Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il turismo congressuale fa bene al paese

E’ quanto emerso dal convegno “Investire nella meeting industry”, organizzato da BTC International in collaborazione con il Sole 24 Ore. Per il ministro Francesco Rutelli bisogna puntare su collaborazione, destagionalizzazione e marketing

I relatori del convegno
I relatori del convegno

“Stiamo parlando di uno dei settori più importanti del nostro Paese”. Con queste parole, il ministro Francesco Rutelli, Vice Premier con delega al Turismo, ha concluso i lavori del convegno “Investire nella meeting industry”. Organizzato da BTC, la Borsa del Sistema Congressuale, in collaborazione con Il Sole 24 Ore, i lavori si sono svolti a Milano, lunedì 1 ottobre, nella sede del prestigioso giornale economico-finanziario. Molti i partecipanti: Adolfo Parodi, Presidente di Federcongressi, Ferruccio De Bortoli, Direttore de “Il Sole 24 Ore”, Paolo Audino, Amministratore Delegato Exmedia (BTC) e TTG Italia, Paolo Cocchi, Assessore al Turismo della Regione Toscana Italia for Events. E ancora, Giuliana Manica, Assessore al Turismo della Regione Piemonte, Andrea Bairati, Presidente di Torino Olympic Park, Mauro Miccio, Amministratore delegato Eur.
Argomenti principali del convegno sono stati le potenzialità e le problematiche legate al turismo congressuale in Italia, un business che genera circa 23 miliardi di euro.
Paolo Audino ha posto l’accento sulla maggiore attenzione da riservare al settore. “Il convegno di oggi è una delle tante iniziative che abbiamo in progetto per riportare il congressuale al centro delle relazioni strategiche e industriali del Sistema Italia”. Sulla stesso tema Ferruccio De Bortoli, ha evidenziato come questo convegno voglia ridare dignità al turismo congressuale in Italia, che fa muovere le più importanti classi dirigenziali internazionali. E ha aggiunto: “In Italia esiste non solo un problema di strutture, ma soprattutto manca una rete di relazioni industriali e un forte legame con il territorio”.
Di sistema integrato ha parlato Giuliana Manica, Assessore al Turismo della Regione Piemonte. Manica ritiene che il turismo è uno dei fattori di sviluppo per il territorio e il settore congressuale è uno degli elementi trainanti: “guardando al turismo di taglio industriale, abbiamo l’obiettivo di raddoppiare il Pil nei 5 anni successivi alle Olimpiadi. In particolare puntiamo sul distretto dei laghi, che ha ben 700 sale meeting e su Torino”.

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Meeting internazionali: l’Italia cresce meno

Da sinistra: Giuliana Manica, Ferruccio De Bortoli, Paolo Audino
Da sinistra: Giuliana Manica, Ferruccio De Bortoli, Paolo Audino

Secondo il rapporto Icca (l’associazione internazionale di categoria), negli ultimi 10 anni l’Italia si è sempre attestata intorno al sesto/settimo posto nella top ten dei Paesi per numero di congressi organizzati, dietro USA, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Tuttavia l’Italia ha fatto registrare una crescita del settore ben al di sotto della media: + 12% a fronte di un incremento del 37% di convegni a livello internazionale.
Tutti concordano nel prendere atto che manca una proposta complessiva, un coordinamento tra le strutture, utile a presentare il Sistema Paese. “Al di là di questi problemi occorre puntare su alcuni punti fondamentali, tra cui la creazione di un Convention Bureau nazionale”, ha detto Adolfo Parodi, Presidente di Federcongressi.
Un convention bureau al quale sta lavorando Paolo Cocchi di Italia For Events, con lo scopo, tra l’altro, di canalizzare e distribuire i flussi informativi attraverso le numerose realtà regionali, spesso frammentate ed extraterritoriali, per presentare il prodotto Italia in maniera integrata a livello internazionale.

Acquisire una dimensione sufficiente

Francesco Rutelli
Francesco Rutelli

Un’altra problematica relativa al turismo congressuale è data dalle dimensioni strutturali del settore ancora ridotte. Basti pensare che dei 270.000 eventi organizzati nel 2006, ben 160.000 erano al di sotto dei 50 partecipanti e appena 600 sopra i mille.
“È difficile – sottolinea Audino –  che un settore venga riconosciuto quando la maggior parte degli eventi sono di piccolissime dimensioni. Il ruolo delle piccole medie imprese è tuttavia determinante per il settore della meeting industry; è fondamentale che tutto il mondo congressuale consideri determinante per la propria crescita…”.
I segnali che arrivano dal convegno evidenziano la necessità di investire anche sui grandi numeri. In questa direzione si stanno muovendo Rimini (che vanta già un quartiere fieristico di alta qualità e che mira ad espandersi ulteriormente con la costruzione del nuovo Palais) e Roma che stima un indotto derivante dallo sfruttamento del nuovo Distretto Congressuale pari a 190.000.000 di euro, come ha sottolineato Mauro Miccio, amministratore delegato EUR.
Segnali positivi arrivano infine anche dal Governo che ha messo in campo due misure a favore del settore: la detraibilità dell’iva congressuale del 50% nel 2007, e del 100% a partire dal 1° gennaio 2008 e l’estensione dell’incentivazione anche alle agenzie di viaggio e turismo, che potranno applicare la detrazione sui servizi di ristorazione e alberghieri.
“L’Italia è un Paese che, se attrezzato adeguatamente, potrebbe accogliere forti flussi di turismo congressuale, ha concluso Rutelli. Il nostro Paese ha bisogno di quattro cose: creare nuove infrastrutture, puntare sulla destagionalizzazione del turismo, mettere in atto una collaborazione strutturata tra tutti i soggetti e puntare sul marketing, affidandosi anche all’ENIT per la promozione internazionale”.

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