Arezzo si prepara a uno dei maggiori eventi espositivi di questa primavera, la mostra “Piero della Francesca e le corti italiane”, prevista dal prossimo 31 marzo. Al museo nazionale d’arte medievale e moderna, una selezione di cento opere chieste in prestito in Italia e all’estero tornerà a fare luce sul maestro della pittura rinascimentale. Opere di Piero – quelle disponibili – e di autori a lui contemporanei rievocheranno lo spirito del Quattrocento italiano fra l’abbandono delle ispirazioni gotiche, lo studio della prospettiva e la trasformazione della pittura verso una diversa rappresentazione del mondo.
Piero della Francesca, ammirato dai contemporanei, citato e studiato nei secoli successivi da numerosi artisti di diffierente estrazione, viene riproposto con il dittico dei duchi di Urbino degli Uffizi di Firenze, la Madonna di Villamarina della fondazione Giorgio Cini e il San Girolamo delle gallerie dell’accademia di Venezia. Da archivi e biblioteche italiane vengono gli originali di alcuni manoscritti del pittore, che fu anche studioso di matematica, in particolare il trattato d’Abaco, il De prospectiva pingendi, il Praticha di geometria, accostati ad altri importanti studi dello stesso periodo come la Summa di Luca Pacioli.
La mostra propone le ultime novità critiche e storiografiche sull’artista, a cominciare dalla data di nascita, che si fa risalire al 1412 e affianca alle opere di Piero quelle dei pittori che lo influenzarono o che egli stesso contribuì a formare: tra gli altri, Domenico Veneziano, Fra Carnevale, Pisanello, Leon Battista Alberti, Pietro Perugino, Luca Signorelli. Tra i prestiti importanti dei lavori di Piero – le cui opere ad oggi rimaste sono un numero esiguo – compare la Madonna di Senigallia di Urbino, dalla galleria nazionale delle Marche e il Ritratto di Sigismondo Malatesta, dal Louvre di Parigi. Non sono state richieste, perché giudicate “inamovibili” dagli stessi curatori della mostra, invece, la Pala della Pinacoteca di Brera a Milano e la Flagellazione di Cristo conservata a Urbino.
Per l’occasione sarà proposto un itinerario sul territorio aretino per scoprire le altre opere del maestro: a Borgo San Sepolcro, il suo paese natale, al museo civico, per il polittico della Misericordia: ad Arezzo, al Duomo, per la Maria Maddalena e nella Cappella Bacci della chiesa di San Francesco, per la leggenda della Vera Croce; a Monterchi, al museo della Madonna del Parto per l’opera omonima. La mostra ad Arezzo sarà aperta fino al al 22 luglio 2007.
Piero della Francesca e le corti italiane
Museo statale d’arte medievale e moderna, Arezzo, via San Lorentino 8
Dal 31 marzo al 22 luglio 2007
www.mostrapierodellafrancesca.it