Il Granducato di Lussemburgo in occasione della sua elezione a “Capitale Europea della Cultura” per l’anno 2007, ha varato un folto programma di eventi e manifestazioni, lungo tutto l’arco dei prossimi dodici mesi. Festa transnazionale, si potrebbe definirla. Coinvolte non solo tutte le istituzioni del Granducato, come il Museo d’Arte contemporanea Mudam e la Filarmonica, ma anche quelle delle regioni confinanti: la Lorena francese, la Vallonia belga e la Sarre tedesca, con le quali il piccolo Stato forma una realtà economica globale. Uno Stato minuscolo, con meno di mezzo milione di abitanti, che si estende su poco più della metà del Molise; un fazzoletto di terra al centro d’Europa di duemila cinquecento ottantasei chilometri quadrati: dopo Malta, la più piccola stella dell’Unione. Ma dal punto di vista del bilancio, il Lussemburgo, l’unico Granducato al mondo, è in testa al ranking europeo e ai primi posti a livello mondiale, con crescite misurabili del doppio rispetto alla media europea, mentre i suoi quattrocentocinquantanovemila abitanti vantano un reddito pro capite intorno ai sessantacinquemila Euro. Tutto questo, grazie alle centinaia di istituti di credito e sistemi di finanziamento affiliati sparsi nel territorio, con una galassia di trentamila addetti complessivi nel settore della finanza. Il Granducato è retto dal Granduca Henry de Nassau-Weilburg; premier del Paese, dal 1995, è Jean-Claude Juncker, poliglotta, cattolico ed europeista convinto, soprannominato Monsieur Euro, alla guida di una coalizione della destra e della sinistra, con il centro all’opposizione. Ma il 2007 è l’anno della svolta, assicura il premier: il Paese non deve essere visto solo come un agglomerato di banche.
Granducato di Lussemburgo: cultura, nuovo obiettivo
Non è la prima volta che il Lussemburgo strappa il titolo di capitale europea della cultura. Lo fece già nel 1965, ma oggi la posta in gioco è molto maggiore: con l’ampliamento alle regioni limitrofe (con le quali il Paese aveva aperto le frontiere ben prima del trattato di Schengen e che portano quotidianamente nella città un numero di lavoratori pari a quello degli abitanti) il territorio toccato dalle manifestazioni e dagli eventi, segnalati da un cervo blu che identifica la ricchezza faunistica delle foreste locali, supera all’improvviso i sessantacinquemila chilometri quadrati. Una straordinaria operazione di promozione e di marketing che coinvolge l’Alsazia e la Lorena francesi, attraversa la tedesca Saarland lungo il fiume del vino della Mosella, sino alla Renania-Palatinato, per richiudersi nei fitti boschi del Belgio. Sullo sfondo di questo enorme sipario, con un pubblico potenziale di oltre undici milioni di abitanti, si svolgeranno 455 eventi culturali e un totale di cinquemila manifestazioni con un budget di quarantacinque milioni di Euro.
Immigrati: nuovi lussemburghesi
Ma non sarà soltanto per le migliaia di manifestazioni che vi si svolgeranno: il Granducato di Lussemburgo vi stupirà di per sé stesso e per molto altro. Una visita sarà l’occasione per scoprire il fascino di un Paese che non è mai stato una Nazione ed è tuttavia compatto nella sua unità storica. Vi sono passati gli eserciti di tutti i Paesi d’Europa, è stato dominato a lungo da potenze straniere, possiede una lingua nazionale, classificabile alla stregua di un dialetto e che pochi parlano, mentre ufficiale è il francese e insegnato a scuola il tedesco; la popolazione non è di ceppo definito, per questo forse accetta di buon grado di accogliere immigrati. Recentemente ha aperto le porte al Portogallo ed è così che oggi il portoghese è tra le lingue più parlate nel Paese, tra le quali c’è anche l’italiano ovviamente, data la grande immigrazione avvenuta nella prima metà del secolo scorso.
I sessantacinquemila mila portoghesi sono la prima comunità straniera del posto, seguiti da ventiduemila francesi e diciannovemila italiani. Il territorio è fatto di aspri pendii, dolci colline, ex zone siderurgiche e bellissime fattorie. La capitale mescola con eleganza passato e futuro. Arroccata su uno sperone di roccia, il suo centro storico, con edifici in tufo come la cattedrale di Notre Dame, è circondato da bastioni chilometrici che racchiudono gallerie visitabili.
Si vaga tra viuzze, scalinate e piazzette fino ad arrivare al palais Granducal con la bella facciata spagnola, affiancato da un Parlamento lillipuziano, dove c’è un milite armato e ogni due ore il cambio di guardia. La Place d’Armes, fulcro della città, ospita il sabato il mercatino dell’antiquariato. Per lo shopping invece, ecco la Grand Rue, rue des Capucins, rue du Fossé e rue Philippe II.
Per le “arti”, sedi prestigiose nel cuore della città
Se è ben nota la sua vocazione europeista, la capitale del Granducato di Lussemburgo, una delle tre sedi dell’Unione Europea, rivela un inatteso dinamismo culturale proiettato nel contemporaneo, ben esemplificato dai suoi progetti architettonici. “Highlights” sono il Mudam e la Philharmonie, l’uno accanto all’altro, a pochi minuti dal centro storico e vicino al nuovo quartiere Kirchberg. Il “Mudam-Musée d’Art Moderne Grand Duc Jean”, dialoga fittamente con il tessuto urbano, con i resti monumentali delle antiche fortificazioni cittadine, in gran parte demolite nei secoli passati e con le vicine nuove costruzioni dei centri finanziari dell’Europa Unita: con la Torre De Gasperi e l’edificio Schumann (che però verrà demolito e sostituito da una biblioteca). Dedicato all’arte contemporanea, con l’ambizione di sostenere la comunicazione sinergica tra espressioni differenti come pittura, scultura, suono, video, fotografia, design, fashion e new media, il “Musée” sorge proprio sulle e tra le pietre della fortezza principale, il Fort Thuengen, la cui costruzione risale al 1732, simbolo di tre secoli di storia militare del Lussemburgo, su un promontorio roccioso circondato dal parco ridisegnato dal paesaggista parigino Michel Desvigne, come anello di connessione fra i diversi quartieri. Così è stato voluto infine dalla cittadinanza e così l’ha progettato l’architetto americano di origine cinese, che aveva suggerito addirittura una maggior compenetrazione di edifici e masse e collegamenti con le strutture preesistenti, persino camminamenti che dal passato portassero al presente-futuro, dalle pietre antiche a quelle dell’oggi.
A pochi passi dal Mudam, sorge anche la monumentale Filarmonica (Filharmonie) bianchissima costruzione progettata da Christian de Potzamparc, con una stagione ricchissima di musica, classica, jazz e suoni da tutto il mondo. Una costruzione che alcuni considerano bizzarra, una gigantesca conchiglia infilzata su 823 colonne bianche, con pareti senape e celestine all’esterno, rosse e ciclamino all’interno, con forme e colori così esaltanti che il suo autore la considera “il gioiello più brillante della regione”.
Come festeggiare l’anno della cultura
Altri musei e istituzioni nel Granducato di Lussemburgo. Oltre il ponte Rosso che collega il quartiere di Kirchberg al centro storico, ecco il Grand Theatre du Luxembourg, costruito nel 1970 in rond-point Schumann, che ha riaperto dopo anni di restauri. Sorge invece in un casino borghese di fine Ottocento, con una vista incredibile sulla valle della Pétrusse e sul ponte Adolphe, simbolo della città, il Casinò Luxembourg, Forum d’arte contemporanea, che in dieci anni ha proiettato il Paese nel panorama internazionale. Nel centro cittadino, almeno due sono i musei che valgono una visita: il Musée national d’art e d’histoire, un cubo minimalista nel Marché aux Poissons e il Musée d’histoire de la ville de Luxembourg, che racconta la storia della città in quattro case d’epoca, recuperate con originali soluzioni fra modernità e tradizione. E poi, tra le gallerie, Nosbaum&Reding nel marché-aux-Poissons, galleria d’arte contemporanea aperta sul panorama della città vecchia, con terrazza e giardino privato. Ttra le librerie, la Fellner Art Books, la più importante libreria d’arte, architettura e design del Lussemburgo, con un angolo specializzato in riviste internazionali. Nella valle, accanto al fiume Alzette, l’abbazia di Neumuenster, monastero benedettino dei Seicento, poi carcere; oggi è centro multimediale per eventi, mostre e spettacoli vari.
Granducato di Lussemburgo “dove”
Da visitare
Mudam, park Draei Eechelen, telefono 00352 453785-1;
Philharmonie, place de l’Europe, telefono 00352 2602271;
Casinò Luxembourg, 42 rue Notre Dame, telefono 00352 225045;
Grand Théatre, 1 rond point Schuman, telefono 00352 47963900:
Fellner Art Books, 4 rue de l’Eau, telefono 00352 220421;
Musée d’histoire de la ville de Luxembourg, rue St. Esprit 14, telefono 00352 47965400;
Musée national d’art e d’histoire, telefono 00352 4793301;
Abbazia di Neumuenster, rue Muenster 28, telefono 00352 2620521.
Alberghi
l’Hotel Albert Premier, rue Albert Ier 2a, è un’elegante dimora;
il Parc Beaux Arts, rue Sigfroi 1, è un design hotel, nuovo, raccolto entro vecchie mura; l’Hotel Hostellerie de Gruenewald, è confortevole ed economico.
Ristoranti
Mosconi, rue Muenster 13, ottimo e caro; Hi+Lo, rue de l’Eau 26, cucina francese; La Table du Pain, ave. Monterey 19, ottimo pret-à-manger; Toscana, 10 place Guillaume, cucina italiana; Auberge Royale, rue de Remparts 19, Esch/Alzette, ristorante gourmet.
Come arrivare
Luxair, il sito web www.luxair.it, collega Lussemburgo a Milano Malpensa con 3 voli al giorno; Roma con
due voli e Torino con un volo. In estate voli anche da Rimini, Napoli, Catania, Cagliari e Lamezia Terme.
Leggere
PassaParola è un notiziario mensile in lingua italiana distribuito nei punti di maggior affluenza del territorio, utile per chi visita la città. E’ redatto da Maria Grazia Galati (mariagrazia@presse.lu) e Paola Cairo.
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