Lunedì 7 Ottobre 2024 - Anno XXII

Impressioni maltesi

La testa in Inghilterra, la pancia in Italia: ecco Malta. I ragazzi vanno a fare l’università a Londra, le donne la spesa a Catania. Anche per le vacanze i maltesi si dividono tra Gran Bretagna e Sicilia, viaggi esotici a parte

Il villaggio di pescatori Marsaxlokk
Il villaggio di pescatori Marsaxlokk

Nell’isola al centro del Mediterraneo, alle porte dell’Africa, la lingua più parlata è l’inglese, ma (quasi) tutti capiscono l’italiano che era l’idioma principale fino al 1933; la televisione ne ha riportato l’uso nel dopoguerra e tuttora è masticato dagli abitanti grazie al largo consumo dei nostri programmi televisivi.
La cucina dominante è italiana, il carattere della popolazione solare, mediterraneo, ospitale, ma le abitudini sono “very british”: ad esempio come fare la coda all’ufficio postale o in banca o prendere il tè alle cinque di pomeriggio.
Certo, non tutti lo bevono oggi, ma nei villaggi dell’entroterra per raccogliere fondi si preparano ancora “High Tea” nei “Casino”, sedi della banda locale, (che oltre all’attività bandistica promuovono momenti di socializzazione come le tombole, frequentatissime nei fine settimana). “Tea party” aperti ai visitatori che per una lira maltese, o poco più, assaggiano tè e tartine nella più tipica tradizione britannica. 

Italiani, inglesi, arabi? No, maltesi

Ragazzina a Gozo
Ragazzina a Gozo

Il pragmatismo inglese e l’esuberanza del sud convivono a Malta a volte nella stessa persona, a volte si polarizzano nei sostenitori dell’uno o dell’altro paese. Metà, circa, della popolazione adora gli inglesi, l’altra metà predilige gli italiani. Nei tratti somatici i maltesi si dividono in due gruppi: da una parte piccoli di statura, scuri di pelle, di occhi, di capelli, dall’altra alti e chiari come gli anglosassoni, anche se la popolazione di discendenza semitica risulta predominante. Ma guai a dirlo. Il rapporto con gli arabi che rimasero sull’isola oltre due secoli è tutt’altro che idilliaco.
Malta ponte di comunicazione tra Occidente e Oriente? Nemmeno per idea, rispondono secchi e compatti gli abitanti, il nemico sull’isola è sempre stato il musulmano, dall’epoca del famoso (a Malta) assedio del 1565, quando i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni ebbero la meglio sui Turchi.

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Cittadella, Gozo
Cittadella, Gozo

“Turco” è anche un insulto, forse il peggiore, che si possa rivolgere a un maltese. E di tracce della dominazione araba non se ne toccano con mano; non ci sono moschee né minareti né hammam, ma la vera influenza di quella cultura è nella lingua, semitica dal suono di fondo decisamente arabo (benché influenzata dal francese, dall’inglese, dall’italiano, con voci dialettali siciliane ancora identificabili). Il passato dunque non si può nascondere, ma a questo popolo colto e antichissimo, non piace venga ricordata questa innegabile influenza.
Tutti si sentono molto europei, non solo e non tanto per il recente ingresso del Paese nell’Unione Europea, ma in quanto Malta appartiene profondamente alla storia e alla civiltà del nostro continente; ha preso qualcosa da tutti e rappresenta in qualche misura una sintesi dell’Europa.

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