Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Lucca, intorno all’olio

olio d'oliva

“Oleum est”. Specie tra novembre e dicembre, quando i freddi autunnali permettono la raccolta dell’oliva e la sua spremitura. Mondo affascinante, quello dell’olio. Copyright dei paesi mediterranei, con quello italiano sugli altari, per varietà e qualità

Le “terre dell’olio” sono sempre belle, ma se si parla della Lucchesia è ancora un’altra cosa. Proprio da questo ragionamento è nato “L’olio e i tesori di Lucca” (fino al 10 dicembre) che mette insieme il ricco patrimonio architettonico e paesaggistico lucchese con la cultura e con i saperi legati al biondo condimento. Cominciamo dall’olio. Si è veramente voluto mostrare il meglio, stando al programma.

“Navigando” nell’olio

olio Olive della campagna lucchese
Olive della campagna lucchese

Si parte da “Il Desco”, mostra mercato di artigianato da tavola e prodotti come olio, vino, formaggio, miele, salumi, nel Real Collegio, spazio appena restaurato della scuola superiore fondata da Elisa nel 1809 in un edificio del Cinquecento e “Il Mondo dell’olio in città”, esposizione di olivi secolari, attrezzi per la coltivazione, sotto il loggiato del Palazzo Pretorio. Si vedrà anche la frangitura e si degusterà l’olio novello.
Poi la mostra mercato “Oli della Costa toscana” (Ex convento di San Micheletto) degustazione di oli in abbinamento con farro, fagiolo rosso, fagiolo cannellino, pane di Altopascio e “Bello&buono”, mostra mercato con degustazione di olio, vino, farine della Garfagnana e della Valle del Serchio.

olio La Zuppa frantoiana
La Zuppa frantoiana

“Frantoi aperti” è un po’ il cuore del programma. Significa la possibilità di visitare i frantoi, vedere il processo di frangitura, il colare affascinante dell’olio franto (per questo si parlava nell’antichità di “oro”) assaggiare (magari imparando le tecniche di degustazione e i termini tecnici per descrivere colore, odore e sapore dell’olio) e mangiare piatti tradizionali, quali la zuppa frantoiana, la zuppa matta, il farro alla lucchese. Il 2 e 3 dicembre ci sono i frantoi Massarosa (al Pian del Quercione Massarosa) e Maggi (alle Quercete Seravezza) i frantoi sociali di Compitese (San Leonardo in Trepunzio, Laboratorio Slow Food) e La Visona (Pieve di Compito, Laboratorio Slow Food).
Alcuni ristoranti di Lucca fanno da supporto alla conoscenza e alla degustazione comparata con una “Carta degli oli lucchesi”, che accompagna ad un pasto in cui l’accento è messo sul succo di olive: ravioli all’olivo, fettunta (fetta unta) zuppa frantoiana, tiramisù all’olivo, coniglio in tegame con olive, cannellini all’olio nuovo, nel segno della tradizione e di qualche invenzione. Tra i ristoranti impegnati, segnaliamo l’Antica Locanda dell’Angelo (via Pescheria 21) la Buca di Sant’Antonio (via della Cervia 1/3) All’Olivo (piazza San Quirico).

Mostre, eventi e “assaggi”…

Lucca Piazza dell'Anfiteatro
Piazza dell’Anfiteatro

Per i “tesori”, il programma è ancora più ricco. Si va dai concerti di musica classica (Palazzo Zuccherini, 2, 9 dicembre), al “Luccadigitalphotofest” in varie sedi (da segnalare in particolare “Omaggio a Fernando Pessoa” all’Auditorium di San Romano e “Nero Tango” di Pino Ninfa all’Ex Manifattura Tabacchi; Award il 2 dicembre a Steve McCurry); da “I Quaranta Ruggenti”, mostra del Fumetto al MUF (Museo del Fumetto, piazza San Romano, fino al 7 gennaio) all’esposizione delle “Pergamene longobarde” (all’Archivio Vescovile) e le “Croci dipinte” restaurate, i lavori dei maestri lucchesi del Duecento a Villa Guinigi fino alle visite guidate, al centro storico (Associazione Turis Lucca, www.turislucca.com) o a “Lucca segreta”, i sotterranei della Basilica Monumentale di San Frediano e della chiesa di San Quirico all’Olivo.
Particolare anche la visita ai laboratori di Carneval Marlia, dove si progettano e costruiscono carri allegorici (la visita termina con un assaggio di piatti e olio al vicino Frantoio di Matraia, www.carnevalmarlia.it).
Lucca, d’altronde, è una città particolare. Dalla piazza dell’Anfiteatro (icona conosciuta in tutto il mondo) alle mura cinquecentesche diventate un parco urbano. Intorno alla città, il teatro collinoso della Lucchesia (di per sé un’attrazione) offre un circuito di magnifiche ville, abbellite da giardini nobili e teatri d’acqua.  Per non parlare delle terme ottocentesche, nella valle del Lima, o di Barga-Castelvecchio, con la casa-museo di Pascoli, o il lago di Massaciuccoli, ricco di temi pucciniani o il vicino borgo di
Collodi, con il Parco di Pinocchio.

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Splendori di Lucca

La piazza vista dall'alto
La piazza vista dall’alto

La città si decifra in due luoghi. Il primo è un luogo geometrico splendido, qualcosa che affascina, che incanta anche il visitatore più distratto, la Piazza dell’Anfiteatro. Non è tanto, non è solo la forma ellittica a colpire, ma piuttosto l’idea di dare un contenuto ottocentesco alla forma romana. Fu Carlo Ludovico a volere quella piazza, nel 1819, proprio sull’anfiteatro del II secolo d.C. Qui, si passeggia in un luogo surreale, un ideale connubio tra una delle forme classiche (l’ellisse) e una sua reinterpretazione “grafica” contemporanea, anche se “casualmente” ottocentesca.
Intorno, un centro storico costellato di chiese, di palazzi, di vicoli. E che ospita il Caffè di Simo, locale frequentato da Pascoli, Puccini, Ungaretti (visite guidate al centro storico, ATL Lucca).
Il secondo luogo-chiave sono le Mura Cinquecentesche, quelle che D’Annunzio chiamava “l’arborato cerchio”. Importanti non solo perché sono intatte (non hanno mai combattuto, non hanno ceduto alle “mode demolitorie” che, da Napoleone in poi, hanno sventrato le città europee e pensare che qui governava una Bonaparte, Elisa) ma soprattutto perché formano un unico boulevard pensile.
Avere una visione dall’alto (seppure da pochi metri) è un modo per meglio comprendere il tessuto cittadino, la sua struttura urbana, insieme al fiume, alle colline, alle Alpi Apuane e alla Montagne
Pisane, se si guarda all’esterno.

Porta Santa Maria
Porta Santa Maria

Undici porte, con undici baluardi, più viali alberati sui terrapieni. È questo il tour più affascinante (circa quattro chilometri da fare a piedi o in bicicletta) soprattutto al crepuscolo, quando le nitide luci dell’autunno inoltrato regalano scorci colorati.
Poi ci sono i palazzi. In città e intorno, i mercanti e banchieri lucchesi dal Quattro all’Ottocento hanno costruito ville-palazzi, spesso con splendidi giardini.
È un tour di grande interesse, considerando anche i lavori di artisti e artigiani alle ville lucchesi. Si comincia con l’itinerario dell’Osservatorio, interno alle mura.

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Villa Bottini
Villa Bottini

Villa Buonvisi (detta anche Villa Bottini, via Elisa, porta San Gregorio) il regno di Elisa, devota e ammirata sorella di Napoleone eperciò Principessa di Lucca e Piombino (1805-1813) e per poco addirittura Granduchessa di Toscana.
È una villa urbana di rappresentanza del Cinquecento, un parallelepipedo a due piani, con
grandi vetrate e sormontato da una loggia-belvedere. Da vedere la Sala delle Scienze, con le allegorie delle Arti e le lunette con personaggi illustri. Magnifico il giardino. Oggi è sedi di rappresentanza del
Comune.
Villa Guinigi (via della Quarquonia) invece, è gotica del Quattrocento, sede del Museo Nazionale che raccoglie collezioni archeologiche preistoriche, etrusche e romane, sculture e dipinti dal medioevo al barocco, arredi sacri.

Le Ville del contado

Teatro Verzura ©2020 Villa Reale di Marlia
Teatro Verzura ©2020 Villa Reale di Marlia

Ma è “fuori”, in Lucchesia, sulle colline che stanno intorno alla Piana di Lucca, in quel paesaggio che Montaigne ama e descrive, che ci sono le cose migliori.
Non lontano dalla città si trova la Villa Reale di Marlia (via Fraga Alta 2, Marlia, Capannori) che Elisa Baciocchi Bonaparte ha voluto unendo i giardini del Seicento al rinnovato palazzo. Da vedere il Viale delle Camelie e il Teatro di Verzura, all’aperto, formato da cespugli intagliati, che risalgono ai primitivi giardini seicenteschi; e poi i giardini del Novecento del francese Jacques Greber con boschi, ruscelli e lago.
Poi Villa Grabau a San Pancrazio, che è del XVI secolo, rifatta in stile neoclassico, con affreschi in “trompe l’oeil” all’interno. Ha un giardino all’inglese con alberi di alto fusto, un giardino all’italiana con spalliera di leccio a forma di esedra e angoli con agrumi centenari. E una limonaia del Settecento, il Teatro di Verzura, con due fontane con mascheroni grotteschi.

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Villa Oliva (sempre a San Pancrazio) palazzo seicentesco con un colonnato in pietra di Matraia, giardino su tre livelli a mezzogiorno, con un viale di cipressi; a nord un giardino con anfiteatro di lecci, grottesco con giochi d’acqua, statue. C’è una galleria di carpini. Sirena, dell’Abbondanza e Cascatelle, sono le fontane.

La facciata di Villa Mansi
La facciata di Villa Mansi

La cinque-seicentesca Villa Mansi si trova a Segromigno in Monte. Appartenne a una famiglia di mercanti di seta e ha addirittura il giardino progettato da Juvarra. Quattro settori a trapezio, con due giardini, un prato e le scuderie, che danno eleganza geometrica al complesso. All’interno della villa, dipinti e affreschi.
Verso Pescia, a Casigliano, si trova la cinquecentesca Villa Torrigiani, facciata barocca e magnifico parco. Si può vedere il palazzo, completamente arredato, il parco con il ninfeo e i giochi d’acqua, progettato dal grande Le Nôtre, il giardino Teatro di Flora. Le visite guidate alle Ville lucchesi sono  il 2, 3, 8, 9, 10 dicembre (prenotazioni: eventi@luccaturismo.it)

Dalle Terme a Puccini

Bagni di Lucca
Bagni di Lucca

Olio e acqua, in natura, si respingono. Non qui, però. A Bagni di Lucca, a ventisette chilometri dalla città, che l’anatomista Gabriele Faloppio (1556) definì “il Paradiso terrestre”, ci sono terme antiche. Se è vero che già i Romani utilizzavano l’olio dopo le terme, per le proprietà emollienti e protettive del fluido, ecco un’applicazione contemporanea  del principio: due giorni di trattamenti, bagno di vapore in grotta naturale, più massaggio all’olio bio-aromatizzato con mirto, o cannella, o lavanda.
Bagni di Lucca, nella valle del Lima, una delle terme più conosciute e frequentate nell’Ottocento e che per questo si ritrova con palazzi termali e ville, è stata recentemente recuperata.
Infine, Puccini. La sua città natale gli dedica un Festival, “Puccini e la sua Lucca”, con concerti alla Basilica di San Giovanni (dove il compositore fu battezzato).
In particolare, il 3 e il 10 “Mozart e Puccini”, il 4 e l’11 “Puccini e Verdi, Donizetti e Mascagni”, il 5 “Tosca”, il 12 “Butterfly”. Il suo museo è nella casa natale e contiene il pianoforte della Turandot, bozzetti, opere, costumi, foto.

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