Martedì 26 Novembre 2024 - Anno XXII

Kel 12, nuove sedi e viaggi serali

Appuntamenti culturali e incontri per i suoi numerosi clienti e affezionati viaggiatori. Un altro modo, scelto dal tour operator veneto, per promuoversi e creare fidelizzazione al marchio

Etiopia, pastori dancali
Etiopia, pastori dancali

Il tour operator veneto Kel 12, guidato da Piergianni Addis, presidente e dal fratello Alberto, per accrescere la fidelizzazione al marchio da parte dei suoi clienti organizza delle serate, meglio “viaggi serali” a tema. Nel corso degli incontri vengono presentati e commentati dei viaggi da autorevoli personaggi, giornalisti e scrittori, antropologi, fotografi. Un vero viaggio attraverso le immagini e le parole.
I primi due incontri si sono tenuti nella sede del Centro Auditorium San Fedele, a Milano, con larga affluenza di pubblico. Relatori, Andrea Semplici e Alberto Salza. 

Etiopia (8 novembre) – Andrea Semplici

Etiopia, guerrieri Hafar
Etiopia, guerrieri Hafar

Con il supporto di filmati audiovisivi ha inaugurato la stagione 2006-2007 Andrea Semplici, giornalista e scrittore fiorentino. Semplici ha illustrato a fondo, a commento delle immagini, un paese che gli è particolarmente caro, l’Etiopia, sia per averne descritto le caratteristiche geografiche, storiche e sociali in una guida edita anni fa dalla Clup, sia per averlo visitato più volte nel corso degli anni; risultato di tale “amore” per la terra del Corno d’Africa, numerosi reportage apparsi sulla stampa di settore e su quotidiani.
Infiniti gli argomenti trattati e di sicura presa sugli intervenuti: Lucy, l’ominide rinvenuto in Dancalia, i monasteri della zona di Lalibela, le terre del sud verso il confine kenyota, l’Ogaden da sempre teatro di scontri violenti, la difficile convivenza con la vicina Eritrea, i modi di vita, le differenze etniche e linguistiche, le eredità dei vari domini stranieri (italiano compreso) le prospettive future di questo grande paese dagli aspetti paesaggisti profondamente diversi uno dall’altro ma ugualmente affascinanti.
Un “racconto” bello, vivo, avvincente, anche grazie all’apprezzabile vena colloquiale del giornalista toscano.

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Sahara (29 novembre) – Alberto Salza

Bambini nell'Etiopia del Nord
Bambini nell’Etiopia del Nord

Il secondo incontro non è stato da meno, poiché a condurlo è stato Alberto Salza, antropologo torinese e grande conoscitore dell’Africa.
Si può ben dire che avvicinarsi ai segreti del deserto sahariano per mezzo dei racconti di Salza, narratore dall’eloquio facile e dall’incisiva personalità, costituisca sempre un’esperienza da non perdere.
Quando, per mezzo delle immagini, si è portati a pensare che il Sahara sia un’enorme distesa di “nulla”, ecco che giungono puntuali e centrate le spiegazioni, spesso arricchite dalla rivelazione illuminante di esperienze personali, del conferenziere.  
Emerge il diverso modo dei locali di interpretare e affrontare le avversità e i numerosi contrattempi che la vita di tutti i giorni dispensa. Insieme all’arte di “arrangiarsi”, facendo di necessità virtù, Salza dimostra, con le immagini e le parole, che gli abitanti del Senegal, del Mali, del Niger, del Ciad e degli altri paesi sahariani, assieme a una buona dose di fatalismo, abbinano un’inventiva, una “fede” nella vita e uno spirito d’adattamento, impensabili per noi occidentali.
Popoli di grande tradizione nomade anche in tempi meccanizzati come i nostri, nei quali il glorioso cammello affianca (vincendo spesso la gara) vecchi camion per il trasporto di persone e di cose. Tanto, alla fine delle fatiche, alla fine di una giornata di duro cammino spesso in compagnia delle insidie del caldo e del ghibli, ci sarà la tenda, la capanna, ad assicurare ai membri della tribù protezione, calore umano, riposo.
Quando poi gli occhi si posano sulle incredibili immagini delle incisioni rupestri del Tassilli o dell’Acacus, non possiamo alla fine non convenire che l’Africa, questo enorme continente ricco di contrasti e di grandiose manifestazioni di vita, ha dato origine alle prime civiltà della nostra storia, oltre che all’origine dello stesso uomo.
E si esce dall’Auditorium con molte curiosità soddisfatte, gli occhi pieni di colore e calore umano, assieme ad altre mille “domande” che troveranno forse risposta nel proposito personale di cercarle; naturalmente in Africa.

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