I Pirenei a nord, la pianura dell’Ebro a sud
Profondamente diversi risultano i paesaggi a nord e a sud dei Caminos, come non possono che esserlo due terre contrassegnate l’una dai monti, i Pirenei a nord, l’altra, a sud dalla pianura dell’Ebro. Nella parte settentrionale si parla prevalentemente il basco, l’impossibile lingua “euskera” per cui Navarra diventa Nafarroa, Pamplona passa a chiamarsi Iruña, e Osasuna, nome della squadra di calcio, significa “Salute”. Dominato dai Pirenei, il territorio si propone a chi viaggia alla ricerca del verde, della natura, della quiete, di un relax qui favorito da dolci panorami, non aspri, tipici di questa catena separante Francia e Spagna. In estate, le finestre delle solide case navarre dispensano trionfi di fiori e colori, su tutti il rosso e il verde del geranio.
Navarra e Pamplona-Iruña: “promosse” da Hemingway
Tra la Ribera e Pamplona, tante le cose da vedere. A Olite il Palazzo dei re di Navarra in gotico francese (un castello che sembra disneyworld e invece è vero) divenuto Parador, propone notti da re. Poco distante il Cerco de Artajona invita a fotografare torrioni e merli di età medioevale. Guidando verso Sanguesa, all’orizzonte si staglia la rocca di Ujuè ospitante la chiesa fortezza di Santa Maria (ai suoi piedi i ristoranti propongono le “migas de pastor” (mollica del contadino); a farle digerire ci pensa il “Pacharàn”, deciso liquore di “endrina” (prugnola) insaporito all’anice, un drink a fine pasto che più navarro non si può). Più a sud, da non perdere, il monastero cistercense de la Oliva a Carcastillo. Descrivere Pamplona e la Fiesta, gli Encierros e le “tardes” nella Plazas de Toros, la bolgia del “Chupinazo” a mezzodì del 6 luglio annunciante i Sanfermines e la Plaza del Castillo con i Gigantes y Cabezudos, la processione di San Fermìn il Siete de Julio e la città in un’orgia di bianco e rosso, è superfluo. Ci ha già pensato Hemingway, il più grande “public relations man” che la Navarra poteva aver la fortuna (meritata) di trovare. (19/03/09)
Baschi, buone forchette!
La Ribera, centro principale la “colta” Tudela (dal IX al XII secolo ospitò contestualmente arabi, ebrei e cristiani in totale armonia, bella la cattedrale, in precedenza moschea) mostra i tesori della ricca produzione ortofrutticola navarra. Celeberrimi gli “esparragos”, asparagi bianchi, si gusta la “menestra” (una sinfonia di ortaggi) greggi di “corderos” e “cabritos” (agnelli e capretti) calmano i forti appetiti di quei mangioni dei navarros (mai sazi). Ma tra il verde di frutteti e vigneti (i Vinos de Navarra, un altro fiore all’occhiello della regione) e l’oro delle messi, ecco spuntare il paesaggio desertico delle Bardenas Reales, Riserva della Biosfera, più di 42.000 ettari di panorami inquietanti percorribili in auto, bici e cavallo, in stretto contatto con una Natura evocante paesaggi lunari dominati dal cupo grigio di burroni e calanchi.