Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Cuba “quasi” Libre

Da L’Avana le notizie arrivano a ritmo accelerato. Il governo di Raul Castro, succeduto nella guida del Paese al fratello Fidel, sta progressivamente aprendo Cuba a una serie di liberalizzazioni che fino a poco tempo fa erano semplicemente inimmaginabili

Per sopravvivere, mille piccoli “trucchi”

Sigari cubani
Sigari cubani

Infine, il mare magnum dell’illegalità. Lavori abusivi, spesso al
servizio di stranieri, prostituzione, furti. La prostituzione alimenta
un’industria a cerchi concentrici – taxi, case compiacenti, discoteche,
negozi di abbigliamento – mentre i furti invadono ogni interstizio
della vita cubana, perché sopravvivere per un mese con il denaro che a
noi basterebbe per uno shampoo, uno spazzolino da denti e un
dentifricio è impossibile, e ciascuno si arrangia come può. Qualunque
sia il posto di lavoro, qualcosa da rubare (e da rivendere) c’è sempre
e il datore di lavoro è sempre lo stesso, lo Stato, quello che paga
cifre miserabili. Chiunque si auto-giustifica.
L’esempio più
originale di furto, che illustra bene l’inventiva cubana, è quello che
poi si trasforma nella fabbricazione “parallela” dei sigari, un
prodotto che viene piazzato molto bene ai turisti. Funziona più o meno
così: in una fabbrica, chi arrotola le foglie di tabacco ruba qualche
foglia ogni giorno; chi confeziona le scatole, ruba le tavolette di
legno; chi le riempie, ruba la carta velina; chi è addetto ai sigilli,
ruba i sigilli.
Poi ci si ritrova, in casa dell’uno o dell’altro,
per ricomporre la catena e fabbricare sigari “autentici”, che saranno
venduti a un decimo rispetto al prezzo richiesto nei negozi ufficiali.

Più “liberi”? Si, ma sicuramente “a rate”!

Vecchie auto americane (Foto: Cubatravel)
Vecchie auto americane (Foto: Cubatravel)

Ma le nuove liberalizzazioni non devono far dimenticare che i divieti
che permangono sono ancora pesanti. La circolazione interna all’isola,
per esempio, è regolata da permessi e dal possesso di una specie di
passaporto interno; in altre parole, nessuno è libero di andare dove
vuole, soprattutto di accedere alla Capitale. Le motivazioni? Quelle
esplicite riguardano questioni abitative ed edilizie, perché solo il
controllo dei flussi può impedire che si possano creare fenomeni di
senzatetto; quelle implicite si riferiscono invece al mercato della
prostituzione, cercando di evitare l’afflusso di ragazze dalla
provincia in città. Ma si tratta, come tutti i divieti cubani, di
barriere non insuperabili e di pratiche spesso tollerate.
È
vietato Internet, riservato a stranieri, imprese, alberghi; è vietato
comprare una casa o un’automobile, esiste soltanto la possibilità di
permuta (ovvero, di scambio in natura di questi beni) anche se dietro
ogni permuta c’è sempre una compravendita camuffata. Proprio in queste
settimane si parla di liberalizzare gli acquisti di auto e moto. Per le
auto pare che sarà autorizzato il passaggio di proprietà in tempi
relativamente brevi: ma solo per i mezzi che abbiano almeno dieci anni
di vita.

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