Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

A caccia della vera identità della Gioconda

La storia della “Monna Lisa”, il celebre dipinto di Leonardo da Vinci, oggi custodito nel museo parigino del Louvre, è da sempre circondata da un alone di mistero. Il Centro di Datazione e Diagnostica (Cedad) del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, specializzato nella datazione attraverso il Carbonio 14, diretto dal professor Lucio Calcagnile, condurrà una ricerca volta a scoprire alcuni dei segreti che si celano alle spalle del capolavoro di Leonardo da Vinci.La Gioconda sarebbe in realtà Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco del Giocondo. I suoi resti si troverebbero nel complesso di Sant’Orsola a Firenze. Proprio da qui … Leggi tutto

A caccia della vera identità della Gioconda

La storia della “Monna Lisa”, il celebre dipinto di Leonardo da Vinci, oggi custodito nel museo parigino del Louvre, è da sempre circondata da un alone di mistero. Il Centro di Datazione e Diagnostica (Cedad) del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, specializzato nella datazione attraverso il Carbonio 14, diretto dal professor Lucio Calcagnile, condurrà una ricerca volta a scoprire alcuni dei segreti che si celano alle spalle del capolavoro di Leonardo da Vinci.

La Gioconda sarebbe in realtà Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco del Giocondo. I suoi resti si troverebbero nel complesso di Sant’Orsola a Firenze. Proprio da qui sono partite le prime indagini su tre campioni estratti.

Da una prima analisi con il Carbonio 14 il professor Calcagnile ha desunto che “è stato possibile datare finora soltanto due dei tre campioni pervenuti nei nostri laboratori. In entrambi i casi, le datazioni si collocano tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo, con un livello di confidenza del 95,4%” . Per quanto riguarda il terzo campione, invece, non è stata possibile la datazione a causa della forte diagenesi e della mancanza di collagene.

Purtroppo la datazione con il C14 non ha dato l’esito sperato – ha dichiarato il professor Giorgio Gruppioni dell’Università di Bologna, del Dipartimento per la Conservazione dei Beni culturali (sede di Ravenna) – tuttavia non sarà lasciata intentata nessuna pista: si tenterà di estrarre il Dna dai resti dell’individuo che non è stato possibile datare, allo scopo di confrontarlo con quello dei figli di Lisa Gherardini i cui resti, a quanto risulta, sono conservati a Firenze nella chiesa della Santissima Annunziata”. Quel sorriso beffardo, quello sguardo enigmatico riuscirà a sciogliere il mistero? Molti lo auspicano. Docenti universitari in testa, pittori, critici d’arte e studiosi dell’arte leonardesca.

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(21/03/2014)

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