzi, è dolcissima.

Entroterra a chi?

Castelvecchio
Castelvecchio

Apt di Loano, ore dodici di un sabato di alta stagione. “Potrebbe indicarmi qualche posto interessante nell’entroterra, oltre a Finalborgo e alle grotte di Toirano?”. “Non c’è niente”. “Qualcosa di simpatico?”. “No, solo paesini deserti con i muri rotti”.
Anche Pompei e i Fori Imperiali corrispondono alla descrizione e quindi questa deve essere una brava promotrice turistica, se ha il coraggio di fare tali arditi paragoni. Vabbé, c’è da dire che il tipico soggetto che plana in questa landa, va in gita solo quando fa brutto e non può scendere alla spiaggia. A fare le passeggiate si deve andare in una bella giornata, tanto per cominciare. Concetto che non viene palesato di frequente, perché altrimenti non si spiega come gli album fotografici pullulino di riproduzioni su sfondo marrone pozzanghera di posticini usualmente solari e ridenti.

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