Sapevate che… Se si parla di Tunisia non sembra vero, in un Paese musulmano, di potersi fare un bicchiere di “quello giusto” senza essere considerato un criminale?
E se a fine pasto, dopo esserti scolato un bottiglione di vino (senza aver dovuto nasconderlo sotto il tavolo e versarlo in una tazza da tè onde evitare islamiche lapidazioni) vuoi ricorrere pure a un digestivo di quelli potenti, eccoti a scegliere tra tante belle bottiglia di Grappa di fichi. E quanto ai vini, alleluia, c’è solo da scegliere: io, dopo lunghe meditazioni, suggerisco il Magon rosso, grand vin de Morgnac, così chiamato in onore del saggio tunisino che nell’VIII secolo a. C. scrisse sull’agricoltura, la viticoltura e la vinificazione (più modernamente l’etichetta precisa che questo nettare nasce dai “cèpagnes nobles Syrah et Carignan” e ancor più elegantemente aggiunge che “le nez de ce vin est intense et complexe”. Chapeau! Et santè!
Sapevate che… Se si parla di gastronomia un soggiorno in Tunisia riserva simpatiche sorprese?
Eh sì. E fu anche una ghiottona “motivazione palatale” a suggerirmi di accettare l’invito alla weekendistica gita tunisina. Ricordo infatti tante mie lontane non meno che valide esperienze mangerecce in quel di Tunisi, le mie telefonate al ristorante Mrabèt prenotanti un eccellente piccione farcito di olive, non senza un precedente assaggio dell’intrigante Brik (una pastella in cui infili un uovo o del tonno, più verdure di tua scelta e metti il tutto a friggere in padella: un piacere composto da tanti variati gusti resi più divertenti dalla croccante pastella).
Sapevate che… Nel deserto vicino a Tozeur avevano girato Guerre Stellari?
Io non lo sapevo, anche perché non ho visto Guerre Stellari (è già fiction e irrealtà quel che avviene attualmente nel Belpaese, figuriamoci se vado a perdere tempo con la fantascienza). Ad ogni buon conto il set di quel film “cult” affascina il turista, le ragazze si mettono in posa, i loro morosi le fotografano, e così vissero felici e contenti.
Sapevate che… A Tozeur il dattero eccelle (e le palme meritano un plauso, ma non solo per questo)?
Dicunt che i datteri delle 400.000 palme di questa sconfinata oasi siano i migliori tra quelli raccolti lungo le coste africane del Mediterraneo. Un evviva, se così è, e il plauso alle palme (la cui immanente ubiquità non stanca la vista) sia reiterato anche per il gradito apporto nel coprire quel filino di Kitsch che (onestà vuol che si denunci) alligna in qualche angolo delle attrazioni turistiche touzeuriane: dinosauri, mostri di gesso, improbabili monti tipo Cervino sovrastanti caverne con ominidi di Neanderthal di cartapesta. Per fortuna a mezz’ora d’auto vedi veri miraggi sul salato Chott el Jerid e godi tramonti non waltdisneyani tra brulle montagne.
(6/10/09)