Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Novara, città con due anime

Fra Piemonte e Lombardia: lo stesso fiume, le stesse nebbie, l’identico dialetto. Riscopriamola, passeggiando sotto i portici, dominati dal cupolone di San Gaudenzio, lungo i baluardi congestionati dal traffico, nelle piazzette raccolte del centro storico

Sui vecchi campi, nuovi cementi

Piazza Cavour
Piazza Cavour

Certo, con gli anni, Novara ha cambiato aspetto, si è ingrandita non poco. Interi quartieri hanno invaso i campi della periferia assieme ai nuovi raccordi ferroviari, a nuove strade, alle avveniristiche e per certi aspetti inquietanti tangenziali che sfidano il cielo a scavalcare scampoli di risaie superstiti, a ridosso del capoluogo. Tutto ciò ha modificato il panorama raccolto che un tempo si intuiva dall’alto: una semplice macchia scura (il centro abitato) nel bel mezzo di un mare di verde.
Ma il carattere riservato e raccolto dei novaresi ha fatto di tutto per mantenere – nella realtà quando possibile, nella memoria quando la realtà veniva stravolta – l’incanto delle vecchie case, delle vecchie contrade.

Un centro storico ancora “paese”

La Cupola di San Gaudenzio
La Cupola di San Gaudenzio

La Novara più caratteristica, ancora ai nostri giorni, è quella dei portici e delle colonne. I vecchi portici della ex piazzetta delle Erbe, nome comune questo a molte piazze di città padane, perché sede del mercato all’aperto della frutta e della verdura. Da quando le auto non l’invadono più, l’ex piazzetta delle Erbe è un vero salotto raccolto nel cuore di Novara e dei novaresi. Da Piazza delle Erbe a Via Ravizza, corrono i vecchi portici dei Mercati d’una volta che continuano sotto il Palazzo del Mercato e, dal lato opposto, con quelli del Duomo dalle altissime colonne.
Spazi che la gente “vive” con intensità e partecipazione; per il passeggio, per gli acquisti, per le proverbiali quattro chiacchiere, rito serale e serioso (pettegolezzi e “fatti” cittadini) comune a tutte le città di provincia. Le colonne, emblema di Novara, si incontrano ancora nel Palazzo Bossi e presso la Cupola di San Gaudenzio, gloria cittadina e capolavoro antonelliano.

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Allee alberate, viali alla “francese”

Rievocazione storica della Battaglia dell'Ariotta del 1513
Rievocazione storica della Battaglia dell’Ariotta del 1513

Altro carattere distintivo di Novara, le “allee”, definite da Sandro Bermani (poeta e scrittore) il “terzo incanto” della città.
Costituiscono una vera e propria “corona” di verde attorno alla città vecchia. Viali che la cingono completamente, seguendo in gran parte gli antichi bastioni costruiti durante il periodo della dominazione spagnola. Queste “allee” presentano imponenti file di alberi d’alto fusto; olmi, platani e ippocastani, solleticano e nel contempo proteggono i tetti delle vecchie case affacciate sulle ormai superate circonvallazioni esterne. Scrive Bermani dei novaresi, suoi concittadini: “è gente modesta, un po’ abitudinaria, un po’ chiusa in sé stessa di fronte alle persone che non conosce,  ma pronta a dare il calore dell’amicizia nei confronti di chi ha potuto conoscere e stimare”.

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