Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Turismo in Italia? Ministra, lo ripeto…

Cosa va male? Tutto (o quasi): per eccesso di individualismo, inesistente “gioco di squadra” quando necessario, e “sciocchezzuole” varie. Ecco un paio di esempi di ciò che rientra nel “tutto da rifare”!

Camino de Santiago e Via Francigena: che differenza!

Il tracciato della Via Francigena
Il tracciato della Via Francigena

Un altro esempio (di quanto il Turismo italiano sia velleitario, tanti blablabla ma alla fine della fiera tanto fumo e poco arrosto, promesse e polemiche, aria fritta e niente sostanza)? Prendo lo spunto dall’Anno Santo Compostelano (lo è il 2010 perché il 25 luglio, Santiago Apostol, cade di domenica) e riferendomi al Camino de Santiago (che molto immodestamente – perché la falsa modestia è più scema dell’immodestia – conosco benissimo: l’ho percorso, come da Compostela, attestato, concessomi, e l’ho descritto in tanti resoconti) passo a segnalare la (oggi sono più tenero di un boy scout) precarietà di quello che (da anni) potrebbe (e dovrebbe) costituire il Camino Italiano (un itinerario non solo religioso: sul Camino spagnolo ci trovi molti non credenti e persino atei).

Parlo della Via Francigena, e a chi mi chiedesse com’è messa, direi mica tanto bene (quanto meno se raffrontata con l’Autostrada della Fede che va dalla Navarra – o dall’Aragona – in Galizia). Posso affermare “mica tanto bene” perché sulla Via Francigena “ci sono stato”, ho compiuto alcuni sopralluoghi (almeno in quelle che dovrebbero essere le parti più belle e “turistiche” dell’itinerario: la pianura tra Lombardia-Piemonte-Emilia eppoi l’Appennino). Poche indicazioni valide, chiare, definite; scarseggiano punti di riferimento in Comuni e parrocchie (nel Camino de Santiago trovi una segnaletica che ti impedisce di perderti). E mancano pure info su dove mangiare, rifocillarsi, dormire (vedi gli Albergues dei pellegrini lungo la sullodata Ruta Jacobea, pernottamenti in strutture private e pubbliche). E vabbè.

(04/02/2010)

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