Giampietro Mattolin
La mappa di Dubai City illumina il volto di una ragazza araba.
Giampietro Mattolin
Giampietro Mattolin
I pensieri prendono forma nella mia mente mentre i miei occhi sono immersi nella vita quotidiana dello Zanskar. Il mondo himalayano, uno sterminato universo che si estende lungo migliaia di chilometri, ospita le più alte vette del mondo ed è abitato da decine di etnie differenti. Paesaggi, spiritualità e sguardi in questo paese hanno un unico fil rouge che li unisce: la profondità.
Il mio obbiettivo ne è rimasto abbagliato. Da qui è nata l’idea di raccogliere tutti gli scatti nel libro fotografico “Himalaya. Luoghi, culture e spiritualità” realizzato a 4 mani, con l’aiuto della penna di Piero Verni, per un reportage pieno di sentimento. I volti della gente che abita queste montagne condivide con chi li incontra una sensazione impalpabile: “improvvisamente ci si sente a casa, nel mezzo di un deserto di rocce e nuvole, dentro una capanna, senza avere una lingua in comune” (Piero Verni).
La mappa di Dubai City illumina il volto di una ragazza araba.
Giampietro Mattolin