Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

TormentonEstivo

“Odio l’estateeee” cantava Bruno Martino e aveva ragione; sono d’accordissimo con lui, fosse solo perché il caldo boia soffocante Milano è dannatamente afoso, ma vai a spiegare alla gente – e in primis alla “mia sciura” – cos’è l’umidità dell’aria

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Tutti guardano solo la temperatura ma per fortuna – oltre all’intrigante seguito della vicenda P2 che poi sarebbe la P3 e alla possibilità che a San Remo ci vadano Belèn- Ranieri-Morandi (mancano solo Bedìn-Guarnieri-Picchi) e questa eventualità mi riempie di tante fondate speranze – stampa e tivù cominciano a narrare che c’è anche la “temperatura percepita”. Ma come accade a tutte le grandi evoluzioni del pensiero umano, ci vorrà però parecchio tempo prima che la cosiddetta gente capisca che più c’è umido più i pori si chiudono. In attesa io dispenso copiosamente gocce di sudore sul liquefatto asfalto milanese (ma per l’Expo la Moratti ne stenderà uno più duro o le gradite turiste lasceranno i tacchi a spillo nella grigia poltiglia degli attuali marciapiedi?).

Ah! Le “belle gnocche” di un tempo!

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I quali poi, però, ma non ne sapevano proprio nulla? Perché il settenne mio nipote Xavier – vabbè che è nel giro del turismo tramite me – ma è da quando frequentava la Prima Asilo che sa che il Ventaglio era alla canna del gas se non peggio) e culmina infine la sua grande traversata professionale facendo notizia (e questa sì è una vera consacrazione) alla tivù, che rimedia all’assenza di info grafiche nei giornali facendo vedere la foto della sede milanese del fallito tour operator e di alcuni dèpliants con su un paio di belle gnocche, ignare complici del Colombo nel convincere le gentili clienti (perché sanno tutti che sono le donne a decidere dove andare in vacanze, eppertanto se nei dèpliants ci sono belle gnocche è perché le donne le vedono, si identificano in quelle procaci immagini, dopodiché partono, sperando che il partner dedichi loro le stesse arrapate attenzioni che avrebbe dedicato alla gnocca del dèpliant del Ventaglio se, beato lui, fosse andato in vacanza senza la mogliera).

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Ma il caldo mi sta opprimendo, eppertanto mollo il “tormentone estivo”, perché quando manca l’aria non c’è Ventaglio che tenga (chissà l’aria condizionata).

E un grazie alla Eurotravel: che scelse di fallire al fresco della primavera.

(29/07/10)

La “Festa è finita”. Ma per chi?

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Odio l’estate perché se già vado poco in giro durante il resto dell’anno (che belli i miei tempi, quando oltre a tartine e canapè abbondavano i famtrips, i cultours, i presstravels e tante altre sbafate-variè… ma da quando l’Avvocato ha detto “La Festa E’ Finita”, col cacchio che ci scappa più una gita per il Bollito nel Monferrato) non so proprio dove andare in luglio e agosto. Odio l’estate perché tutti gli alberghi sono pieni e non sto nemmeno lì a proporgli una marchetta di dieci righe in cambio di una notte bed&breakfast. Perché se mi infilo in un’auto, rischio di rompermi le balle per ore e ore davanti alla targa dell’auto di un ragioniere di Busto Arsizio. Odio l’estate perché tutti gli aerei sono pieni (almeno fin quando la tizianesca Ministra Brambilla non avrà opportunamente scaglionato le ferie) e quindi, tanto per fare un esempio, se volo da Madrid a Santiago del Cile rischio di star seduto 13 ore con un’anziana india Mapuche sulle ginocchia (tanto adesso Iberia si è fusa con la British e che je frega se prende due volanti con una poltrona?).

Estate, dunque, uguale a-sinonimo di: (sedicenti) autostrade sulle quali ci stai così a lungo da essere prima o poi obbligato a prenderne la residenza; alberghi off limits perché se ne fregano dei tuoi scritti; aerei strapieni e stracari con passeggeri etnici in grembo. Per cui, evincendosi che in luglio e agosto non sei altro che un bipede sudaticcio da spennare ai bagni Conchiglia, ai caselli autostradali, negli alberghi & ristoranti, sugli aerei nonché altrove, eccomi d’accordo col Bruno Martino a cantar con lui: “Odio l’estate”.

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