Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Il paese dei soffioni boraciferi

La costa maremmana era un tempo paludosa e malarica. Ma l’immediato entroterra è un’altra cosa. Un insieme di piccoli centri e di gradevoli paesaggi che affascinano il visitatore. Monterotondo, in più, vanta un’origine “naturale” antichissima

Monterotondo Marittimo
Monterotondo Marittimo

Benché ancora sostanzialmente non toccata dalla grande affluenza di turisti caratteristica della costa dell’Alta Maremma, Monterotondo Marittimo è una gradevole destinazione da mettere prima o poi in agenda, sia per le tracce del passato medievale, sia per la possibilità di apprezzare il fascino evocativo delle “biancane”, soffioni boraciferi che creano vicino al paese un paesaggio di insolita bellezza.
La località deriva il suo nome da “Mons Ritundus”, per la particolare conformazione conica del colle su cui sorge l’abitato. L’apparentemente strana specificazione “marittimo”, caratteristica peraltro comune ad altri paesi dell’entroterra maremmano, si deve all’antica posizione di confine con le zone selvagge e malariche della costa. “Marittimo”, quindi, stava a indicare il centro abitato più vicino al mare in un determinato tratto di costa.

Nel cuore delle Colline Metallifere

Le rovine del castello di Cugnano
Le rovine del castello di Cugnano

Le mura che un tempo circondavano Monterotondo sono ancora parzialmente visibili, così come parte dell’alzata del cassero. Dominano il luogo i resti, restaurati, della Rocca degli Alberti. Il palazzo comunale, con la torre dell’orologio, ha un impianto architettonico di prevalente impronta seicentesca, con alcune tracce residue risalenti al dodicesimo e tredicesimo secolo. Nei pressi, un loggiato ottocentesco in stile neorinascimentale.
In via Roma si trova la casa dove l’8 aprile 1843 nacque lo scrittore Renato Fucini. Nella parte più alta del paese, la cinquecentesca chiesa di San Lorenzo; vi è conservato un dipinto della scuola di Duccio di Boninsegna, che raffigura la Madonna con il Bambino.
Non lontano da Monterotondo, i resti del castello di Cugnano, risalente al 1200.
Dal 2003 è in corso a Cugnano un’indagine promossa dall’Università di Siena per studiare le dinamiche insediative del territorio delle Colline Metallifere, attraverso analisi di superficie, interventi di scavo di insediamenti fortificati e mappature delle aree minerarie. Lo spazio interno alle mura, che ha una superficie di quasi seimila metri quadrati, si distingue tra la fascia più esterna e più bassa del borgo e la zona più alta a carattere signorile.

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Fascino de “Le Biancane”

Monterotondo visto dalle Biancane
Monterotondo visto dalle Biancane

Il percorso naturalistico delle “biancane” racconta lo stretto rapporto tra Monterotondo Marittimo e la produzione di energia geotermica. In uno scenario dantesco, i vapori che provengono dal terreno e il calore hanno modificato la natura e i suoi colori.
Il percorso parte dal Lagone Cerchiaio e segue un sentiero panoramico dal quale si può godere, tempo permettendo, una straordinaria vista sul golfo di Follonica, con l’Isola d’Elba in primo piano e all’orizzonte la Corsica. Riconoscibili, poi, i rilievi dell’Argentario, Punta Ala, il promontorio di Piombino e il golfo di Baratti.  
Abitano il luogo specie vegetali “aliene” rispetto alla latitudine e all’altezza di Monterotondo sul livello del mare, circa seicentocinquanta metri, tra cui il brugo (caratteristico delle zone alpine o appenniniche di alta quota) e la sughera, varietà di quercia presente in numerosi esemplari anche se non tollera le emanazioni solforose ed è soggetta a gravi danni, con mortalità elevata per le giovani piante che tentano di svilupparsi vicino alle emanazioni di vapore. In ambedue i casi si tratta di specie acidofile, cioè richiedenti un substrato acido. In questo caso hanno approfittato delle condizioni alterate delle rocce (trasformate in terreno gessoso) per costituire una colonizzazione anomala.

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