Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il Castello di Eggenberg patrimonio dell’Umanità

Castello-di-Enggenberg

Alla città di Graz un nuovo riconoscimento dall’Unesco. Dopo il centro storico, oggi la città capoluogo della Stiria annovera anche Schloss Eggenberg, la punta di diamante del Museo Joanneum, tra i patrimoni mondiali dell’Umanità

Ingresso al Castello di Eggenberg
Ingresso al Castello di Eggenberg

Graz, capoluogo della Stiria e seconda città dell’Austria per numero di abitanti, ha ottenuto un nuovo importante riconoscimento Unesco. Dopo il centro storico cittadino, nell’elenco dei siti tutelati dall’Unesco nel 1999, dal primo agosto ne fa parte anche il Castello di Eggenberg.

Eggenberg è un castello vivo, vivace, coinvolgente, situato alle porte della città. È circondato da un parco di 90.000 metri quadrati, dove spicca il prezioso Giardino dei Pianeti, con il suo straordinario roseto, e tra le sue possenti mura raggruppa non solo le 24 Sale Festose, ma anche tre musei.

Castello di Eggenberga un universo perfetto

Veduta esterna del Castello Eggenberg
Veduta esterna del Castello Eggenberg

Il Castello di Eggenberg, però, è soprattutto un vero castello. Anzi, una rappresentazione di un universo perfetto, un universo, assolutamente barocco, complesso, articolato. Dove ciò che conta, letteralmente, sono i numeri.

Eggenberg significa 365 finestre, come i giorni in un anno, 31 camere per piano, come il numero massimo dei giorni in un mese, quattro torri d’angolo, come il numero delle stagioni, e 24 Prunkräume, cioè sale festose, come il numero delle ore in un giorno, di cui 12 per ogni lato dell’edificio, a rappresentare il giorno e la notte. Ma non basta. Le 24 sale festose hanno in tutto 52 finestre, come il numero delle settimane in un anno, e aggiungendovi le 8 finestre della Sala dei Pianeti, il cuore del castello, si arriva a 60. Cioè il numero dei secondi in un minuto o dei minuti in un’ora. Poi, ancora, i sette giorni della settimana, protagonisti nella Sala dei Pianeti, come i 12 mesi dell’anno. E le 12 porte del muro di cinta dl castello, sette delle quali sono orientate verso la città.

LEGGI ANCHE  Cuba, l'isola che fu la terra degli indios

Tre musei. Straordinarie raccolte d’arte

Eggenberg La sala dei giochi
La sala dei giochi

Dei tre musei il più visitato è la Alte Gallerie, una raccolta d’arte che dal Medioevo, passando dal rinascimento, arriva alla fine del barocco. I gioielli della collezione sono la preziosa Madonna di Admont, del XIII secolo, una delle principali sculture lignee del gotico austriaco, i quadri rococò di Platzer e quelli manieristi di Brueghel.

Vale la pena scoprire anche la collezione numismatica, donata dall’arciduca Giovanni Battista Asburgo al museo nel 1811. E poi la collezione archeologica, con i reperti del Noricum, la provincia romana che copriva l’attuale Stiria, una ricca collezione di lapidi e gli arredi funerari recuperati nei siti di Strettweg e Kleinklein, databili tra l’VIII e il VI secolo a. C.

Hans Ulrich von Eggenberg lo volle nel 1625…

Eggenberg Sala dei Pianeti, la Virtù
Sala dei Pianeti, la Virtù

Schloss Eggenberg è il capolavoro voluto dal principe Hans Ulrich von Eggenberg, prezioso consigliere personale dell’arciduca Ferdinando II d’Asburgo. Un genio della politica, capace di muovere eserciti e denaro, rimanendo sempre nell’ombra. Nel 1625, al suo ritorno a Graz da Vienna, con in dote il titolo di Governatore dell’Austria Interna, Hans Ulrich von Eggenberg volle trasformare il semplice castello di famiglia in una dimora degna del suo status. Si affidò a Giovanni Pietro de Pomis, architetto e pittore lodigiano, una delle stelle dell’architettura dell’epoca e investì una cifra pari a 56 milioni di euro odierni con l’obiettivo di realizzare un luogo ideale, che riassumesse la struttura dell’universo e la gerarchia terrestre, la forza della fede e il percorso del tempo.

Tripudio di stucchi e marmi

Sala dei Pianeti
Sala dei Pianeti

Decorata tra il 1678 e il 1685 la Sala dei Pianeti è il capolavoro del salisburghese Hans Adam Weissenkircher, cresciuto alla bottega del Carlotto, a Venezia. La sala è un tripudio di stucchi, marmi e candele, anche se ciò che conta davvero è il soffitto dove sono rappresentati i sette corpi celesti, i sette giorni della settimana ma anche i sette componenti della famiglia Eggenberg, circondati dai loro possedimenti. Un ricco compendio di storia, di astronomia, di religione. Stupefacente e sorprendente.

LEGGI ANCHE  Levanto, dove lo "sviluppo" è soprattutto "qualità"

… 48 anni di lavori per questa meraviglia

Il Castello di Eggenberg patrimonio dell'Umanità

Ci vollero parecchi anni per concludere l’ampliamento del castello e, purtroppo, von Eggenberg fu stroncato dalla gotta e dall’ulcera prima della sua conclusione, nel 1634. Gli succedette l’unico figlio, Johann Anton, amante delle arti, cancelliere imperiale, governatore della Carniola e ambasciatore a Roma. La casata degli Eggenberg si esaurì 1717. Il castello passò quindi ai conti Herbstein, che nel 1939 lo vendettero al land della Stiria.

Oggi Schloss Eggenberg è la punta di diamante del Museo Joanneum. I suoi numeri sono impressionanti: un chilometro quadrato di affreschi, 2,5 chilometri di stucchi e dorature, 450 tra sedie, poltroncine e divani, 565 metri quadrati di pavimento in marmo e 173 tra porte e portoni. Edificato tra il 1625 e il 1631, e decorato nei 42 anni successivi, ospita al secondo piano le 24 camere festose, in puro stile rococò, volute dal principe Johann Seyfried. Gli stucchi furono opera del comasco Alessandro Sereni, agli affreschi lavorò soprattutto il tedesco Johann Melchior Otto.

Info: www.graztourismus.at/it

Leggi anche:

Bruges, gioiello delle Fiandre è un quadro perfetto

Praga centro culturale nel cuore della Boemia

Tolosa: piccola metropoli a misura d’uomo

Condividi sui social: