Camino de Santiago e Via Francigena: che differenza!
Un altro esempio (di quanto il Turismo italiano sia velleitario, tanti blablabla ma alla fine della fiera tanto fumo e poco arrosto, promesse e polemiche, aria fritta e niente sostanza)? Prendo lo spunto dall’Anno Santo Compostelano (lo è il 2010 perché il 25 luglio, Santiago Apostol, cade di domenica) e riferendomi al Camino de Santiago (che molto immodestamente – perché la falsa modestia è più scema dell’immodestia – conosco benissimo: l’ho percorso, come da Compostela, attestato, concessomi, e l’ho descritto in tanti resoconti) passo a segnalare la (oggi sono più tenero di un boy scout) precarietà di quello che (da anni) potrebbe (e dovrebbe) costituire il Camino Italiano (un itinerario non solo religioso: sul Camino spagnolo ci trovi molti non credenti e persino atei).
Parlo della Via Francigena, e a chi mi chiedesse com’è messa, direi mica tanto bene (quanto meno se raffrontata con l’Autostrada della Fede che va dalla Navarra – o dall’Aragona – in Galizia). Posso affermare “mica tanto bene” perché sulla Via Francigena “ci sono stato”, ho compiuto alcuni sopralluoghi (almeno in quelle che dovrebbero essere le parti più belle e “turistiche” dell’itinerario: la pianura tra Lombardia-Piemonte-Emilia eppoi l’Appennino). Poche indicazioni valide, chiare, definite; scarseggiano punti di riferimento in Comuni e parrocchie (nel Camino de Santiago trovi una segnaletica che ti impedisce di perderti). E mancano pure info su dove mangiare, rifocillarsi, dormire (vedi gli Albergues dei pellegrini lungo la sullodata Ruta Jacobea, pernottamenti in strutture private e pubbliche). E vabbè.
(04/02/2010)