Tour Operator e Pallonari. Stessa sorte “infausta”
La odio anche e soprattutto perché, mentre tu sei lì che sudi, l’estate ti propone i più indegni “tormentoni” tanto più biechi perché periodicamente o per meglio dire estivamente ricorrenti; tipo i soliti immancabili fallimenti dei tour operator; la solita menata delle italiche spiagge uniche in Europa a essere a quasi totale e per di più carissimo pagamento; il solito tormentone del Mercato Boario Balompedico ancor più triste adesso che i Clubs del Pallone sommersi dai deficit possono comprare i pedatori soltanto pagando coi debiti: tu mi dai Cacchinho e io ti do i 20 milioni di euro che devo al Fisco per contributi non pagati o devo al Comune per l’affitto dello stadio, dato che nel Belpaese – non c’è una squadra che sia una – a essere proprietaria del posto dove gioca; robb de matt, se non che fa notizia l’Outing di Totti confessante di aver scopato per la prima volta a 12 anni, ma forse non si ricorda bene e allora il lettore della Gazzetta in spiaggia sotto l’ombrellone comincia a rodersi il fegato nell’incertezza.
Quando Colombo volava sulle ali del Ventaglio
Quest’anno, poi, il Tormentone “Fallimento Tour Operator di turno” (appunto e come al solito estivo) è stato davvero squisito, anche perché si è rivelato eccessivamente minimalista quel giudice che sentenziando lo “zompo” della Viaggi del Ventaglio ha definito un “buco” quegli spiccioli 200 milioni di euro tirati nella schiena ai creditori dal mè amìs Bruno Colombo. E scagli la prima pietra chi non lodasse il Viaggio di Colombo nel turismo: salpa portando in giro gli orari dell’Iberia alle agenzie viaggi di Torino e approda sulla ribalta viaggiatoria e finanziaria (ohèi, ara gent, c’è di mezzo la Borsa, la Consob, mica peanuts, noccioline; a anche loro han pensato bene di fare spallucce) del Belpaese, appare (che è poi quel che in Italia conta) in gran evidenza sula stampa non solo di settore, non senza scomodare pure il Bramino della Casta Touroperatrice dell’Astoi, che dice che lui non c’entra niente e rimanda la palla a quelli incazzatissimi del Codacons.