Martedì 7 Maggio 2024 - Anno XXII

In moto, sui monti della Prima Guerra Mondiale

Su e giù per le cime di una “storia” quasi centenaria. Quella che ha visto, tra l’Altopiano di Asiago, il Monte Grappa e il Montello, la strenua difesa italiana dagli assalti dei soldati austro-ungarici

Le malghe. Pascoli e antichi ripari per pastori

Percorso tra i pascoli
Percorso tra i pascoli

Proseguo lungo questo nastro d’asfalto, tra curve una volta dolci e una volta secche, dove incrocio diverse malghe, le cui comunità sono sempre pronte a far assaggiare i formaggi speciali di propria produzione. Impossibile non fermarsi dunque e portarsi a casa alcuni golosi ricordi. Escludendo ricotta e burro per problemi di conservazione, opto per i due formaggi tipici: il “morlacco” e il “bastardo” (entrambi ottenuti dalla lavorazione del latte prodotto dalle vacche di razza burlina: il primo è un formaggio tenero, il secondo più stagionato).
Improvvisamente la strada viene interrotta da un gruppo di mucche placidamente al pascolo. Intanto che aspetto che si allontanino, mi guardo attorno. È una giornata splendida, le rocce e i pascoli si mescolano armoniosamente, le nuvole sono bianche e soffici e il cielo azzurro: tutto mi sembra al posto giusto, ordinato e con un proprio senso logico.
Penso che mi piacerebbe abitare in queste zone, magari lavorando in una malga. Le mucche hanno sete e le accompagno con lo sguardo dirigersi alla pozza: la strada è libera e i miei pensieri riprendono la via verso la vetta del Grappa, che incomincia a delinearsi all’orizzonte. Lungo il percorso il sole e le nuvole si alternano in un gioco di luci e ombre, scaldando e rinfrescando il viaggio. L’aria mi accompagna piacevolmente, mai troppo calda o troppo fredda.

In vetta, nel cuore della Storia

L'ossario di Cima del Grappa
L’ossario di Cima del Grappa

Dopo un’ora dalla partenza sono al rifugio Bassano. Nuvole basse, tagliate da qualche raggio di sole, mi accolgono in piazzale Milano, a quota 1745 metri sul livello del mare.   
Lascio la moto nel parcheggio e salgo alla zona monumentale di Cima Grappa: salendo pochi gradini arrivo a quota 1.775 metri dove si trova il Sacrario Militare costruito tra il 1932 e il 1935. Nel versante sud, quello tenuto dall’esercito del Regno d’Italia, sono contenute le salme dei soldati italiani, 2.283 identificati e 10.332 ignoti. Nel versante nord-est, quello del fronte austriaco, riposano le salme di 10.295 soldati Austro-ungarici di cui 10.000  ignoti. All’inizio della “Via Eroica”, a nord, c’è il Portale Roma, sul quale è scolpito: “… Monte Grappa, tu sei la mia patria…”, il primo verso della famosa canzone del Monte Grappa.
Lasciato un ricordo agli indomiti soldati, scendo verso Feltre prendendo la Statale 141 “Cadorna”, dalla quale si possono ammirare la Val Brenta ed Enego, il versante orientale dell’Altopiano dei Sette Comuni. La strada continua su ampi paesaggi placidi e scende piana sotto il sole, tra dolci curve.

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Una piacevole sosta, tra curve e tornanti

Lo stabilimento della birra Pedavena
Lo stabilimento della birra Pedavena

Tra il 42° e il 45° tornante la strada si fa stretta mentre dal 50° in poi va in picchiata per un paio di chilometri, tra piccole curve e tornanti. Lungo la Strada Provinciale 27 arrivo a Campo, attraverso i comuni di Casere, Seren del Grappa per giungere a Feltre. Finora ho percorso cinquantasette  chilometri.
L’appetito si fa sentire. Viene spontaneo pensare ad una sosta allo stabilimento della Birreria Pedavena, storica birreria tornata italiana dopo l’acquisizione “salvezza” della friulana Castello dalla multinazionale olandese Heineken.
La splendida giornata mi invita ad accomodarmi su una delle tavolate allestite in giardino. Il pranzo è tipicamente locale: polenta, funghi e formaggio fuso in un letto di ragù e una Pedavena bionda, dal sapore intenso e dal gusto persistente ma molto leggera e beverina.
Al mio stesso tavolo si siede un signore dalla barba folta, dagli occhi scuri e dallo sguardo intenso. Viene da Mestre e ha portato il figlio ad ascoltare una lezione di storia sul campo: l’argomento, naturalmente, è la prima Guerra Mondiale. Storia anche familiare, perché su quel campo ha combattuto il bisnonno del bambino.

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