Compie 202 anni il Carnevale di Ivrea, la cittadina piemontese celebre per la battaglia delle arance. La lotta a colpi di agrumi rappresenta in realtà solo uno dei momenti caratteristici della festa. Sì perché il Carnevale si svolge seguendo una trama precisa che rievoca episodi legati alla storia medievale della città. Più precisamente la tradizione si fa risalire alla fine del XII secolo quando Federico Barbarossa insediò Raineri di Biandrate come signore della città inaugurando un lungo e triste periodo di soprusi e ingiustizie. Nel 1194 il popolo insorse distruggendo il Castello di San Maurizio, roccaforte dell’oppressore. Stesso destino toccò al marchese Guglielmo di Monferrato, spodestato nel 1266. Le due figure assursero a simbolo della tirannia nell’immaginario popolare, che male digeriva soprattutto lo jus primae noctis, il diritto esercitato dal tiranno di passare la prima notte di nozze con le giovani vergini di Ivrea.
La battaglia dei fagioli e delle arance
Fu la figlia di un mugnaio, Violetta, a spezzare la catena decapitando il signore e infondendo coraggio nel popolo che insorse a sua volta distruggendo il Castello. La Battaglia delle arance simboleggia questo momento con gli aranceri a piedi nelle vesti degli insorti e quelli sui carri che ricordano le guardie del signore. Il getto delle arance in realtà è una conquista recente, risale alla metà dell’ottocento. Dall’età medievale, a essere lanciati erano i fagioli. Due volte all’anno, infatti, il feudatario usava donare alle famiglie povere una pignatta di legumi che erano gettati per le strade come forma di disprezzo. Dai fagioli si passò alle arance quando le ragazze, per essere notate, iniziarono a lanciarle dai loro balconi ai giovanotti della città. Il gesto di omaggio si trasformò presto in duello fino a trasformarsi nel secondo dopoguerra nella Battaglia celebrata anche oggi. Al getto possono partecipare tutti iscrivendosi a una delle nove squadre a piedi o diventando equipaggio a bordo di un carro. Chi vuole essere spettatore della battaglia si ricordi, invece, di indossare il Berretto Frigio, condizione indispensabile per non essere fatti oggetto del lancio!
Pifferi e tamburi accompagnano il Generale
I rioni della città hanno festeggiato a lungo il Carnevale separatamente con feste rionali spesso molto violente, che furono riunificate in una sola manifestazione nel 1808 dal governo napoleonico che reggeva Ivrea. La guida fu affidata a un gruppo di cittadini eporediesi (gli abitanti di Ivrea) che avevano l’obbligo di indossare la divisa dell’esercito napoleonico per avvicinare la cittadinanza al governo. Così fu istituita la figura del Generale affiancato da Aiutanti di Campo e Ufficiali di Stato Maggiore. Ogni anno il nuovo Generale viene investito ufficialmente con sciabola e feluca e accompagnato per le vie del centro storico dalla tradizionale sfilata dei “Pifferi e tamburi”. Lo scorso 6 gennaio, sotto un’abbondante nevicata, si è presentato alla città il Generale debuttante, Gianluca Actis Perino, designato a comandare lo Stato Maggiore della nuova edizione del Carnevale.