Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Aerei e fumetti. Vite parallele

“Fumetti con le ali”. Così era intitolata una mostra che si è tenuta nelle sale del museo “Giovanni Caproni” di Trento. Dai pionieri capaci di inventare, sviluppare l’aeroplano, ai fumettisti, in grado di farci volare con la fantasia

Trasvolatori di “carta” Americani

Attilio Micheluzzi “Air mail”, © A. Micheluzzi, 1984
Attilio Micheluzzi “Air mail”, © A. Micheluzzi, 1984

Senza dubbio gli anni che segnano il più forte legame tra fumetto e aviazione sono gli anni Trenta e in generale tutto il periodo tra le due guerre. Si tratta dell’età dell’oro dei comics americani e dei fumetti in genere, ma anche degli anni di massimo sviluppo dell’aviazione. La trasvolata di Lindbergh è l’evento che fa da traino a un entusiasmo popolare indicibile e dove c’è entusiasmo gli eroi – più o meno super di cui tutti noi abbiamo bisogno – finiscono per svilupparsi come funghi.
Si incomincia nel 1928, un anno dopo l’impresa del volo New York-Parigi, con Tommy Tompkins, un personaggio creato da Hal Forrest, che guarda caso fa l’aviatore come Lindbergh e ha un soprannome che è tutto un programma: “Tailspin”, ossia “vite”, la spettacolare e pericolosa figura acrobatica che vede l’aereo avvitarsi a testa in giù. Nel 1935 fa il proprio esordio Barney Baxter, un giovane aviatore, sempre accompagnato da un topo del deserto di nome Gopher Gus che gli fa da copilota. Le loro avventure sono state pubblicate fino al 1950, coinvolgendo i due in innumerevoli avventure di spie, pirati e cattivi di ogni specie, fino, una volta scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, a combattere in prima persona i nazisti e i giapponesi.

I fumetti del Ventennio

Flyin’ Jenny, © Bell Syndicate, 1939
Flyin’ Jenny, © Bell Syndicate, 1939

Nel 1939 i personaggi volanti dei fumetti USA aprono le porte alle donne con Flyin’Jenny. Collaudatrice della fabbrica di aerei Starcraft Aviation, la ragazza ha l’abitudine di farsi coinvolgere in vicende di spie e sabotatori. Le sue storie sono state pubblicate fino al 1946 e, con lo scoppio delle ostilità vere, anche lei finisce per combattere contro l’asse Roma-Tokio-Berlino. La lista dei comics col brevetto di volo è lunga e non si può non citare ancora Ace Drummond e Skyroads. Anche The Phantom di Lee Falk e Ray Moore, conosciuto in Italia come l’Uomo Mascherato, considerato da tutti il primo supereroe mascherato dei fumetti, non ha mancato di farsi trascinare in avventure aeree, come quando ebbe a che fare con una banda di ladre aviatrici.
In quegli anni anche in Italia, aviazione e fumetti, vivevano un periodo di grande popolarità. Le imprese aviatorie italiane della realtà e il forte impegno del regime fascista nel promuovere l’aeronautica non potevano non ispirare i fumetti.
“C’è un fumetto fondamentale degli anni Trenta: Luciano Serra Pilota di Walter Molino” spiega il curatore della mostra “Si tratta del rifacimento a fumetti dell’omonimo film di Goffredo Alessandrini del 1938. Il film, vincitore del festival di Venezia, che si avvalse della supervisione del figlio pilota di Mussolini, Vittorio, era interpretato da Amedeo Nazzari e Mario Ferrari. Il fumetto ricalca fedelmente le fisionomie degli attori e parla di un ragazzo appassionato del volo con uno zio pilota, ma con un padre che osteggia questa sua vocazione. Alla fine il padre cede alla grande determinazione del giovane. Si tratta di un fumetto dalle forti tinte nazionaliste”.

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A Mussolini non piaceva Dick Fulmine

Fumetti di guerra
Fumetti di guerra

Nello stesso 1938 la matita di Kurt Caesar crea per le  pagine dell’albo a fumetti “Il Vittorioso” il personaggio di Romano il Legionario e Carlo Sossio dà vita a Dick Fulmine. Il primo, secondo i cliché dell’epoca, è un combattente nato che passa dalla guerra civile in Spagna a tutti i fronti che il regime fascista va ad aprire e che indossa tutte le divise, da marinaio ad aviatore; il secondo, un poliziotto italo-americano, è il classico raddrizzatore di torti, che nella sua perenne lotta contro il pericoloso criminale Barriera, un prepotente ras sudamericano e il cubano Zambo, non manca di vivere avventure in volo. Dick Fulmine è il primo supereroe del fumetto italiano e la sua fama di forte e di giusto riuscì anche a fargli perdonare il nome e l’ambientazione americaneggianti, non certo graditi a quei tempi. Tuttavia, il regime fascista ebbe da ridire sulla mascella tonda alla Primo Carnera del personaggio. Lo stesso Mussolini fece pressioni per un aspetto più virile dell’eroe e, così, un incidente automobilistico gli cambiò i connotati.
L’allestimento nelle sale del museo aeronautico di Trento è risultato fortemente suggestivo. Mettere insieme aerei veri, per giunta col fascino dei pezzi d’epoca, e aerei dei comics, è stato come giocare al piccolo chimico, mescolando intelligenza e fantasia, gli ingredienti più potenti che la natura a messo a disposizione dell’ umanità. Il risultato si è rivelato meravigliosamente esplosivo e il visitatore si è trovato coinvolto a galleggiare tra le nuvole, rompendo contemporaneamente il pesante vincolo col suolo e con la realtà. Dopo l’esposizione al museo Caproni, la mostra troverà ospitalità in altre tre sedi italiane in corso di definizione.

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