Mali –
Proprio al centro di questo Paese, sul Niger, c’è Tombouctou (32.000 abitanti) alias Timbuctù o Tumbuctù, termine usatissimo quando si vuol fare riferimento, citare un posto sconosciuto, mica bello e per di più a casa di dio, alias nel buco del sedere del mondo. Per il resto (fermo restando che navigare sul Niger sarebbe quanto mai intrigante) il Mali, ex Sudan Francese, è un desertico grande Paese (1.250.000 chilometri quadrati) ma con pochi abitanti (12 milioni) così mischiati che “più etnicamente non si può” (Bambara, Fulbe, Sènufo, Soninke, Dogon, Songhai, Malinke, Tuareg eppoi c’è ancora più di un otto per cento di gente non targata, un bel casino). Buoni calciatori nella nazionale (francese).
Malta – Complessivamente un filino più grande dell’Elba e Pantelleria messe assieme, circa 400.000 gli abitanti che per il fatto di parlare una lingua “mista” di arabo, siciliano ed inglese, fanno affari con gli Arabi (i Libici vanno lì a scolarsi otri di whisky, proibito a casa loro, e se ne tornano belli ciucchi); si dicono Italiani (quando c’è un tornaconto) e sistemano il bilancio con i turisti inglesi (che per il solo fatto che pagano poco e a Malta c’è il sole non si accorgono dell’assenza totale di una accettabile gastronomia). Fine del lungo periodo. Intrigante la storia dell’arcipelago: ci sono passati tutti, hanno cominciato i Fenici eppoi via via Romani, Arabi, i ben noti Cavalieri per finire, almeno per ora, con gli Inglesi.
Marocco – Un gran bel posto all’estremo nordovest dell’Africa, grande una volta e mezza l’Italia per 30 milioni di abitanti (abbastanza brava gente, compresi i Vulavà che si protendono sui parabrezza delle auto nostrane). Ma non è certo il caso di magnificare costì le ben già note e intriganti Fez, Meknes e Marrakesh. Ed è suggerito pure un tour nell’Atlante, magnifici panorami.
Marshall – Minuscolo (181,4 chilometri quadri, ha solo 1.046 abitanti più di Gallarate); arcipelago della Micronesia (almeno belli i nomi degli atolli: Jaluit, Kwajalein, Enewetak, Bikini, questi due ultimi furono ben noti poligoni atomici, l’ultimo fu inoltre indossato da Brigitte Bardot e il mondo “macho” si arrapò).
Porto (uno ne basta e ne avanza) e aeroporto Majuro. Ma perché tanto Lilliput all’Onu? Mah.
Mauritania – Con tutte ‘ste colonie ex francesi (Mauritania indipendente dal 1960) nell’Africa nord-occidentale, si fa fatica a sistemarle e pertanto si provvede: la Al Jumhuriyah Al Islamiyah Al Muritaniya si affaccia sull’Atlantico e da nord a sud in senso orario ha per dirimpettai il Sahara Occidentale, l’Algeria, il Mali e il Senegal. Grande due volte e mezza l’Italia conta solo due milioni e mezzo di arabi, berberi e negri sudanesi; capitale Nouakchott. In generale, vigendo la Sharia (legge islamica) il posto non è dei più divertenti (per fortuna la noia è ogni tanto vinta dai khalasnikov di qualche periodico colpo di stato). Nonostante la schiavitù sia stata abolita “già” nel 1980 (!) in campagna gira ancora qualche schiavo. Turismo: con quel clima steppico- desertico che c’è, in Mauritania possono andarci solo i “fans” di Rommel (ben nota Volpe del Deserto).
Mauritius – Dalla seconda parola del suo motto “Stella Clavisque Maris Indici” (stella e chiave dell’oceano Indiano) si capisce perché quei figli di buona donna (politicamente parlando, “ça va sans dire”) degli Inglesi si sono cuccati quest’isola fregandola ai Francesi (che l’avevano occupata dopo l’abbandono da parte degli Olandesi che vi misero piede dopo la scoperta, 1505, da parte dei Portoghesi, Isla do Ceme, del cigno, ma prima ancora v’erano stati gli Arabi).
Si dà infatti il caso che Mauritius (arcipelago delle Mascarene, 1.865 chilometri quadrati, come la provincia di Ravenna, 1.200.000 abitanti, densità 606 abitanti per chilometro quadro, Italia 194) geograficamente appartenente all’Africa, era strategicamente importantissima per gli interessi British in India.
Tenero dettaglio: nell’isola visse il Dodò, una sorta di anatrone che (probabilmente) con l’andare del tempo si impigrì (o si appesantì mangiando come una vacca) talché un bel giorno gli si atrofizzarono le ali. E fu così che, incapace di squagliarsela decollando, il povero Dodò fu uccellato (ultime sue vestigia: una riproduzione lignea venduta ai tanti turisti visitante questa bella isola). Per chi in vacanza ama prendersi delle belle “ciocche” (così sono chiamate le “ciucche o sbornie” nel deep south piemontese) Mauritius fa al caso suo: tanta canna da zucchero e di lì tanto buon Rhum. Belli alcuni vecchi bar (tipo Mari del Sud) a Port Louis, roba da racconti di Stevenson; ma siamo nell’oceano Indiano (di cui, come detto, Mauritius è la Stella e pure la Chiave).