Ecco la nuova stazione centrale di Milano. A settantasette anni dalla sua inaugurazione, era profonda la necessità di una modernizzazione delle sue funzioni e di un restauro che valorizzasse il suo ruolo di grande “monumento” al servizio della mobilità dei cittadini. I lavori hanno interessato tutte le parti “civili”, non quelle “ferroviarie”.
Non, per intenderci, la piattaforma dei binari e le funzioni sotterranee che a questa attengono. Hanno invece riguardato tutto l’immenso edificio d’ingresso, con il portico, gli atri e le architetture che accompagnano i viaggiatori ai vari piani.
Ma la grande novità è il ventre della stazione, che da luogo inesistente o sostanzialmente inutilizzato, diventa oggi il supporto commerciale all’attività di transito e di trasporto. Sul fianco Est è stato inoltre restaurato il “Padiglione reale”, quell’elegante complesso di locali che venivano utilizzati da Vittorio Emanuele III. Un tempo, prima dello sviluppo dell’aviazione civile, anche i Vip utilizzavano il treno e il Re viaggiava su uno splendido convoglio costruito nelle Officine di Savigliano e donatogli da Mussolini. Esiste tuttora e oggi è il treno del Presidente della Repubblica.
All’insegna della “luce” e della “funzionalità”
Quello che cambierà radicalmente nell’uso della Stazione centrale di Milano saranno i percorsi d’ingresso. Il primo, il più naturale, è nuovo di zecca ma lo aveva già previsto Ulisse Stacchini nel suo progetto cominciato nel 1913: è il collegamento sotterraneo tra la metropolitana e la stazione. Stacchini lo aveva immaginato (modernità di un architetto!) ben prima che venisse realizzata la stessa metropolitana, che risale agli anni Sessanta. Ora si passerà direttamente da una ferrovia all’altra, transitando per quelli che fino a qualche anno fa erano gli spazi destinati ai servizi di un ormai anacronistico “centro diurno”. Negli stessi spazi sotterranei, dove sono collocate biglietterie e servizi commerciali, si accede anche da ampie scale mobili che scendono, simmetriche, dai due grandi portici della Galleria delle carrozze, che ora diventerà pedonale e sarà riservata ad attività che possano qualificare l’immagine della stazione. Mentre dal lato Ovest (quello verso piazza 4 Novembre) il sottosuolo è stato semplicemente trasformato, riutilizzando quello che in precedenza era un garage con annessa officina meccanica, dal lato Est lo spazio è stato scavato ex novo, perché in precedenza non esisteva, era un semplice terrapieno. I due accessi dalla Galleria delle carrozze sono simmetrici, hanno un’imboccatura ovale, piuttosto scenografica; sono curati nei materiali – un marmo chiaro e brillante, il “Perlato di Sicilia”, abbinato a cristallo e acciaio – che continuano poi nel sottosuolo, dando un aspetto arioso, trasparente e di qualità.
Lo shopping del futuro? Alla “Centrale”, naturalmente!
Altra novità è una grande galleria commerciale, a piano terra, che collega l’ingresso Est all’ingresso Ovest, esattamente sotto la Galleria di testa. Qui, più che altrove, lo spazio assomiglierà a quello di un grande “shopping center”, sempre aperto e sempre affollato, nel quale le funzioni di prima necessità si alterneranno con proposte di livello elevato: nulla a che vedere con l’antica cultura commercial-ferroviaria.
Questo è un autentico servizio alla città che potrà contare, in una zona centrale, su una concentrazione molto attraente di negozi. Alla galleria si accederà anche dall’atrio centrale, che sarà liberato dalle vecchie biglietterie e da varchi creati nelle due grandi scalinate Est e Ovest. Sia il sotterraneo, sia il piano terra, saranno in collegamento automatico (più che scale mobili, si tratta di tappeti mobili, più funzionali per chi deve maneggiare dei bagagli) con il livello dei treni, la cosiddetta Galleria di testa.