Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Liberamente svedesi

Un modo di vivere “diverso”. Un modo di affrontare gli impegni di lavoro, la cultura e gli svaghi con serenità e serietà. Qualcosa da “imitare”? L’attitudine tutta scandinava di saper coniugare l’impegno sociale con quello ambientale

Pausa caffè (Foto: Henrik Trygg/Image Bank Sweden)
Pausa caffè (Foto: Henrik Trygg/Image Bank Sweden)

Hanno quel modo di essere leggeri e aperti, flessibili e disinibiti che è invidiabile.
Efficienti ma non affrettati, dinamici ma non iperattivi, con una decisa propensione per il bello, le linee pulite, i materiali naturali, un gusto spiccato per un’equilibrata eleganza formale, chiari i colori e le idee (non c’è nulla di contorto in Svezia: quasi tutto fila liscio, e colpisce); piacevoli le città, il design democratico esportato nel mondo. 

Stili di vita svedesi

Campeggiare nella natura svedese (Foto: Mikael Svensson/Image Bank Sweden)
Campeggiare nella natura svedese (Foto: Mikael Svensson/Image Bank Sweden)

Sarà che noi veniamo da un paese cattolico, educati al senso di colpa, al concetto di punizione, all’espiazione. Sarà che gli svedesi sono, in fondo, semplici nel senso migliore del termine, fiduciosi in valori sani e positivi. I ministri senza scorta, i politici in bicicletta, non rinunciano alle proprie migliori abitudini.
Fatto sta che lo sbalzo di atmosfera già all’atterraggio nel paese scandinavo è grande: un popolo culturalmente libero, indipendente, dotato di un senso civico ferreo in uno stato che agevola la vita degli abitanti.
Rispettosi dell’“altro”, attentissimi all’ambiente che li circonda, all’alimentazione sostenibile, alla buona forma fisica, all’avanguardia nell’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia. Molto più liberi di noi anche di gestire il proprio tempo: lavorano accanitamente (come perlopiù ormai anche noi) ma possono utilizzare il tempo libero come meglio credono.
Compiere un’esperienza di lavoro in Svezia (o in un altro paese scandinavo) può essere gratificante e remunerativo per un neolaureato alla prima impresa di lavoro. Pazienza se il sole scarseggia, i rapporti sociali sono più diradati e la luce tende al ghiaccio. Meglio, forse, della frequente, spesso prolungata convivenza con la frustrazione (del progetto, dell’iniziativa) che si trova in Italia.

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Educare a essere liberi

Bambini (Foto: Annika Vannerus/Johner)
Bambini (Foto: Annika Vannerus/Johner)

La tutela dell’infanzia, in Svezia, è assoluta. Sacro il diritto dei bambini al gioco, per esempio. A eccezione delle normali incombenze quotidiane riguardanti la cura di sé stessi e delle proprie cose, finalizzate al raggiungimento progressivo dell’autonomia che i bambini imparano presto e della collaborazione alla vita domestica vissuta senza imposizioni, specchiata nei ruoli materno e paterno esattamente identici e portati avanti con scioltezza, ai piccoli si concede totale campo libero. A scuola il tempo è “pieno” solo nel senso che anche al pomeriggio si possono svolgere interessanti attività, del tutto differenziate da quelle didattiche della mattina anche nelle figure degli educatori che le conducono. Altro che tempo pieno all’italiana con promesse di attività sportive, creative, ludiche e realtà dove invece le ore didattiche vengono spalmate nell’arco delle otto ore scolastiche, le eccezioni affidate alla competenza e alla buona volontà del singolo (insegnante, dirigente).
La scuola svedese appare lieve. Le vacanze estive, è vero più corte di un mese rispetto alle nostre, sono libere: nessun compito a casa. Alle elementari, le maestre si fanno scrupolo a caricare troppo di compiti i bambini: quindici minuti nel fine settimana, mezz’ora è già considerata un furto del tempo dell’infanzia.

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