“…Verrà qualcuno (io spero) a visitare il luogo dove sarò sepolto e dove nacqui; verrà qualcuno, perché la mia poesia, tenue e umile, ha pure una vena di profumo ora appena sensibile, che pur crescerà e si farà distinta nell’ombra della notte… All’ignoto ospite direte allora, o miei concittadini, che quella poesia che egli ama, dal profumo notturno, io la derivai dall’amore verso i miei poveri morti, dall’amore verso le mie povere sorelle, dall’amore verso il mio piccolo e ridente paese”
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Di persone, qui a San Mauro Pascoli (ad una manciata di chilometri da Cesenatico, nel cuore della Romagna) se n’è vista più di qualcuna. Undicimila presenze lo scorso anno. Appassionati e turisti sono passati sui luoghi di Giovanni Pascoli e hanno fatto visita alla sua casa natale appagando così il desiderio del poeta.
La casa museo di Giovanni Pascoli
L’abitazione, monumento nazionale dal 1924 e ora di proprietà dello Stato, è stata recentemente ristrutturata e arricchita, soprattutto in alcune stanze dedicate all’esposizione di mostre temporanee e fotografiche, sempre di interesse pascoliano, come quella su “Pascoli, un cognome attraverso i secoli” (fino a dicembre è visibile la mostra documentaria che ricostruisce la genealogia pascoliana, sin dal Cinquecento). Tra queste mura, il poeta trascorse i primi anni di vita, ma pur abitando a lungo altrove, ha mantenuto sempre un forte attaccamento verso il suo paese d’origine, così come si leggono nei suoi versi sentimenti di nostalgia e affetto verso la sua casa. “La casa era così pulita e così comoda; così pudica, con quelli alberi scuri davanti, che le facevano ombra e riparo; così tranquilla, con quella siepe di biancospino ben tosato e squadrato, che la cingeva d’ogni parte…” (da Limpido Rivo).
Nella “dolce casina” del poeta
Da anni questa piccola e sobria dimora, è meta di pellegrinaggio letterario. La struttura, quasi nascosta nel centro del paese, ha subito numerosi rimaneggiamenti, tranne la cucina, che è rimasta intatta com’era durante l’infanzia del piccolo Giovanni (era il quarto di dieci figli). Conserva l’antica travatura in legno del soffitto, il grande focolare domestico, oltre che utensili e mobili d’epoca. Ma ciascuna delle altre stanze svela curiosità e aneddoti. Come la camera da letto, dove vi è la vecchia culla del poeta, in legno di noce con intarsi, oltre ad una serie di lettere all’amico sammaurese Pietro Guidi (lo chiamava affettuosamente Pirozz) che documentano la volontà di riacquistare la sua “dolce casina“. Visibile anche il certificato di battesimo, del primo gennaio 1856, il giorno dopo la sua nascita (31 dicembre 1855). Aveva anche i nomi di Placido e Agostino e, cosa rara, vi è riportata la data di morte (a Bologna, il 6 aprile 1912); un’eccezione che si concede solo alle persone famose in vita. E poi, ancora, sul letto la coperta di pizzo bianco, fatta a mano dalla sorella Ida; lo studio che il Pascoli aveva a Bologna, quando, succeduto al Carducci, insegnava Letteratura Italiana all’Università.
Studiare e gustare l’Erba Luisa
E non mancano preziosi documenti d’epoca, come le prime edizioni delle sue opere che puntualmente inviava in omaggio al Comune di San Mauro, con affettuose dediche autografe. Solo qui, nel bookshop, si può acquistare “Il Luigino”, un liquore ricavato dall’erba luigia (Aloysia Tryphilla) o cedrina, che cresceva e tuttora cresce, con un profumo molto simile a quello di limone: “così graziosa…con quel rosaio e quel gelsomino su per il muro, con quella cedrina, che io chiamava allora erba Luisa, proprio accanto all’uscio di casa mia… (Limpido Rivo). Si dice che già la mamma di Pascoli, preparasse diversi litri di questo liquore, ma soprattutto è dimostrato che suo figlio fosse molto legato all’odore di quell’erba, perchè gli ricordava la sua terra e l’affetto a lui più caro: “Quello era l’odore di casa mia. Non si entrava in casa senza sentirlo e non si usciva. Quando eravamo lontani, in collegio, la nostra madre mandava o portava, ogni anno, ogni due, un mazzo di fiori, e nel mazzo di fiori non mancava mai la cedrina. Quello era l’odore della mamma. Ahimé che buon odore”.
San Mauro e il suo cantore
Alla fine di questo viaggio sentimentale nella dimora di una delle voci poetiche più singolari del Novecento, si ha come la sensazione che Pascoli sia ancora “vivo”, con lo sguardo severo a vegliare un po’ su tutti. Di certo viva è la sua grande eredità culturale e storica. Tanto che la comunità sanmaurese, per mantenere quel filo di memoria che la lega al suo concittadino più illustre, istituisce, ogni anno, un duplice bando di concorso nazionale, per la poesia edita in lingua e per la poesia dialettale. Legata alla memoria pascoliana è anche “La Torre”, a due chilometri dal paese, al centro di quelli che furono i possedimenti rurali di proprietà dei Torlonia, dove il Pascoli trascorse gli anni dell’adolescenza, fino alla morte del padre Ruggero che era l’amministratore della Tenuta, ucciso, in circostanze misteriose, il 10 agosto 1867.
Al passo con la “Cavallina Storna”
Fu questo il teatro che ispirò una delle più famose poesie: La Cavalla Storna, “nella Torre il silenzio era già alto. Sussurravano i pioppi del Rio Salto”. Si racconta che l’angolo in fondo a destra, della Sala degli Archi, era il posto riservato a questo fedele cavallo. Insieme a questi luoghi divenuti ormai simboli del paese, ce n’è un altro che lo caratterizza: i calzolai, che qui ci sono dal Cinquecento, con il loro “tonfar dei martelli sul cuoio”. Lo stesso Pascoli, quando nel 1897 preparava il suo ritorno a San Mauro, scrisse all’amico Pirózz, “di non farne parola in paese perché lui voleva arrivare da Santa Giustina di sorpresa e vedere tutti gli operai in tenuta da lavoro, specialmente i calzolai con quel tagliuzzato grembiule di pelle tinto di pece e di anilina”.
Dai ciabattini di un tempo ai calzaturieri delle Stars
Oggi di quei ciabattini ne sono rimasti pochi (il giovane Marco Ricci continua a fare le scarpe a mano più per passione che per lavoro e Guglielmo Boetto, ormai in pensione, si diverte a creare miniature dei più eleganti modelli, con tanti piccoli dettagli fashion) ma la tradizione è diventata un marchio.
È questa la zona del distretto calzaturiero, dove ci sono tra le più grandi aziende produttrici. È questo il regno di due grandi nel lusso: Cesare Casadei e Giuseppe Zanotti (del locale gruppo Vicini; veri artisti nel “vestire i piedi” delle più grandi star internazionali, da Demi Moore ad Angelina Jolie, da Madonna a Penélope Cruz. I loro modelli per donne glamour (zeppe, ballerine, un tripudio di colori e invenzioni) sembrano gioielli e opere d’ingegneria: ricercati, curati nello stile e con attenzione alla stabilità e ai punti di equilibrio, nati su idee, spesso prese in prestito durante i loro viaggi per il mondo.
Passo dopo passo sulle piste ciclabili
“Passo dopo passo” non solo nei luoghi pascoliani, ma anche lungo la rete degli itinerari cicloturistici che toccano “La Torre” e arrivano fino al mare (i percorsi, facili e accessibili per chiunque, si possono fare anche in bicicletta o mountain bike. Il tutto a contatto con la natura, quella stessa che il poeta amava e che viveva. Ed ecco che con la fantasia si ritorna al giovane Pascoli mentre scorrazzava felice per i vasti campi attorno, mentre si concedeva lunghe camminate per trovare spunti di riflessione, o mentre con gli amici consumava anche qualche monelleria.
Il Giardino della Poesia
Musica e poesia. In una parola, un festival. È il “Giardino della poesia”, dal 18 luglio al 9 agosto, una delle rassegne culturali più longeve della riviera – è giunta al tredicesimo anno – tra le prime a scommettere sul binomio musica-poesia. Promossa dal Comune di San Mauro e diretta da David Riondino, si svolgerà in due luoghi pascoliani d’eccezione: il giardino della casa natale del poeta (Casa Pascoli) e la Torre. Gli appuntamenti spazieranno dai monologhi d’autore, ai poeti, alla musica di qualità mantenendo intatto l’appuntamento con la Banda di San Mauro Pascoli.
Pascoli… sotto processo
Il 10 agosto si rivive l’appuntamento annuale con la storia legata al paese. Si celebra, infatti, un singolare processo ad uno dei personaggi della cultura italiana e quest’anno tocca proprio a Pascoli. Il “Processo a Pascoli” si terrà presso la Torre (dove il poeta visse molti anni da ragazzo, finchè suo padre non fu assassinato) a Villa Torlonia.
Per informazioni: www.comune.sanmauropascoli.fc.it
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