Dal borgo a San Lorenzo
Da Bognanco Fonti, a piedi, si raggiunge facilmente la frazione di Pizzanco, che conserva ancora alcune vecchie abitazioni con i lavatoi e Camisasca, nella quale resiste agli attacchi del tempo la Casa Forte denominata “la polveriera”, testimonianza di architettura rurale che risale al XVI secolo.
Fermandosi invece a San Lorenzo, sede del Comune e luogo di partenza per l’alta valle, si riscopre, prodigiosamente, la stessa atmosfera di cinquant’anni fa.
Qui ogni passante viene scrutato con curiosità e attenzione dagli anziani del villaggio. È sorprendente questa dimensione, in un mondo dove nessuno si meraviglia più di nulla. Il paesaggio prealpino si tramuta improvvisamente in panorama alpino.
A San Lorenzo una sosta è d’obbligo, sia per contemplare i dintorni (verde e cime di monti) che per visitare la parrocchiale. Le origini di quest’ultima risalgono al 1200; nel Settecento viene ristrutturata e il notevole patrimonio artistico che conserva al proprio interno, testimonia di un antico benessere.
Appena alle spalle della parrocchiale, curiosa è l’iscrizione sotto il busto che i cittadini, riconoscenti, hanno dedicato a imperitura memoria al “figlio più insigne, al benefattore munifico”; il personaggio è Gian Giacomo Galletti (Bognanco 1789-Parigi 1873) che fece fortuna emigrando in Francia. Figlio di una famiglia di contadini, di lui si ricorda in particolare che divise la sua esistenza tra Milano e Parigi, che riuscì a collezionare un numero incredibile di onorificenze e che venne infine eletto Deputato al Parlamento italiano.
Un sentiero italo-svizzero
Superando San Lorenzo, si incontrano piccoli nuclei abitati, oggetto negli ultimi anni di ristrutturazioni non invasive e tese a valorizzare la struttura originaria, dove prendersi una sosta mentre si sale verso i sentieri che consentono di raggiungere spettacolari, quanto inaspettati paesaggi.
Il sentiero più noto, anche se abbastanza impegnativo, nonostante sia ben preservato, è stato ribattezzato Sentiero Stockalper, a memoria del barone Kaspar Stockalper di Briga, che nel 1600 si trasferì a Domodossola, dove avviò un fiorente commercio tra i due paesi. Il sentiero, che coincide con l’itinerario che per secoli venne percorso da soldati e mercanti che dal Vallese si recavano in Ossola, parte dal Sacro Monte di Domodossola, passando da Bognanco Terme e proseguendo per San Lorenzo, Graniga, Gomba, San Bernardo, e il lago Ragozza. Al rifugio Gattascosa si può fare una sosta prima di proseguire, eventualmente, fino al passo del Monscera (2103 metri) che segna il confine con la Svizzera.
Dopo l’escursione, più o meno impegnativa a seconda del grado di preprazione personale, ecco che la discesa verso Bognanco Fonti permette di ricompensare degnamente della fatica compiuta.
In questo luogo appartato, dove dimorano faggi, castagni, abeti e querce, si ritrova una calma, una tranquillità inusuale per i tempi in cui viviamo, senza trascurare la disponibilità e l’attenzione, anch’esse bellamente ignorate dai più, da parte dei pochi residenti; gente saggia e tranquilla.
Fermarsi a parlare con gli albergatori rimasti, interrogandoli sul passato, non sarà interpretata come una curiosità indiscreta. Da queste parti, ci si può prendere tutto il tempo che si vuole per riscoprire il piacere della conversazione.