Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

“LetterAltura”, scrittori ed esperti spiegano la Montagna

I festival letterari, come quello dell’Alto Verbano, mettono in contatto il pubblico con chi scrive le “storie” legate alla natura. Con l’apprendimento, la discussione, le testimonianze degli esperti, si impara a salvaguardare l’ambiente e gli animali

Codelago parco Devero Veglia (Foto Giancarlo Martini)
Codelago parco Devero Veglia (Foto Giancarlo Martini)

Montagne. Inaccessibili. Misteriose. Cime svettanti che fanno da ponte con il divino.
Custodi di segreti ancora inviolati sotto il manto di ghiaccio di cui si fanno belle. Ostacoli naturali vinti nei secoli, confini che non dividono solamente.
Prendiamo la nostra catena montuosa più importante: le Alpi. Tutti sanno che rappresenta il limite naturale che la divide dall’Europa del nord.
Invece, secondo Franco Buffoni, anglista e scrittore “…tutte le Alpi sono un territorio d’incontro, di scambio e di rimescolamento”. Constatazione di uno che è stato concepito a mille e seicento metri d’altitudine, all’Alpe Devero e che da bambino immaginava “…di essere un’ipotenusa tra la cima del Rosa e il fondo del lago, con sotto la pancia tutta la pianura” e che alle nostre montagne ha dedicato un libello di ricordi e impressioni: “Il profilo del Rosa”.
Terribili quando infuria una tempesta, le montagne diventano allettanti nelle giornate di sole, quando a giungere in cima sembra di toccare il cielo con un dito. Morbide, aride, ardue, acute, innevate. Sono infiniti gli aggettivi che si possono utilizzare per descriverle. Come infinite sono le storie che possono raccontare con la voce sommessa del silenzio; per chi sappia e voglia ascoltare.

Bonatti e la montagna; un grande amore

Walter Bonatti (Foto Marco Tosi)
Walter Bonatti (Foto Marco Tosi)

Quello per la montagna è come un primo amore che non finisce mai e che non tradisce mai. E qualcuno ce l’ha nel sangue, lo sente scorrere nelle vene fin da bambino; come Walter Bonatti che, ricorda: “…quando vivevo nella pianura padana, guardavo la linea azzurrina dei monti lontani sull’orizzonte. E sognavo. Per me quelle cime rappresentavano l’insormontabile e tuttavia erano di modesta altezza”.
La passione per l’avventura lo ha portato a scalare ben altri monti, a compiere imprese inimmaginabili per il ragazzino di allora. Ma non per questo gli è venuto meno il senso di profondo rispetto che tutti dovremmo assumere di fronte alla grandezza e alla unicità della natura in genere e delle montagne in particolare.
Questo perché la montagna non può più essere contemplata solo come un fenomeno spettacolare da scalare, da vivere, ma è diventata una priorità globale dell’umanità.

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Con le parole, viaggi fra le vette

Laghetto al Passo San Giacomo (Foto Giancarlo Martini)
Laghetto al Passo San Giacomo (Foto Giancarlo Martini)

In un momento in cui le grandi variazioni climatiche ci chiedono di modificare abitudini e stili di vita, questa consapevolezza si va diffondendo sia tra le istituzioni sia nella coscienza comune. Tant’è che mai come ora, si può attingere a piene mani a una produzione letteraria così ricca da arrivare ad interessare un pubblico sempre più vasto, attratto dalla spontaneità del rapporto con la natura, dal fascino delle grandi sfide, così come dall’unicità delle piccole avventure.
Molti i personaggi che secondo differenti prospettive si sono avvicinati al tema della montagna con amore ed entusiasmo. Personaggi che non è difficile incontrare durante il festival di “LetterAltura”, Festival della letteratura di montagna, viaggio e avventura, che ha avuto inizio a Verbania il 25 giugno, è arrivato a  Domodossola il 5 e 6 di luglio, approda in Valle Strona il 12 e il 13 dello stesso mese, per terminare nelle Valli Antigorio e Formazza il 19 e 20 luglio.
Scrittori, pensatori, economisti, filosofi, tutti innamorati della montagna, legati più o meno strettamente ad essa.

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