Fascino delle “Misiones”
A sudest, nell’immensa provincia di Santa Cruz (più grande dell’Italia) una visita alle Misiones Jesuiticas affascina e suscita tenerezza (www.gianpaolobonomi.it archivio mondo, Bolivia). Nelle ornate chiese perfettamente conservate, di stile “barroco mestizo”, costruite dai Gesuiti (predicatori ma anche ottimi architetti e musicisti) tra il 1691 e il 1767, gli Indigeni tengono concerti di musica sacra da loro stessi composta, usando strumenti musicali costruiti secondo gli insegnamenti impartiti loro secoli fa dai sacerdoti (molti svizzeri e italiani) della “Compagnia”.
Sempre nel sudest de Paese, le infinite acque del Pantanal (a sud dell’immenso territorio amazzonico della Bolivia) creano enormi corsi d’acqua che conducono fino al Rio de la Plata e propongono soggiorni di estremo interesse per naturalisti, ecologisti e amanti della Natura.
Sulle tracce del “Che”
Tra storia contemporanea e mito, infine, ecco la Ruta del Che, una proposta intriga chi vuole saperne di più e rivivere la fine di Ernesto Guevara, il 9 ottobre del 1967 a La Higuera.
Ecco le tante motivazioni, le risposte al “Perché un viaggio in Bolivia”?
Una destinazione che da sola può benissimo comprendere l’intera durata di un viaggio in Sud America (di cui costituisce, appunto, la “quintessenza”).
Ma quando andare in Bolivia? Oltre a essere situate su una vasta area geografica, le tante località da conoscere sono ubicate ad altitudini estremamente differenti (dai 4.000 metri di Potosì e del Titicaca alle pianure della Chiquitania) che però, vista la latitudine, non contemplano eccessivi sbalzi di temperatura. In considerazione delle piogge portate da una sorta di Niño continentale (copiose da dicembre a febbraio) si consiglia comunque di fare la valigia (o la “mochila”, lo zaino per chi va a percorrere la Ruta del Che) tra marzo e novembre.