Lunedì 16 Settembre 2024 - Anno XXII

Voli aperti sugli Stati Uniti

In vigore dal 30 marzo l’accordo Open Skies elimina le restrizioni sulle rotte dai paesi europei agli Usa. Mentre entra a regime l’abolizione dei controlli di frontiera per gli ultimi paesi dell’area Schengen

Aereo in volo
Aereo in volo

E’ in vigore da ieri, domenica 30 marzo, l’accordo Open Skies, Cieli aperti, che liberalizza il settore dei voli dall’Europa verso gli Stati Uniti. Fino a sabato le compagnie aeree dell’Unione europea non potevano effettuare voli diretti negli Usa a partire da località situate al di fuori del loro territorio nazionale. L’accordo bilaterale, firmato il 30 aprile dell’anno scorso, elimina le restrizioni su rotte, prezzi e numero dei voli settimanali aprendo le porte all’incremento dei trasporti aerei verso il NordAmerica.
“È l’inizio di una nuova era per l’aviazione transatlantica”, ha detto nella nota stampa ufficiale Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione europea e commissario designato ai Trasporti, “Questo accordo si tradurrà in maggiore concorrenza e voli più economici verso gli Usa”.
Secondo la comunità europea Open Skies è l’accordo più ambizioso mai negoziato nel campo dei servizi aerei, siglato fra i due maggiori mercati dell’aviazione, che rappresentano il 60 per cento del traffico mondiale. Sono previsti ulteriori negoziati con gli Stati Uniti, già dal prossimo maggio, definiti “di seconda fase”: “Il nostro obiettivo”, ha aggiunto Barrot, “deve continuare ad essere la creazione di uno spazio aereo completamente privo di frontiere tra Ue e Usa”.
La Commissione europea prevede sin dai prossimi mesi un aumento dei voli verso gli Stati Uniti – attualmente, i passeggeri che ogni anno si spostano verso gli Usa sono 50 milioni -. Solo i voli in partenza da Londra-Heathrow potrebbero aumentare del 20 per cento rispetto all’anno scorso. La liberalizzazione dei mercati dovrebbe portare anche a prezzi più bassi con un vantaggio, per i consumatori, che secondo la stima attuale potrebbe arrivare a 12 miliardi di euro nei primi cinque anni.

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L'aeroporto di Vilnius in Lituania
L’aeroporto di Vilnius in Lituania

Novità si registrano anche sugli scali europei, per Estonia, Repubblica ceca, Lituania, Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia: dal 30 marzo sono aboliti i controlli di frontiera fra questi paesi ai quindici stati già del sistema Schengen. A partire da ieri, a mezzanotte, è quindi possibile viaggiare da un aeroporto all’altro dello spazio Schengen allargato con il consueto documento di identità: “L’abolizione dei controlli alle frontiere aeree segna la conclusione di un processo storico unico: la soppressione delle frontiere interne fra 24 paesi dell’Unione”, ha detto Barrot. “La Commissione rende omaggio agli Stati membri che hanno installato sofisticati sistemi di sicurezza e speciali “terminali Schengen” nei loro aeroporti”.
I controlli alle frontiere marittime e terrestri erano già stati rimossi a dicembre dell’anno scorso. In tutti i casi restano le procedure di rito, su documenti e biglietti, effettuati dalle compagnie aeree ai check-in e all’imbarco, al pari dei normali controlli di sicurezza previsti per qualunque volo, a prescindere dalla destinazione.

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