Venerdì 26 Luglio 2024 - Anno XXII

Fish River Canyon, splendido e inquietante

Fish River Canyon Namibia foto di Thomas Schoch

Aveva detto alla moglie: “scendo solo qualche metro per vedere meglio il paesaggio” ed è svanito nel nulla, per sempre. Il tedesco non l’ha più trovato nessuno; la moglie è tornata in Germania senza nemmeno il corpo

Torri di granito del Fish-River Canyon
Torri di granito del Fish-River Canyon

A Mister Joshua, direttore del campeggio di Hobas, piace molto raccontare questa storia, probabilmente perché nel corso degli anni ne ha visti tanti, troppi, di turisti attratti da una calamita che può diventare mortale: il Fish River Canyon, nell’estremo sud della Namibia. I peggiori, secondo lui, sono i fanatici del trekking, disposti a tutto pur di infilarsi negli abissi del canyon, probabilmente impreparati, o nella stagione sbagliata quando un mare d’acqua fangosa può arrivarti addosso all’improvviso, magari a un giorno di marcia da qualsiasi riparo. Forse proprio questa è la ragione nascosta che ha spinto escursionisti di tutto il mondo a lasciare innumerevoli montagnole di pietre sui tavolati che strapiombano lungo le pareti del Fish River Canyon; ex voto propiziatori destinati a ingraziarsi le suscettibili divinità del canyon.

La leggenda del Koutein Kooru

Tra le guglie di roccia
Tra le guglie di roccia

Tra loro c’è senza dubbio anche Koutein Kooru, il gigantesco serpente che provocò quest’apocalisse geologica con le sue ultime contorsioni. Racconta infatti un’antica leggenda del popolo San, quelli che noi chiamiamo Boscimani, che Koutein Kooru viveva in una grotta tra queste montagne, gozzovigliando a loro spese in succulenti banchetti di bestiame. Finché un giorno le comunità locali decisero che quando è troppo è troppo e si misero d’accordo per dargli la caccia. Solo che la bestiaccia aveva la pelle dura e prima di morire pensò bene di creare il secondo canyon del mondo, dopo il Grand Canyon dell’Arizona. Almeno così lo vantano i namibiani nelle loro pubblicità turistiche, sparandola un po’ grossa; ma anche se altre rispettabili voragini mondiali lo precedono in classifica, le sue dimensioni restano spettacolari: cinquecentocinquanta metri di profondità, fino a ventisette chilometri di larghezza e oltre centosessanta di lunghezza.

Acque limacciose. Senza pesci

Fish River Canyon, vista dal Main Viewpoint
Fish River Canyon, vista dal Main Viewpoint

Per capire cos’è, bisogna percorrere una pista che sale lungo un pianoro dolcissimo, spezzato solo da catene di montagne che seghettano l’orizzonte; un paesaggio in cui nulla fa presagire quello che stai per vedere. Lo scopri dopo un’ultima curva, da un solitario “view point” a picco su una gigantesca serpentina infernale di strapiombi e guglie di roccia, in fondo alla quale scorrono, però solo quando le piogge fanno fiorire persino il vicino deserto del Kalahari, le acque limacciose del Fish River. Si infilano ribollendo dentro le pareti di roccia per sparire dietro un’ennesima giravolta del canyon, trascinandosi dietro un nome che non si è mai capito da dove arrivi, visto che qui un pesce non l’ha mai visto nessuno. E mentre resti incollato davanti a questo gigantesco teatro delle ombre, mosso solo dal sole che sposta rocce e pareti in un illusorio gioco di luci che si ripete ogni giorno, pensi che se è vero, come dicono alcuni, che la Namibia è uno stato minerale, allora il suo cuore batte proprio qui.

All’inizio del mondo

Un universo di roccia praticamente immutato
Un universo di roccia praticamente immutato

Fish River Canyon: un posto che non esiste in nessun’altra parte dell’Africa e non solo, visto che da queste parti, più o meno due miliardi di anni fa, è nata la Terra, almeno quella che noi conosciamo con i suoi oceani e i suoi continenti. Qui enormi frizioni geologiche hanno dato inizio alla creazione dei continenti attuali, mentre l’erosione e un’intensa attività tettonica hanno cominciato a creare il Fish River Canyon attuale. Inclinando a 45° alcuni strati di sedimenti che oggi formano le pareti di quello che viene considerato il canyon esterno, perché di fatto l’aspetto che rende unico il Fish River Canyon è che si tratta di due canyon, uno dentro l’altro.

Avventura sopra ogni cosa

Una sistemazione scenografica
Una sistemazione scenografica

Una storia assolutamente affascinante, ma ci vuol altro per convincere gli escursionisti equipaggiati come commando che sbarcano sul bordo del canyon da improbabili bus che sembrano cingolati militari. Loro di geologia probabilmente non vogliono sapere nulla, vogliono solo scendere a qualsiasi costo in fondo al canyon, per entrare in un mondo irreale di pozze d’acqua che appaiono tra le sabbie lasciate dal fiume e torri di roccia inquadrate dalle improbabili palme di Sulphur Spring, probabilmente nate dai noccioli lasciate da un paio di soldati tedeschi evasi durante la Prima Guerra Mondiale da un campo di prigionia, per nascondersi tra le pareti del Fish River Canyon.

Un Parco Nazionale unico nel suo genere

Canyon Lodge, un tempo sede di una farm coloniale tedesca presso il Gondwana Canyon
Canyon Lodge, un tempo sede di una farm coloniale tedesca presso il Gondwana Canyon

“Io ci sono stato laggiù – racconta Allan, che si occupa del vicino Cañon Lodge – è stata dura, più di quanto pensassi. Cammini per ottantacinque chilometri, sempre sulla sabbia o sulle rocce e devi portarti tutto dietro per cinque giorni. Ma è uno degli ultimi autentici trekking della Terra, dove sei solo di fronte a un universo di roccia praticamente immutato dalla nascita del mondo. Quando dieci anni fa abbiamo aperto questo lodge – continua – c’era solo un allevamento di pecore sopravvissuto dai tempi della colonizzazione tedesca, ma non ce la facevano più a tirare avanti perché qui l’acqua può mancare per anni. Fino alla nascita del parco nazionale, persino il Fish River Canyon faceva parte di una “farm” privata, e quando sono arrivato erano sopravvissute solo ventotto gazzelle. Adesso sono oltre quattrocento; abbiamo reintrodotto anche altri animali ma è un processo lungo perché molte aree del Parco Nazionale sono inaccessibili; montagne prive di strade e non controllabili, dove imperversano ancora bracconaggio e deforestazione selvaggia. Qui la natura va trattata con rispetto, qualche tempo fa le sorgenti calde di Ai-Ais, a pochi chilometri da qui, sono finite sott’acqua dopo le peggiori piogge degli ultimi trent’anni e non è la prima volta che succede. Ma prima o poi riemergono sempre – dice Allan con tutta la calma del mondo – è già capitato altre volte, basta aspettare che l’acqua se ne vada. I turisti vengono qui e tutto sembra facile perché c’è l’acqua, c’è l’elettricità. Ma all’inizio, credimi, è stata dura; per berti una birra dovevi fare centocinquanta chilometri”.

Per calmare gli “spiriti”, riti propiziatori

Una valle spettacolare
Una valle spettacolare

Che possa essere dura ancora adesso credo lo pensasse anche un dentista di Francoforte che mi si è parato davanti come un fantasma mentre camminava con la moglie verso il nulla lungo una pista. La loro macchina era rimasta imprigionata in mezzo a un fiume che non doveva esserci, creato da una valanga d’acqua e di fango. Così per loro, senz’acqua potabile e senza una mappa decente, quest’ “Africa per principianti” poteva trasformarsi in un incubo popolato solo da Kokerboom, gli scheletrici alberi che alzano grappoli di rami verso il cielo. Forse proprio per scongiurare l’ira di questa natura impossibile, Allan celebra ogni sera in cima a una collina di granito quella che lui chiama “la funzione”, aspettando che il sole svanisca dietro i tavolati che nascondono il Fish River Canyon. Per evitare che qualcosa o qualcuno, magari l’anima spiritata di Koutein Kooru, si svegli di cattivo umore laggiù, tra le spire del Fish River.

Namibia, un “mostro” geologico

I grandi massi di granito che al tramonto si tingono di rosso
I grandi massi di granito che al tramonto si tingono di rosso

“Tre miliardi e mezzo di anni fa, quasi il tempo della Terra stessa, le uniche superfici emerse erano due cratoni, quelle che noi chiamiamo isole primordiali, una parte antica e stabile della crosta continentale – spiega Davide Bomben, guida e autore di un volume sulla geologia della Namibia – A un certo punto, grazie alle forze di rotazione e di rivoluzione della Terra, la gigantesca massa di materia fluida interna del globo ha iniziato a spostarsi, sprigionando forze inimmaginabili. Questo ha portato all’emersione delle prime due isole della Terra, il cratone del Congo, nell’Angola settentrionale, e quello del Kalahari nell’attuale Namibia meridionale; tutto il resto era ancora sott’acqua. Per questo la Namibia è considerata geologicamente molto antica”. Un po’ meno di due miliardi di anni fa, intorno a queste due montagne, per effetto del calore e della pressione, grandi masse di detriti si sono trasformate in rocce più resistenti delle altre come lo gneiss. Centinaia di milioni di anni dopo, questo strato venne perforato da una roccia magmatica molto resistente, la Dolorite, una sorta di basalto nero  ancora visibile in fondo alla parte più antica del Fish River Canyon. “Nello stesso momento – continua Davide – era in corso un processo di frammentazione del Gondwana, il supercontinente che costituiva l’insieme di tutte le terre emerse. In quel momento geologico l’Africa era dalle parti del Polo Sud, per di più ribaltata; L’Africa australe a nord, quella equatoriale a sud”.

Fish River Canyon, Trekking per “super-esperti”

Fish River Canyon
Fish River Canyon

Tra i più grandi del mondo, la spettacolarità del Fish River Canyon ne fa lo scenario perfetto per uno dei trekking più famosi dell’Africa meridionale. Il percorso, lungo ottantacinque chilometri, generalmente si percorre in cinque giorni e richiede un certificato medico di buona salute e un permesso da chiedere, con anticipo, al Namibia Wildlife Resorts (telefono 00264 61 236975) a Windhoek. Si tratta di un trekking da prendere molto sul serio, affrontabile solo da esperti camminatori perché in caso d’emergenza i soccorsi possono arrivare quasi solo dal cielo. Bisogna portarsi cibo, acqua e materiali da campeggio, perché sul fondo del canyon non esiste assolutamente nulla, a parte una natura spettacolare. In compenso, durante la stagione secca, l’unica in cui è possibile realizzare il trekking, il clima in fondo al canyon non oltrepassa i trenta gradi. Dall’Hikers View-Point, a dieci chilometri da Hobas, una ripida discesa panoramica porta al fiume in fondo al canyon, dove si può pernottare la prima notte. Da qui si segue per due giorni il letto del fiume fino a Palm Springs, tenendo presente che il percorso, faticoso a causa di larghe pozze d’acqua e ostacoli che rallentano il cammino, varia ogni anno per via delle inondazioni dell’anno precedente. Palm Springs è un ottimo posto per campeggiare, con le sue palme e le numerose sorgenti d’acqua sulfurea a temperatura costante di 57 gradi. Dopo Palm Springs il canyon si allarga e il percorso diventa più facile fino a una formazione rocciosa chiamata Table Mountain, quindici chilometri oltre. Proseguendo, si arriva allo spettacolare Four Finger Rock, una torre di roccia formata da quattro pinnacoli e, più avanti, alla tomba del tenente Von Trotha, caduto nel 1905 in uno scontro tra truppe tedesche e Nama. Da qui, dopo altri venticinque chilometri, si raggiungono le sorgenti termali di Ai-Ais e la strada.

Consigli per un trekking sicuro

Pista verso il Fish River Canyon
Pista verso il Fish River Canyon

Per quanto riguarda il clima, le temperature oscillano dai 15 ai 25 gradi  in inverno (maggio-settembre) ma possono scendere a zero durante la notte. In estate (ottobre-aprile) si sale a 25-40 gradi, con possibilità di piogge torrenziali, soprattutto nel sud, l’area in cui si trova il Fish River Canyon. Motivo che da un lato rende impossibile realizzare trekking sul fondo del Canyon, ma in compenso offre spettacolari e rare immagini del fiume gonfio d’acqua. Occorre essere dotati di adeguate creme protettive contro il sole, particolarmente forte; inoltre, comode scarpe per camminare su un terreno roccioso e anche un maglione per la sera. necessaria, una pila elettrica. Qualche suggerimento per la “salute”. La Namibia dispone di  ottimi standard sanitari, ma nell’area del Fish River Canyon non esistono villaggi, quindi conviene portarsi eventuali medicine di cui si ha bisogno. La malaria è più frequente al nord mentre qui, grazie anche al clima desertico, basta un buon repellente. Conviene bere molta acqua per evitare la disidratazione. Il cibo nei lodges e nei ristoranti turistici è assolutamente sicuro.

Viaggiare in Namibia
Fish River Canyon, splendido e inquietante
Botteghino lungo la strada

La Namibia è uno dei paesi più sicuri di tutta l’Africa. Basta prendere le normali precauzioni e non lasciare oggetti di valore in vista nell’auto parcheggiata. Il Paese è uno dei più adatti per un viaggio individuale, perché dispone di una rete stradale in buone condizioni, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di piste; la “sicurezza” non è poi un problema. Ma il fatto che venga spesso considerata un’Africa per “beginners” (principianti) non deve far dimenticare che ci si trova comunque alle prese con situazioni molto diverse da quelle di un paese europeo. Teoricamente la Namibia è percorribile con una normale auto a noleggio, ma una 4×4 è decisamente più consigliabile, per non trovarsi in serie difficoltà, magari troppo tardi, in qualche escursione. Anche un improvviso cambiamento delle condizioni metereologiche può scatenare piogge torrenziali, trasformando rapidamente in difficili guadi pieni di fango attraversamenti cui normalmente non si fa neanche caso. In situazioni del genere conviene sempre controllare a piedi la consistenza del terreno prima di passare. La mancanza di traffico può essere ingannevole, perché gli animali selvatici, o anche un qualsiasi altro imprevisto, arrivano quando meno te lo aspetti. Per lo stesso motivo è meglio non viaggiare mai, per nessuna ragione, dopo il tramonto, anche in considerazione del fatto che nei parchi nazionali i cancelli dei campi chiudono al calar della sera. Un altro accorgimento utile è una seconda ruota di scorta ed è imperativo evitare tassativamente di trovarsi con il serbatoio quasi vuoto, per fare rifornimento. Il prossimo distributore potrebbe essere a centinaia di chilometri di distanza, magari senza benzina perché non è arrivato in tempo il camion cisterna. Conviene calcolare sempre con cura le distanze, su piste in cui è generalmente pericoloso andare a velocità elevate; un buon sistema è calcolare il doppio della distanza reale da percorrere e informarsi sempre dalle persone del posto: benzinai, ranger, camionisti, sulle condizioni della strada. Fondamentale è anche una carta stradale dettagliata; le indicazioni stradali sono generalmente accurate, ma soprattutto se ci si ferma nel bel mezzo del nulla, per sapere da che parte è il centro abitato più vicino, evitando di mettersi in marcia nella direzione sbagliata, dove magari per centinaia di chilometri non si incontra nulla, occorre poter consultare mappe precise.

Notizie utili e sistemazioni nell’area del Fish River Canyon

Per informazioni:

 www.namibia-tourism.com –  www.lanamibia.it

Sistemazioni nell’area del Fish River Canyon
Cañon Lodge, a sette chilometri da Hobas, punto d’entrata del Fish River Canyon, lungo la pista C37 che collega Seeheim a Ai-Ais.  Si tratta di una delle sistemazioni più scenografiche di tutta la Namibia: una serie di bungalow immersi in una spettacolare valle di grandi massi di granito, che all’alba e al tramonto si tingono di rosso. L’edificio centrale risale ai tempi della colonizzazione tedesca e fino a dieci anni fa era una “farm”. Il Cañon Lodge è un’ottima base per esplorare
il vicino Fish River Canyon che si trova a venticinque chilometri. L’hotel propone anche gite a piedi, a cavallo o in aereo lungo il canyon, oppure escursioni alla ricerca della fauna reintrodotta per recuperare l’habitat originale. La grande terrazza-ristorante ha una vista eccezionale sulle montagne circostanti. Ottima la cucina, che utilizza prevalentemente prodotti della vicina farm. www.gondwana-desert ,

Cañon Village.
Stesso indirizzo e stessi numeri di telefono/mail del vicino Cañon Lodge. Una sistemazione altrettanto scenografica ma più economica, con i suoi 42 bungalow in stile olandese del Capo, decorati con murales di artisti namibiani. Ristorante e piscina, escursioni al Fish River Canyon. www.collection.com

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