Mercoledì 30 Ottobre 2024 - Anno XXII

Dessau (e Weimar) sulle tracce di Gropius

Museo Bauhaus

In Sassonia-Anhalt, a nord di Lipsia (ex DDR) non sono poche le testimonianze architettoniche legate al movimento Bauhaus; molti i possibili itinerari culturali alla riscoperta delle opere di Walter Gropius (1883-1969) e di quelle dei suoi famosi amici

Staatliches Bauhaus, Weimar
Staatliches Bauhaus, Weimar

La Staatliches Bauhaus, cioè “scuola di arte e architettura”, nasce a Weimar, nel 1919. La nuova Germania, la Repubblica che vuole lasciarsi alle spalle le guerre prussiane, è un fermento di idee e di iniziative. Energie libere, che danno un grande slancio alla cultura, anche se la Repubblica di Weimar (1919-1933, a Weimar, Turingia, si riunisce l’Assemblea Nazionale che detta la nuova Costituzione repubblicana, perché a Berlino le continue lotte e sommosse non permettono un’attività regolare) non riesce a darsi una stabilità economica e politica.
Basta ricordare la sua moneta, il “papiermark”, che dal cambio 4,2 con il dollaro passa in un anno (nel 1923-24) a 4200 miliardi a uno. Celebre l’immagine di una donna che accende la stufa con le banconote.

Weimar e Dessau, fucine di idee e progetti

Dessau Walter Gropius
Walter Gropius

Che cosa vuole Gropius? Come dichiara in un suo pamphlet di quell’anno, vuole “creare una nuova gilda di artigiani, senza distinzione di classe, che alzano una barriera tra artigiani e artisti”, costruendo una scuola combinata di architettura, artigianato e arte. “Noi vogliamo un’architettura adatta al nostro mondo di macchine, radio e auto veloci”, dichiara.
Uno stile funzionale, economico, orientato alla produzione di massa, dove l’artista-architetto ha il compito di progettare prodotti funzionali ma con contenuti artistici. Come si vede, è il dibattito che ci appassiona ancora oggi.
L’esperienza del Bauhaus si svolge a Weimar (1919-1925) a Dessau (1925-1932) e a Berlino (1932-1933).
Poi il Nazismo lo bollerà come “non tedesco” e, nel 1933, spazzerà via tutto. Perché la scuola si trasferisce da Weimar? Semplice. Il parlamento della Turingia, passato ai nazionalisti nel 1924, vede in quell’esperienza la mano comunista sostenuta dalla precedente maggioranza socialdemocratica. La chiude, tagliando i fondi, in omaggio ai principi dello spoil system. Ed è la fortuna di Dessau, Sassonia-Anhalt.

Dessau La Bauhaus
Dessau La Bauhaus

A Dessau, Walter Gropius, Hennes Meyer e Ludwig Mies van del Rohe la dirigono in successione, scrivendo le pagine migliori di quell’esperienza.
Gropius, nel Ventisei, disegna la “sede”, ripescando nel suo progetto del Quattordici per la fabbrica Fagus a Alfeld. Vetro e acciaio, che lui diceva “privi di essenza”, per dare corpo e trasparenza allo stesso tempo, con il dettaglio integrato nel tutto, con la “forma che obbedisce alla funzione” come diceva il Maestro.
Come dimostrano i balconcini, che movimentano una facciata.
Qui gli studenti si occupano di progetti di architettura, interior design, di mobilio, di ceramica, e sono introdotti alla scuola dai “Vorkurs”, corsi propedeutici al design, abitudine che si diffonderà nel mondo.
La didattica si ispira a prinicipi progressisti, come quelli di Dewey (imparare, pensare, fare). Non si insegna la storia, perché si suppone che tutto debba incominciare ora. Si progettano case popolari su commissione del governo.

Il progetto: arte industriale

Dessau L'apertura delle finestre
L’apertura delle finestre

La Bauhaus (in tedesco “costruire” e “casa”) si rifà nel nome alle esperienze dei cantieri medievali (Bauhütten) fucine in cui si mescolavano esperienze e competenze. Aggiungendo un dato: quello della realtà industriale, cifra del moderno.
In questo modo, l’idea vincente diventa “l’utilizzabilità del prodotto” e il percorso è la progettazione finalizzata alla produzione industriale. Idee largamente condivise, oggi, quando si parla del design come valore aggiunto, anche alla luce della super concorrenza cinese.
Ma, al tempo, parlare di “arte industriale” non era il miglior modo per farsi capire.
Lo stile del Bauhaus influenza lo sviluppo successivo dell’arte, dell’architettura, della grafica, della tipografica, dell’interior e dell’industrial design.
Le innovazioni introdotte, come le forme estremamente semplificate, la razionalità e la funzionalità, l’idea che la produzione in serie fosse conciliabile con le “fantasie” artistiche, sono nate in Germania già con il Deutscher Werkbund (1907); una sorta di autorità in materia.

Dal maestro di Gropius, i primi impulsi

Dessau L'illuminazione
L’illuminazione

Il suo fondatore, Peter Behren, pioniere del design industriale e maestro di Gropius, disegna prodotti di largo consumo, ne standardizza le parti, usa e sviluppa materiali come il calcestruzzo e l’acciaio. Se questo è uno dei precursori, uno dei motori è sicuramente il clima culturale cambiato: dall’espressionismo, emozionale, alla concretezza della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività) o Neues Bauen (Nuova Architettura). Correnti libere, quella della Repubblica, ma anche condizionate dalle istanze popolari (nuove case) e produttive (nuovi prodotti) con la concorrenza europea da sostenere. La Bauhaus assorbe e rielabora. Se, agli inizi e fino al Ventidue, è influenzata da Johannes Itten, pittore e designer svizzero che ne impone didattica ed estetica, influenzato a sua volta dal Cavaliere Azzurro di Kandinsky e dall’espressionismo di Kokoschka, in seguito sarà votato alla “Nuova Oggettività”.

Artisti di fama mondiale

La “S33” disegnata da Mart Stam nel 1926
La “S33” disegnata da Mart Stam nel 1926

E il dibattito continua, tra Meyer “il comunista” (emigrerà in Urss nel Trenta) che voleva il progetto legato ai bisogni dell’utente (è l’utente che detta il design) e Mies van der Rohe che prefigurava la responsabilità intellettuale del designer, il suo diritto a decidere. Come si vede, dibattito che ha attraversato tutto il XX° secolo.
Qui nasce il design come disciplina, anche con il russo Vasilij Kandinskij (1866-1944) e lo svizzero Paul Klee (1879-1940). E molti sono gli artisti che insegnano, da Oskar Schlemmer a Lyonel Feininger, a Marianne Brandt.
Per descrivere quel periodo, basta citare un esempio famoso a livello mondiale: la sedia “cantilever”, cioè con due soli montanti ripiegati a livello del pavimento e a livello della seduta, uniti da un tubo. Un classico del Novecento, disegnato da Mart Stam (la “S33”, nel 1926) che sfrutta le proprietà tensili dell’acciaio. Poi  replicata da Marcel Breuer e da Ludwig Mies van der Rohe. Sono tutti modelli passati alla storia del design, che ancora oggi impressionano per la modernità-classicità delle loro forme. Come la “B3” di Breur (1926) acciaio in tubo cromato e cuoio nero, chiamata “Wassily” in omaggio a Kandinsky. La sfida era che ubbidisse ai principi industriali e che utilizzasse l’acciaio tubolare come il telaio della bicicletta con la quale il designer pedalava intorno a Dessau.

Sulle tracce del Bauhaus

Vetrate dell'edificio
Vetrate dell’edificio

Bene, cosa si vede oggi, qual è la ragione per visitare Dessau? La città offre molto. Basta scorrere l’elenco delle architetture legate al Bauhaus per rendersene conto. Innanzitutto il Bauhaus Building che, come si dice in questi casi, è un’icona del modernismo classico. Parti asimmetriche, allineate con la Bauhausstrasse e la Gropiusallee, ognuna disegnata per la sua funzione, con il workshop vetrato, l’edificio degli appartamenti per studenti, il ponte di collegamento (uffici amministrativi) la scuola, il teatro. Interni che valorizzano la luce, i colori che sottolineano le linee e le funzioni.
È la sede sopravvissuta alla guerra (sebbene danneggiata) utilizzata dalla DDR e oggi, dopo il restauro del 2006, riportata alla sua funzione di fucina formativa, con programmi post laurea per studenti da tutto il mondo. La stessa che l’Unesco ha inserito nella sua lista Patrimonio dell’Umanità come sito di importanza culturale di interesse internazionale.
Gestisce, questo come il resto, la Fondazione Bauhaus, che ha due missioni: preservare il patrimonio passato e proiettare quella ricca esperienza nell’oggi.
Lo fa attraverso le visite guidate, ma soprattutto con festival, seminari, conferenze, stage, teatro, mostre temporanee, un premio di design.
La mostra permanente, invece, è imperdibile: si chiama “Workshop del Modernismo” e offre la collezione di mobilio, lampade, tessuti, oggetti del periodo, con l’accento sui tempi e sui modi, dalla didattica alla politicizzazione, dall’industrializzazione allo sviluppo urbano e del paesaggio, attraverso carte e carteggi, documenti, foto.
Una full immersion nei temi che oggi ci attanagliano e che allora, sembravano poter essere affrontati con metodo.

Nelle abitazioni, arte applicata alla funzione

La casa di Gropius
La casa di Gropius

Le Case dei Maestri, Gropius fecit, in Ebertallee, sono una sorpresa.
Quella di Gropius c’è, ma ricostruita in periodo DDR. Alla bisogna bastano quelle di Klee e Kandinsky, di Muche e Schlemmer, per dare un’idea. E che idea!
Cubi intersecati (pianta a “s”) con la grande vetrata dello studio che dà sull’allea e fa il pari con la vetrata verticale che dà luce alle scale. Intonaco bianco, sottolineato però dagli infissi e dai tubi acqua-gas neri. Balconi disegnati come sottolineature e, all’interno, scale di un segno limpido. Mobilio essenziale. L’idea di Gropius fatta materia.
Ma gli artisti sono artisti. Così Klee, violinista e amante di gatti, privilegia il blu e il nero per due delle pareti dello studio e la scala. E Kandinsky dipinge le scale di rosso, giallo, azzurro e la parete della camera giallo-oro (più sofà e tappeto) quasi un omaggio a Klimt e alla sua poetica e arreda con mobili “strani”. Qui la sorpresa si fa meraviglia: l’arte applicata alla funzione. Con il tocco poetico del boschetto di pini, che cospargono il terreno di pigne giganti.

Scale nella casa di Paul Klee
Scale nella casa di Paul Klee

Il percorso si sviluppa poi verso altri edifici, come la Fieger haus (1927) il complesso abitativo Törten (1928) di Gropius, la Casa d’acciaio (Stahl haus, Muche, 1927) l’edificio Konsum (1928) e il Palazzo del Lavoro (Arbeitsamt, 1929) in cui Gropius sviluppa le sue famose rotonde.
Resta da dire dell’altra Dessau. Perché la città non nasce con il Bauhaus, ma ha una sua identità dal XIV secolo, capitale del principato di Anhalt. Da vedere la chiesa di San Giovanni (XVII secolo, ricostruita nel 1955, pannelli dei due Cranach) la chiesa gotico-rinascimentale di Santa Maria, il Museo cittadino nel ricostruito Johannbau, il Teatro Anhalt e la Riserva della Biosfera “Elba centrale”, che è un bel territorio di prati umidi, laghi, paludi.
Il Centro Kurt Weill, ospitato nella Casa Feininger, mostra la vita del compositore nato a Dessau, uno di quelli che hanno cambiato la musica, in epoca di Weimar. L’autore dell’ “Opera da Tre Soldi” con Brecht è anche celebrato in un Festival che si tiene da fine febbraio al 9 marzo.

Castello e giardino: il sogno di un Principe

La casa gotica nel parco di Wörlitz
La casa gotica nel parco di Wörlitz

Poi c’è il Regno del Giardino di Wörlitz (1765) anch’esso nella Lista Unesco, il più grande giardino paesaggistico all’inglese d’Europa, che combina bellezza e funzione (deve essere un destino di queste terre). Sogno di principe, Leopoldo III di Anhalt-Dessau, illuminista e intimista, con quell’ingenuo vulcano ricostruito (isola rocciosa Stein) con tanto di caldera e caldaia per eruttare, spettacolo barocco sommo in terra di Goethe.
Un pezzo di Napoli, ma della Napoli immaginaria, come spesso è accaduto. Architettura neogotica e neoclassica, chiese, palazzi, case (Casa neogotica, la prima in Germania) castelli (Castello di Wörlitz, primo edificio neoclassico in Germania) torri di avvistamento, ponti, scale, attracchi, padiglioni, tempietti, giardino cinese; nulla è risparmiato per rimodellare la natura, secondo canoni che si rifanno alla filosofia di Rousseau e all’estetica di Winckelmann, un gusto che si affermerà anche altrove. Il principe non ci ha messo solo la volontà, ma anche i concetti, con l’architetto von Erdmannsdorf, disegnando un’area di centododici ettari.
E il Parco Wörlitz, che sta nelle terre paludose a fianco dell’Elba, tra Dessau e Wittemberg, ne è il cuore. Prendere una barca, e remare. Infilare i canali, passare sotto i ponti, costeggiare le sponde con i salici, essere pronti al palazzo che spunta nella natura, questo è il consiglio.

Nel ristorante “funzionalista”

Dessau
Dessau

C’è anche da dire che, dal 2007, Dessau è unita in unica città con la vicina Rosslau e che questo accade anche perché la Sassonia-Anhalt è diventata un land molto dinamico, il secondo in Germania per Pil e investimenti, con molte start-up in settori biotech ed energie rinnovabili.
Come commiato, andate a mangiare o per un aperitivo al Restaurant Kornhaus, in Elballee, disegnato nel 1930 da Karl Fieger, magnifico edificio funzionalista, bianco, con grande vetrata, una rotonda coperta, una terrazza sulle sponde dell’Elba.
Qui, il fiume è bellissimo, con le sue sponde erbose, un’ansa, un imbarcadero, gli ippocastani. E si stempera quel furore da “civiltà delle maccchine” attribuito al Bauhaus. Anche in natura il funzionalismo funziona.

Info: www.dessau-tourismus.de

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