La recessione e la crisi non sono uguali per tutti. Gli alberghi italiani superano lo stress della recessione e perdono solo punti marginali di occupazione camere. Negli ultimi 12 mesi (periodo luglio 2008-giugno 2009) l’occupazione camere media degli alberghi nelle città italiane subisce una lieve flessione, dai 3 punti in meno di Verona ai 7 punti in meno di Milano e Roma. Questo significa che, nonostante la fortissima diminuzione del movimento congressuale che penalizza l’Europa, le città turistiche e commerciali italiane saranno le prime ad uscire dal tunnel. Secondo i dati e le analisi di Italian Hotel Monitor, elaborati mensilmente da Trademark Italia, che dal settembre 2000 studia il movimento alberghiero in 47 città italiane, dimostrano che la media dei prezzi e di occupazione camere negli ultimi 12 mesi flettono, ma resistono.
Il prezzo medio riprende quota, ma ci si ferma meno
A Napoli nel 2007 l’occupazione media delle camere sfiorava il 77%, nel gennaio 2008 era scesa al 38%, oggi la ripresa è evidente (l’occupazione media dell’ultimo anno è al 55%, il prezzo medio è tornato a 106 euro) e la situazione è addirittura migliore di quella che gli albergatori prevedevano.
Unico segnale di allarme è quello del livello medio di occupazione camere. Quando si colloca al di sotto del 60% diminuisce o si azzera la redditività. Un caso negativo straordinario è quello di Bologna, vittima di un’ondata di overbuilding, che passa da un invidiabile occupazione camere nell’ottobre 2000 pari al 79,2%, ad una media annua attuale del 49% nelle strutture alberghiere di categoria upscale.
In generale i prezzi espressi dal Monitor (che comprendono piccola colazione e IVA) sono scesi. La variazione negativa vede gli operatori costretti a ridurli per inseguire il mercato, anziché aumentarli per seguire l’inflazione. Sintesi dei prezzi: a giugno 2009 la soglia di resistenza media dei 4 stelle si fissa a 118 euro, mentre negli alberghi a 3 stelle raggiunge i 63 euro.
Le città d’arte tengono il passo
L’Italia alberghiera spesso criticata, in un anno terribile di altissima difficoltà per la finanza, l’economia e il commercio mondiali, mostra una sorprendente resistenza. Ad andare meglio sono le grandi città turistiche: Venezia, Roma e Firenze. Anche Milano resta sul 63% di occupazione. La contrazione del turismo internazionale, il crollo delle attività congressuali, un minore movimento commerciale facevano presumere una sostanziosa flessione dell’occupazione camere media di queste 10 città, con perdite stimate del 12-15%. Questa ipotesi è stata smentita dai fatti. Considerando il calo a due cifre maturato nello stesso periodo da finanza, mercati e industria, gli alberghi hanno avuto una performance soddisfacente. Le due tabelle di seguito mostrano i dati degli ultimi dodici mesi per gli alberghi 4 e 3 stelle.
(23/7/09)