Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Valentina, un fumetto da Triennale

Milano ricorda il personaggio delle strisce di Guido Crepax in una grande mostra multimediale alla Bovisa. La fondazione Mazzotta presenta il mondo fantastico e surreale di Piero Boni

© Guido Crepax
© Guido Crepax

Bisogna arrivare in Bovisa, alla periferia di Milano, per rivedere Valentina di Guido Crepax, uno dei fumetti più amati delle strisce italiane. A cinque anni dalla scomparsa del disegnatore milanese, la sede della Triennale in via Lambruschini ripropone il suo lavoro in un’ampia rassegna di tavole originali e  testimonianze. Valentina, l’eroina nata dalla penna di Crepax nel ’65 per poi seguirlo fino agli anni Novanta, torna in una sequenza di nove stanze allestite in piena sintonia con il personaggio: moderno, trasgressivo, sensuale, ma anche carico di misteri e inquietudini. L’allestimento restituisce l’immagine di Valentina nelle gigantografie dei fumetti, nella musica e nelle voci che fanno da sfondo alle sue storie, nei film che hanno raccontato le sue vicende e in quelli che Crepax ha citato, dalla fantascienza all’horror.
Mostra particolare in un posto singolare, la Triennale di Bovisa, ancora oggi “cattedrale nel deserto”, in un’area che attende di essere riqualificata in toto, l’omaggio a Valentina è curato da Caterina Crepax, figlia del disegnatore, Massimo Gallerani e Gigi Saccomandi.  

Sensuale e dinamica

© Guido Crepax
© Guido Crepax

Il viaggio nel mondo di Valentina passa dal carteggio tra Crepax e l’attrice Louise Brooks, che diede il volto al fumetto, continua con la ricostruzione del set fotografico in cui l’eroina lavora, prosegue con le strisce di alcuni degli episodi più noti. Di grande qualità grafica ed espressiva, il fumetto di Valentina è uno dei primi con una protagonista femminile: una donna emancipata, che lavora, ha un compagno ma non è sposata, è dinamica ma non priva di malesseri. Nel disegnarla Crepax a volte mette in scena il rapporto tra realtà e finzione: dà al fumetto una data di nascita, di modo che Valentina invecchi con lui, fa in modo che il personaggio parli del proprio contesto. “Qui non c’è proprio niente…forse non c’è più inchiostro”, osserva Valentina in una tavola vuota, mentre in un’altra occasione dice a chiare lettere che morirà insieme al suo autore.
Di intrattenimento ma non solo, Valentina è presentata insieme agli altri lavori di Guido Crepax, dalle trasposizioni in strisce di classici come “Dottor Jekyll e mister Hyde”, “Histoire d’O”, ai primi disegni realizzati per la rivista Linus. La mostra ricostruisce lo studio del disegnatore e presenta, nelle ultime sale, la sua seconda grande passione: le battaglie storiche, che amava riprodurre ridisegnando tavole e soldatini in divisa.

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Piero Boni alla fondazione Mazzotta

Piero Boni Pianeta Artù. Piccolo vulcano spirituale con villaggio interno e cielo intelligente che vuol sembrare astratto. A fianco residuo di vulcano spento
Piero Boni Pianeta Artù. Piccolo vulcano spirituale con villaggio interno e cielo intelligente che vuol sembrare astratto. A fianco residuo di vulcano spento

Il visitatore che ami il confronto con il surreale e che, dopo la passeggiata in Bovisa, voglia tornare in centro, potrà passare alla fondazione Mazzotta in foro Bonaparte per la personale di Piero Boni. Sessanta dipinti, realizzati dalla metà degli anni Ottanta ad oggi, portano il pubblico nelle atmosfere eteree di due pianeti immaginari, Artù e Giò. Le opere di Piero Boni, classe 1936, votatosi alla pittura dal 1984 dopo gli studi giovanili e l’esercizio della professione di notaio, sono in bilico tra rappresentazione e evocazione: dense di citazioni, giocano su colori tenui, forme stilizzate, paesaggi onirici e surreali. “Il punto fondamentale è l’intenzione di fondere pittura astratta e figurativa”, affermava Boni nel 2006. “In effetti, tracce di somiglianza col mondo cosiddetto reale si riscontrano in ogni opera”, afferma oggi, “la loro presenza è costante in quanto garantisce un livello di riconoscibilità immediata, che viene modificato da situazioni inattese, influenze spirituali che avvolgono il clima rarefatto di ogni visione”. “Il mondo che non è qui”, come recita il titolo della mostra, appare appena velato da ombre e inquietudini, ma resta in una sostanziale armonia.

Guido Crepax. Valentina, la forma del tempo
Milano, Triennale Bovisa
Fino al 1 febbraio 2009
Orario: da martedì a domenica 11-23
Per informazioni: tel 02 774341

Piero Boni. Un mondo che non è qui
Milano, fondazione Antonio Mazzotta
Sino al 2 novembre
Orario: da martedì a domenica 10-19.30
Per informazioni: tel 02 878197

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