Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Miniguida dei 192 Paesi ONU: Salomone-Serbia

Continua la presentazione dei Paesi facenti parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite tra storia, geografia, turismo e gossip, 21ª puntata

Palafitta su una delle Isole Salomone
Palafitta su una delle Isole Salomone

Salomone –

Protettorato britannico dal 1893, dal 1978 indipendenti (ma mica tranquilli, due etnie provano reciproca antipatia e passano il tempo ad accopparsi). Isole e atolli nel sudovest del Pacifico (nella Melanesia – dal greco antico: isole abitate dalle gente con la pelle scura – a est della PNG (Papua Nuova Guinea) grandi quanto Piemonte e Valle d’Aosta ma un filino più calde (vedi avanti).
Turisticamente parlando, pertanto, come dicono a Napoli “non è cosa”.
Capitale Honiara (56.000 abitanti, un decimo della popolazione) sull’isola Guadalcanal, storico non meno che mitico nome evocante una tragica battaglia (tre mesi, a fine 1942)  tra Japs e Marines nella WWII (World War Two) da cui un film visto non meno di ventotto volte dallo scrivente (Guadalcanal e la battaglia di Midway diedero il “la” alla riscossa di John Wayne & C, che sculacciate ai musi gialli!). Tornando all’orribile clima “salomonico”, nel senso di impossibile caldo equatoriale, umido e piovoso, si pensi che dei settemila morti Americani (quasi trentamila i sudditi di Hiro Hito) la stragrande maggioranza non tornò a casa in una bara perché vittima dei Giapponesi, bensì perché colpita da malaria o dissenteria.

Samoa – Nel Pacifico centro-meridionale, quelle indipendenti, un tempo dette occidentali (le orientali sono Usa) per la precisione le isole Savaii e Upolu, monarchia, capitale Apia, 2.831 chilometri quadrati, meno di duecentomila abitanti. Ulteriore aiuto al lettore, Upolu fu così cara a Stevenson (lo scrittore, quello del Dottor Jekyll e dell’Isola del Tesro, per i nativi “Tusitala”, ‘colui che racconta storie’, ma nel senso buono della parola) che decise di morirvi (e scelse pure il luogo in cui erigere la tomba, la sommità di una collina raggiunta dai non numerosi ma appagati turisti, soprattutto Yankees, in devoto pellegrinaggio. Sport più praticato, il rugby: i polinesiani di Samoa sono infatti “bestìùn” non meno grossi di quelli di Tonga, possiedono fette dal n° 46 e se “spingono”, valli a fermare prima della mèta.

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San Marino
San Marino

San Marino – Il più vecchio Stato indipendente del mondo, meno abitanti di Belluno. L’unico lembo d’Italia non rivendicato dalle LL. MM. Vittorio Emanuele IV ed Emanuele Filiberto (per gli amici, quindi anche per Briatore, “Fili”).
Turismo: come Francesca (da Rimini, nel senso che il 97,2% dei visitatori proviene dalla Riviera Romagnola). Curiosità: i romagnoli dicono che i Sammarinesi sono “cattivi”; i Sammarinesi dicono che i romagnoli sono “cattivi”. Altra curiosità: alla fine degli anni Cunquanta del secolo scorso San Marino aprì un casinò, l’Italia non era d’accordo, minacciò financo una guerra (e dire che ne aveva appena finita una, con risultati tragici, pochi anni prima) dopodiché circondò d’assedio San Marino.
E l’Italia trionfò, viva l’Italia!

Sao Tomè e Principe – L’unico interessato (almeno in Italia) a questo arcipelago sull’Atlantico nell’equatoriale Golfo di Guinea (1.001 chilometri quadri) fu, tempo fa, il direttore di una rivista di turismo che a lungo tampinò i redattori (che a loro volta tampinarono lo scrivente chiedendo lumi) affinché – appunto su Sao Tomè e Principe – scrivessero un articolo non escludente un grande futuro come destinazione turistica. Dopo lunghe ricerche (dei redattori della rivista e dell’in-puttato che scrive) il sullodato direttore fu finalmente messo con il cuore in pace mercè l’assicurazione (dietro garanzie di portoghesi che v’erano stati o comunque la sapevano lunga – Sao Tomè fu infatti colonia lusitana fino al 1975-) che colà di turismo non era proprio il caso di parlarne né ora (salvo i soliti tre o quattro viaggiatori olandesi, che si trovano ovunque, oltre a tre o quattro hippies da strapazzo) né in futuro (vi vigono oltretutto i soliti casini politici tipici delle ex colonie portoghesi).

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Spiaggia senegalese
Spiaggia senegalese

Senegal – Uno dei (pochi) Stati “seri” (sviluppo, tradizioni, genti) delle ex colonie francesi dell’Africa occidentale, ben affacciato sull’Atlantico (punto di partenza di non si sa quanti schiavi) quasi duecentomila chilometri quadrati per più di dieci  milioni di abitanti. Il primo presidente, Leopold Senghor (poeta della “Negritudine”) fu persona assai civile e colta. Dakar, la capitale, è visitabile, alcune spiagge non sono male. Campano soprattutto di arachidi (un tempo tante) e di pesca.

Serbia – Di cattivo, in Serbia, oltre a Karadzic (in attesa di giudizio) e a Mladic (ed eccezion fatta per l’interista Stankovic) ci sono pure (con tutto il rispetto per le altrui gastronomie, d’altronde mica colpa loro se sono passati di lì i turchi) i Cevapcici (carne tritata) e i Raznici (spiedini). Scherzi (e humour) a parte, i Serbi li conosciamo tutti (abbastanza) bene (focosi e istero-nazionalisti; di casini, nella Storia, ne hanno indubbiamente creati, vedi Gavrilo Princip che a Sarajevo sparò all’arciduca austriaco Francesco Ferdinando il primo colpo della Prima guerra Mondiale).
Turismo? Mica tanto. Belgrado non è male ma il non esserci andato non costituisce una malattia da mettersi a letto. Ci sarebbero i (magnifici) monasteri ortodossi (alcuni nel Kossovo) ma è meglio dire “c’erano”, perché i Serbi oltre a far guerra a Croati, Bosniaci & C. l’hanno voluta fare (pure) alla Nato, e giù bombe. Attualmente la Serbia sta un po’ meno antipatica a chi ama il Tennis: “Nole” Djovakovic è proprio bravo e la Ana Ivanovic oltre che bravina è pure bella (pare la Sissi). Ma, ahinoi, le palle da tennis contano meno delle palle di cannone.    
(Puntata numero 21, segue)

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