Ovunque si compra e si vende
Ogni negozietto confina con quello attiguo e si passa dagli orologi ai tessuti, dalle statuette di animali e di piccoli buddha agli strumenti tipici a corda, dagli antichi attrezzi da lavoro (falci per il riso) ai profumi, alle pietre minerali, ai prodotti per l’igiene. Le varie corsie hanno il fondo in terra battuta e su tutto regna una penombra continua, resa praticabile dalle varie lucine di ogni singolo box. Nel reparto alimentari, più spazioso, oltre a mangiare cibi vietnamiti e cinesi, si può acquistare di tutto: carni, pollame, pesci e decine di animali diversi, compresi certi topi di canale, opportunamente squartati e ripuliti. Non acquistabile, sebbene sdraiato a torso nudo su un bancone per la vendita della carne, un giovane magro e addormentato, probabilmente distrutto dalle fatiche del primo mattino. I vari proprietari dei piccoli negozietti, seduti su minuscoli trespoli, registrano i movimenti della merce in uscita e in entrata su piccoli quadernetti; altri confezionato grosse balle di merce cucendole in contenitori di tela di sacco, pronti per le consegne. Speciali addetti, muniti di carrelli metallici a due ruote, percorrono a velocità folle le stradine del mercato, trasportando ogni genere di merce dall’interno all’esterno e viceversa.
L’affascinante Cho Binh Tay
Le vie di Cho Lon (che significa “Mercato Grande”) sono affollatissime. I vietnamiti amano vivere all’aperto. La casa, intesa come edificio da abitare, è quindi funzionale ai bisogni della gente che sono, nell’ordine: avere negozi o magazzini a piano terra, uffici e luoghi d’incontro ai piani superiori e, salendo, i locali in cui vivere. Ne consegue che i locali più “cari” sono quelli ai piani bassi o a livello strada. All’esterno dei negozi o delle botteghe, la gente trascorre gran parte della giornata, consumandovi anche i pasti, per la verità molto frugali.
Un mondo a sé di Cho Lon è rappresentato dal Cho Binh Tay (Mercato Binh Tay). È un palazzo di due piani sempre brulicante di gente, munito di un ampio cortile centrale, occupato da un’infinità di bancarelle attaccate le une alle altre. Vi si trova di tutto, a Binh Tay. Oggetti in vimini e plastica di provenienza cinese, giare per l’acqua, contenitori d’alluminio, uccelli in gabbia, montagne di scarpe e cappelli di tutti i colori, borse, valigie. All’interno delle varie corsie gli spazi si fanno, se possibile, ancora più angusti.
Eredità coloniali
Sono numerose soprattutto nei quartieri centrali, a cominciare dalla “pretenziosa” Cattedrale di Notre Dame (Nha tho Duc Ba) costruita nel 1880 in mattoni rossi.
Molto bello e fantasioso è poi il Palazzo della Posta Centrale (Buu Dien) edificato in stile eclettico nel 1891, dal soffitto in vetro e metallo e progettato da Gustave Eiffel. Oltre ai vari uffici delle poste e dei telefoni, ospita inoltre nello spazio centrale un ristorante-tavola calda. Sullo sfondo, campeggia l’immancabile immagine di Ho Chi Minh.
Oltre al Mercato di Ben Than, un palazzo sormontato da una cupola risalente al 1914, vi è l’Hotel de Ville, vero simbolo architettonico di Saigon, la cui facciata è stata di recente riportata agli antichi splendori alla fine di un accurato restauro.
Un centinaio di metri ad est, troviamo poi il Teatro Municipale, maestoso come l’Hotel de Ville. Inaugurato nel 1900, all’epoca delle colonie allestiva numerosi spettacoli a beneficio degli oltre tremila francesi residenti in città; in seguito l’edificio è divenuto sede dell’Assemblea Nazionale del Vietnam del Sud. Proprio qui ha inizio la famosa arteria Dong Khoi, un tempo chiamata Catinat, che conduce al fiume; è la via dei negozi più belli e “griffati”, dei ristoranti tipici, delle offerte di “massaggi” rilassanti da parte di giovani ragazze o di motociclisti fermi agli angoli delle numerose vie che intersecano il Catinat.
In questa zona hanno sede alcuni hotel storici di Saigon: il Caravelle, il Continental, il Rex. Tutti hanno subito lavori di ampliamento e radicali restauri interni, per adeguarli alle crescenti richieste di un turismo che, in questi ultimi anni, si è sviluppato non poco. (04/08/10)
– 2. Fine. La prima parte è stata pubblicata lunedì 2 agosto –
Le foto di questo articolo sono di Lucio Rossi