Agli inizi di un business divenuto ormai bicentenario, per annunciare che il successo del loro prodotto non conosceva soste, i titolari della più celebre distilleria di whisky scozzese – quella dell’omino camminante in abiti vittoriani e della curiosa bottiglia quadrata – scrissero sull’etichetta (storta a 24 grad, altra idea geniale, che in seguito permise l’invenzione di un altro azzeccato slogan pubblicitario): “Still going strong”, “Va ancora forte”.
Parimenti, se il discorso si sposta dal commercio al tempo libero, si può affermare che dopo tanti e tanti anni di notorietà (sessanta e anche qualcuno di più, un vero e proprio “record mondiale turistico” di longevità) la capitale della Costa del Sol, Torremolinos, è “Still going strong”. E oltretutto non dimostra l’età, quasi si trattasse di una sorta di Dorian Gray; resta sempre giovane, il suo adattamento alle esigenze e alle richieste di un turismo in continua e costante evoluzione non conosce soste. Mentre tante altre località balneari della stessa costa mediterranea spagnola mostrano la corda, denunciano stanchezza o si ritrovano alle prese con numeri e dati negativi, Torremolinos “Va ancora forte” e si avvia a superare anche la crisi del turismo mondiale.
Da due minuscoli villaggi-spiaggia, a luogo di mare preferito
Tra tanti dati e date elencati, mancano però due nomi che diedero vita all’attuale, ininterrotto successo turistico di Torremolinos, furono motivo di grande attrazione divenendo la carta vincente della località. Si parla della Carihuela e del Bajondillo, a “quei tempi” due minuscoli villaggi di pescatori adagiati su due spiagge così pittoresche e multicolori che solo il Mediterraneo può offrire. Siamo alla fine degli anni Quaranta, primi anni Cinquanta; la Spagna si sta leccando le ferite della tragica Guerra Civile, nel resto dell’Europa è appena finita la seconda, tragica Guerra Mondiale. Una situazione drammatica, una voglia di pace e serenità che solo un fenomeno, allora nascente, favorito dalla ripresa economica e dai nuovi mezzi di trasporto e di comunicazione poteva regalare: il turismo. E sulla sabbia della Carihuela e del Bajondillo arrivarono i primi timidi visitatori, leavanguardie di quel turismo (di massa, ma oculatamente gestito e senza il ricorso a obbrobri edilizi, eccessivi e ingombranti grattacieli) che valse a Torremolinos il titolo di capitale della Spagna balneare e di attrazione turistica mondiale. Solo dopo l’affermazione di Torremolinos, e quindi sull’abbrivio del suo successo, sorsero, a cominciare dalla vicina Benalmadena, le altre, oggi altrettanto celebri, località balneari della Costa del Sol, forse più snob ed esclusive, ma proprio per questo meno “alla mano” e a misura d’uomo del variato turismo che affolla i ristoranti della Carihuela.
Nel XV secolo, avamposto nella lotta contro i Moros
Sono, come accennato, più di sessanta gli anni della “storia turistica”, quella che conta (e importa a chi lavora nell’industria del tempo libero e ai quasi 50.000 abitanti) e con tutto il rispetto per la storia con la “S” maiuscola relega in secondo piano le precedenti vicende della località. Perché, come peraltro ovvio sulle coste del Mediterraneo, il mare più “storico” del nostra pianeta, il passato di Torremolinos risale addirittura all’Età del Bronzo (resti umani, crani trovati nelle grotte e caverne delle montagne retrostanti) e nel corso dei secoli vide la presenza di Fenici, Greci, Romani e Arabi. Più recentemente, alla fine del XV secolo, sul posto, già noto come Torre de los Molinos (ma il nome del toponimo variò frequentemente, fu anche Molinos de la Torre e Torres de Pimentel) sorse il quartier generale dei Re Cattolici assedianti i Moros nella vicina Malaga, distante poco più di dieci chilometri.
Si doveva attendere la metà del ‘700 per vedere Torremolinos riportata su una carta geografica come borgo, località abitata. E ancor più in qua nel tempo, fino a poche decine di anni fa, per l’esattezza il 1988, l’odierna capitale della Costa del Sol appartenne, fu parte integrante di Malaga.