Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Danzica, la “storia” in un nome

Già nota ai tempi dei Romani, poi famoso porto della Lega Anseatica, quindi in perenne disputa fra tedeschi e polacchi. “Libera città” in epoca napoleonica e, nello scorso secolo, pretesto per l’invasione nazista e l’inizio dell’ultima Guerra Mondiale

Il medioevo

Una bottega di antiquariato
Una bottega di antiquariato

Nel corso della sua storia, il vero splendore Danzica lo raggiunge nel 1300, quando sottomessa all’Ordine dei Cavalieri Teutonici, diventa uno dei principali centri mercantili del Baltico, restando a lungo oggetto di contesa tra il popolo tedesco e quello polacco. Il Medioevo e il Cinquecento sono infatti i periodi storici che più hanno lasciato impresso il loro stampo sulla città; uno dei luoghi in Europa dove più facile è lasciarsi vincere dal fascino di un’epoca misteriosa ed epica, di cui Danzica raccoglie appieno l’eredità e ne fa dono generoso a chi la visita, specie nelle vie centrali della cosiddetta Città Principale (Glowne Miasto). La visita classica, ma fondamentale, di Danzica, parte dunque dalla Porta Superiore, l’ingresso alla Strada Reale (più lunga rispetto a quelle di Cracovia e Varsavia) che si snoda attraverso il compatto cuore cittadino, alla scoperta dei molti segreti. Una volta valicate le mura, sotto gli occhi fissi dei leoni araldici che simboleggiano Danzica, è difficile tornare indietro. Dopo un rapido sguardo alla Casa delle Torture e alla Torre della Prigione, la Porta d’Oro ci riconduce ai tempi in cui la città era luogo di passaggio di re e corti, che da qui facevano il loro ingresso nella Strada Reale. Le statue che ornano la porta simboleggiano le virtù, valori fondanti della città: pace, libertà, prosperità, fama, concordia, giustizia, pietà e ragione; quasi un monito alle ricche e antiche famiglie che abitavano in origine Danzica e che su tali valori basavano la propria nobiltà.

Nel cuore (di tenebra) della città

I colorati palazzi del centro città
I colorati palazzi del centro città

La vicenda di Danzica inizia poco prima dell’XI secolo, come una piccola città di pescatori che nel corso di trecento anni cresce progressivamente, fino a diventare un significativo porto della regione. La straordinaria abilità di questa città è stata quella di essere riuscita a mantenere nel corso dei secoli le proprie origini marinaresche, sviluppandole in maniera armonica, attenta all’ambiente e all’architettura. Esempio. Problema pernottamento. Se vi sentite turisti e ben riforniti di “zloty” (la moneta locale) il centro città riserva per voi delle eleganti camere in splendidi edifici monumentali, in prossimità del Palazzo della Musica o della Filarmonica Baltica Polacca. Se il vostro mestiere è invece quello di “viaggiatore” (talvolta squattrinato) il consiglio appropriato è un letto in camerata al Baltic Hostel. Appena alle spalle della stazione di Gdansk Glowny, questo hotel si perde in un complesso di antiche abitazioni dall’aspetto vagamente sinistro, in un coacervo di vie abitate da personaggi surreali, degni della fantasia di un Bjorn Larsson o Louis Stevenson.

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… a quella delle ceneri

Danzica, la "storia" in un nome

Il mito diventa illusione, cui la città non vuole rinunciare anche di fronte alla sua più grande crisi. Quella che pare ai nostri occhi una passeggiata tra una delle meglio conservate città storiche del nord Europa, nasconde un tragico segreto. La scelta da parte della maggioranza tedesca della città di stare a fianco della Germania durante la Seconda Guerra Mondiale ne fa il luogo d’inizio del conflitto, quel 1° settembre 1939, quando i nazisti sparano le prime bordate di cannone contro la base militare polacca di Westerplatte. Prende così sostanza l’incubo per il mondo intero e per Danzica, trasformata in una fucina infernale per la costruzione di navi da guerra tedesche. L’arrivo delle truppe russe nel Quarantacinque interrompe il giogo nazista, ma a quale prezzo! La città viene rasa al suolo, con tutti i suoi monumenti, la sua storia, il suo oro. Alla fine, rimangono soltanto cumuli di macerie.

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