Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

L’africano

L’africano di Mario Cavatore, Einaudi editore, pagine 136, €11,00. ” width=”179″ height=”270″> L’africano di Mario Cavatore, Einaudi editore, pagine 136, €11,00. Umberto Narello detto Berto ha «una faccia da ribelle, col ciuffo di traverso» nella vecchia fotografia di classe che lo ritrae bambino a Monforte d\’Alba. Pochi anni più tardi il destino lo porterà a scappare in Francia, ad arruolarsi nella Legione straniera, a fare il mercenario dove diventa il comandante Bébert. Infine, stanco di guerre, cerca riposo in Ruanda. Così dopo un vita da cane sciolto, per amore di una bellissima donna tutsi, Bébert si è messo in testa … Leggi tutto

L'africanoL’africano
di Mario Cavatore, Einaudi editore, pagine 136, €11,00.
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L’africano
di Mario Cavatore, Einaudi editore, pagine 136, €11,00.

Umberto Narello detto Berto ha «una faccia da ribelle, col ciuffo di traverso» nella vecchia fotografia di classe che lo ritrae bambino a Monforte d\’Alba. Pochi anni più tardi il destino lo porterà a scappare in Francia, ad arruolarsi nella Legione straniera, a fare il mercenario dove diventa il comandante Bébert. Infine, stanco di guerre, cerca riposo in Ruanda. Così dopo un vita da cane sciolto, per amore di una bellissima donna tutsi, Bébert si è messo in testa di fare il vignaiolo proprio in Ruanda, «la Svizzera d\’Africa». “Da lassù, quando il tempo era bello e la nebbia si diradava, si vedeva tutto il Ruanda… Dietro a Nord i grandi vulcani: il Karisimbi con la punta bianca di neve e il Visoke verdissimo. Davanti e giù i laghi e le mille colline, tutte lavorate in tondo, con le case o le capanne in cima”. Siamo nei primi mesi del 1994: il genocidio è alle porte.
Elsa invece vive e lavora a Bruxelles, come assistente sociale, e s\’imbatte in un «caso» che la tocca come nessun altro: quello di Léon, un giovane etologo che pare aver perso insieme alla memoria la voglia di vivere. P\’tipò, il giovane bianco, ha visto l\’orrore ma ha trovato una donna senza la quale la vita non vale più la pena di essere vissuta. Tre esistenze diverse e lontane destinate a incrociarsi in un\’amara catena di amori impossibili, di fronte alla tragedia della storia.
Nell\’arco temporale di un anno, il 1994, queste tre vite così diverse casualmente s\’incrociano e si confrontano, anche nell\’orrore: perché il 1994 è l\’anno del genocidio, uno dei più atroci che la storia ricordi. In circa cento giorni vennero massacrate sistematicamente a colpi di machete e bastoni chiodati quasi un milione di persone appartenenti alla minoranza etnica tutsi.
Mario Cavatore, come già nel suo primo romanzo, Il seminatore, sa ricondurre con forza la Storia alle storie di singoli uomini, e restituire prima di tutto dei destini, grazie a una narrazione scarna e a un montaggio serrato. Al centro del racconto ci sono sempre individui che hanno un sogno destinato a incrinarsi contro il mondo. Individui che vanno raccontati, perché hanno davvero qualcosa da raccontare.

(Pi. Ricc.)
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