Dalla Colombia Amazzonica a un’isoletta dei Caraibi
Non senza attraversare l’Atlantico con il cappello d’alpino ornato dalla canonica penna nera (solo più tardi, si pensa per smarrimento o per consunzione dell’originale, si ritroverà obbligato a sostituirla con la piuma di un volatile amerindo) l’ex “Bocia” finisce a Kakaetà, poco a nord di Leticia, mini capoluogo nelle Amazzoni colombiane. Mentre trascorre sei anni (dai 28 ai 34) nella torrida foresta solcata da immensi corsi d’acqua, assistendo i nativi secondo contratto di assistenza previsto dal Governo italiano a favore delle terre sottosviluppate, Monsù Usseglio (che come narrato non è un ricco borghese dal doppio cognome, eppertanto il Guerra che segue, nel biglietto da visita, si riferisce all’uso spagnolo di apporre pure il cognome della madre) fa qualche giretto. E finisce in visita dalla parte opposta del Paese ospitante (il territorio delle Amazzoni ne è all’estremo sud) addirittura nel Caribe, a centinaia di chilometri di distanza dalle coste della Colombia, appunto a San Andrès.
Insegnamento, famiglia e “assistenza” turistica. Nella sua nuova Patria
Qui giunto un prelato propone a Remo di insegnare nella locale scuola dei Fratelli delle Scuole Cristiane, lui accetta e inizia una pluridecennale docenza (arti e mestieri) che – congiunta alla perseverante testa dura “piemuntèisa” e allo spirito di sacrificio da “Penna Nera” (vabbè, nessuno è perfetto e dopo cinquant’anni un copricapo può anche avere diritto di cambiare accessorio) – trasforma un precario posto di insegnamento in un signor istituto per i giovani di San Andrès (Remo non lo dice, mi sono informato io).
Nello spazio di tutti i suesposti anni, Remo trova pure il tempo per fare qualcosa di diverso dall’insegnare, eppertanto – oltre a laurearsi in Diritto all’università dei Gesuiti di Bogotà – mette su famiglia sposando Laura, “india” degli Ijaos della colombiana regione del Tolima (battezzata, precisa l’ex Alpino con piemontese cocciutaggine – da un “misionero” della Consolata) nonché professoressa di psicologìa e amministrazione. Il suesposto amore (roba da scrivere – invece del deamicisiano “Dagli Appennini alle Ande” – un meno drammatico “Dal Secondo Alpini ai Caraibi”) si concreta con le nascite di Paolo (oggi biologo marino, lavora nel Dubai e gira il mondo scegliendo che passaporto esibire, tra quello colombiano, italiano e canadese) e di Angela (dirigente della Camara de Comercio di Bogotà).
Quando Remo arrivò a San Andrès, mi conta, c’era elettricità soltanto per un’ora al giorno, la sera. Adesso luci a gogò illuminano turisti yankees e canadesi che si inciuccano negli (almeno per me tristi) All Inclusive Hotels dell’isola. Il tutto, grazie (anche) a un “pais” qui giunto – dopo la sudata “naja” nel glorioso “Secondo Alpini” – dal mai troppo amato Vej Piemont. (16/4/09)