
“Salus per aquam” (la salute attraverso l’acqua) dicevano i Romani, anche se alcuni dubitano che si tratti di una frase coniata al tempo dei latini. L’acronimo corrispondente sarebbe “spa”, che oggi serve ad indicare le terme. Alcuni, però, fanno risalire il nomignolo alla città belga di Spa, antico centro termale. “Anyway”, come direbbero gli inglesi, l’acqua porta salute. E la valle tirolese della Ötztal, è piena d’acqua.
Da dove cominciare? Dall’acqua imprigionata, vale a dire dai ghiacciai. Con un flash back, quello legato alla scoperta di Ötzi, l’uomo del Similaun, delle montagne di Ötztal. Come ognun sa, la venerabile mummia si trova ora al Museo apposito di Bolzano, grazie al fatto che un accordo del 1922, quando si è tracciato il confine tra Austria e Italia, la zona era ricoperta da ghiaccio spesso venti metri, e i rilievi topografici danno il luogo di ritrovamento in territorio italiano, sudtirolese.
Per contro, agli austriaci hanno pensato di fare a Umhausen il villaggio di Ötzi. Non è la stessa cosa, ma almeno c’è un richiamo.
Fra le cime del Tirolo

Ma le Alpi sono quelle di Ötztal, che si raggiungono con una panoramica “alpenstrasse”, tutta tornanti e grandi paesaggi. Dalla Passiria si sale al Timmelsjoch o Passo del Rombo, (confine austro-italiano più alto, a 2509 metri).
Passo di epoca romana e medievale, strada dei contrabbandieri e dei mercanti, acquavite e frutta verso nord, sale, grasso e lino verso sud, il Timmelsjoch è sempre stato qualcosa di pauroso e di affascinante, raggiunto dalla strada solo nel 1963.
La premessa è per dire che al Timmelsjoch si ha un panorama dei ghiacciai della valle: il Rettenbach e il Tiefenbach, e altri ottantaquattro, una delle aree glaciali più grandi dell’Austria. Poi si vedono quelle Ötztaler Alpen, la Hochwilde, la Hochfirst, per esempio, che sono anche il logo turistico della valle; un susseguirsi di piramidi che sembra un disegno geometrico. Per inciso, ci sono sessantatremila in valle, e anche questo è un bel record. E poi è la valle che è spettacolare.
Dal Passo all’Inn (sessantasette chilometri) stesa su tre livelli dall’erosione glaciale, è larga e piatta, ma con montagne ripide, balconi erbosi, cascate. Da Vent a Obergurgl, da Ötz a Längefeld, è una sequenza di paesini che hanno mantenuto le loro caratteristiche, con molte case da vedere, e con le tradizioni legate all’agricoltura di montagna.
Ghiacci e neve per lo sci

C’è una Strada dei Ghiacciai (Gletcherstrasse) panoramica, che sale alla base dei due ghiacciai (c’è anche un tunnel, il più alto d’Europa). Da qui, si sale con la cabinovia allo Schwarze Schneid (3340 metri) o al Tiefenbachkogl (3249 metri) dove ci sono piattaforme panoramiche che danno ancora una volta una magnifica vista sulle Alpi di Ötztal, di Stubai e sulle Dolomiti, fino alla Marmolada.
Che fare? Beh, si può pensare a tranquille discese con gli sci (se il ghiacciaio è aperto) ammirando di tanto in tanto gli allenamenti delle squadre agonistiche, oppure a più impegnative salite-escursioni, cercando poi la discesa sullo strato di neve morbida che ricopre il ghiacciaio. Oppure a un fototour del ghiacciaio, camminando e calandosi in cordata nei crepacci, per ammirare le forme delle pieghe e delle muraglie grigio-azzurre.

Ma chi vuole un contatto meno diretto, deve salire anche a Hochgurgl, fino al Top Mountain Star, un ristorante circolare e panoramico, ai 3082 metri del Wurmkogl.
Si pranza o si prende l’aperitivo circondati da montagne, a 360 gradi, ancora una volta fino alla Marmolada.
Da Sölden si deve provare la funivia verso il Gaislachkogel, o quella per Hochsölden-Rotkogl per i magnifici panorami che sanno offrire, per i sentieri (a piedi, in mountain bike) per una escursione a Gampealm, alpe dove diversi scultori lavorano ed espongono all’aperto.
Vent è proprio sotto la Wildspitze (3774 metri, la più alta del Tirolo). È un classico paesino di montagna, dove si respira l’atmosfera di un tempo, con la sua seggiovia e i suoi sentieri. Il curato di questo paese, Franz Senn, è stato il fondatore nel 1896 del Club Alpino austro-tedesco.
Fiumi impetuosi e laghetti accoglienti

L’acqua che scorre offre bei panorami. A partire da quella spettacolare cascata, la Stuibenfall, che si getta dal balcone di Niederthai verso la valle, per centocinquantanove metri, la più alta del Tirolo. Ci sono sentieri spettacolari che la costeggiano e che la sovrastano. La piccola valle laterale di Niederthai è un piccolo incanto, con il paesino e i suoi prati e sentieri.
Anche il lago, il Piburger See, sopra Ötz, tra i più caldi del Tirolo, offre scorci romantici, la possibilità di nuotare e di andare in barca a remi.
Ma c’è un contatto con l’acqua molto più diretto. La valle è percorsa dall’Ötztaler Ache, che a sua volta raccoglie i torrenti laterali. E poi c’è l’Inn. Percorsi d’acqua che offrono possibilità di confrontarsi con difficoltà diverse: una corrente facile facile, le rapide di vario grado, le gole, le forre, gli scivoli di un torrentello.
Canoa, kayak, rafting e canyoning; basta sapersi mettere in discussione. Il canyoning, in particolare, merita di essere raccontato.
Discese sull’acqua: emozioni uniche
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La vestizione è un modo per esorcizzare la paura. Si prendono le mute, gli stivaletti, i giubbotti salvagente, l’imbragatura e l’elmetto, ritirandoli dal magazzino e dalle veloci mani dei ragazzi del Rafting Center Bruno Pezzey di Silz.
Poi, ci si veste tutti insieme, notando come i corpi ingabbiati in quelle elastiche armature tendano ad annullare le differenze di forma. Si sale sul furgone e ci si avvia verso la montagna e una “ferita” umida nella roccia che si chiama torrente.
Lì è il luogo. Il canyoning è l’imitazione dell’acqua, del suo cammino a valle, determinato dalla gravità e dalla materia: si affrontano le stesse rocce, gli stessi salti, gli stessi ristagni. Si vuole cioè sfidare l’organizzazione “naturale” della natura, come faceva Leonardo con la sua “macchina volante”. Forse non tutti i partecipanti all’impresa ne sono coscienti, ma il sentimento prevalente è la paura controllata, quella leggera diffidenza verso le proprie capacità che ha come contraltare una fiducia illimitata nell’aiuto e nella preparazione degli accompagnatori-istruttori.

L’istruttore mostra come si fa, corpo supino, braccia piegate a proteggere viso e cuore, gambe che si devono piegare all’impatto con l’acqua nella pozza sottostante.
È tutto. Il “camino” di roccia dove l’acqua scorre veloce è lì, come il “tubo” in plastica nei parchi acquatici che si chiamano “acquasplash”. Non si ha il tempo per pensare e l’acqua come un tappeto magico ti ha già fatto volare in basso, facendoti poi scontrare con la “dura” superficie verde della pozza. È un attimo di ubriacatura, freddo e pressione ti spingono verso l’alto e l’euforia per il battesimo riuscito (in questo caso il termine ha maggiore aderenza con la realtà) ti fa nuotare rapidamente verso riva. Per poi osservare stupito i “missili” umani che ripetono dopo di te il tuo stesso gesto. Si continua nel buio relativo del canyon, scendendo i punti più difficili in cordata (spalle al vuoto, piedi che cercano di volta in volta l’appiglio) e gli altri a tuffo (con le modalità prima descritte) o a nuoto.
Intorno, una natura integra
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L’acqua è tutto. È il colore, il verde delle pozze, il verde dei muschi, delle felci, delle piante continuamente nebulizzate, il nero delle rocce bagnate; è il sapore che ti entra nel palato, è l’odore che avvolge le narici. Un universo umido, rassicurante come un grembo, evocativo come una poesia (“…chiare, fresche, dolci acque…”) sferzante come il freddo e la paura.
Si arriva alla fine, dopo tre-quattro ore, stremati, ma con quella intima contentezza che solo quando ti metti alla prova puoi avere.
In confronto, gli altri sport che vengono definiti di “whitewater” (“eau vive”, in francese) sono molto più tranquilli. In fondo, si tratta di imbarcazioni. Come il rafting, scendendo con il gommone nelle rapide dell’Ötztaler Ache, da Sölden a Sautens, o dell’Inn, da Einsatzpunkt a Silz (per chi vuole osservare i rafter c’è il ponte di Ötz nel primo percorso e quello di Imster Schlucht per il secondo).
O la canoa, il kayak, l’hydrospeed (si nuota guidando una tavoletta) sull’Inn, trovando una via tra quelle acque grigie che rimbalzano su un letto di sassi.
Anche se le acque tumultuose del Rofener Ache e del Venter Ache promettono avventura (grado di difficoltà 5). Per chi vuole fare slalom, a Ötz c’è un tracciato professionale di allenamento e di gara per una lunghezza complessiva di cinquecento metri, con quarantadue porte.
Alla fine, il benessere delle terme

A fine giornata (o un giorno successivo) bisogna continuare il confronto con le acque. Nella forma tranquilla, riposante di un centro spa-wellnes. La valle ne propone parecchi. Tra tutti, vale la pena parlare dell’hotel Central di Sölden per tuffarsi nel Venedig Welt, una ricostruzione degli ambienti veneziani, con tanto di gondola vera, o della Freizeit Arena, sempre a Sölden.
Ma è a Längefeld, all’Aquadome, che si trova tutto ciò di cui si ha bisogno.
È un centro termale ben inserito tra le montagne, pietra e vetro e soluzioni architettoniche interessanti. Magnifiche, in particolare, le piscine all’aperto, a più piani, con calore e densità dell’acqua diversi, con musica e luci. Il tutto sotto le montagne che incombono e gli abeti che spergono l’odore della loro resina.
Notizie utili
Turismo Ötztal
Sölden, www.soelden.com; www.oetztal.com
SpaHotel Central, Sölden, www.central-soelden.at, 5 stelle, camere eleganti in stile tirolese, suite particolari, spa asiatica e spa con Venezia ricostruita, cucina gourmet di Gottfried Prantl.
Aquadome, Längefeld, www.aqua-dome.at
Centro Rafting Bruno Pezzey, Simmeringstrasse 10, Silz,
www.outdoor-pezzey.com
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