Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Tesori sotto il tombino

Catacomba di San Lorenzo Roma

Camminiamo sopra un mondo incredibile fatto di grotte, cripte affrescate, vie d’acqua. Il fotografo e giornalista Fabrizio Ardito ha documentato 21 itinerari “al centro della terra” nel suo ultimo libro “Viaggio nell’Italia sotterranea”, Giunti Editore

Orvieto, Pozzo di San Patrizio
Orvieto, Pozzo di San Patrizio

Tutti sappiamo che l’Italia è il Paese che possiede il più alto numero di beni artistici, storici e architettonici del mondo. Dalle pietre imponenti dei nuraghi agli archi degli acquedotti romani, dalle basiliche romaniche ai trionfi del gotico e del barocco, non c’è epoca che non abbia lasciato tracce spettacolari e maestose in ogni angolo del Belpaese. Ciò che non molti sanno è che le città italiane conservano anche un patrimonio molto diverso; meno appariscente e decisamente nascosto, spesso difficile da scovare e conoscere perché ingabbiato da una rete di competenze, di giurisdizioni e di proprietà differenti non sempre amichevoli nei confronti di un visitatore curioso.

Sotto al livello delle vie e delle piazze delle nostre città, accessibile da tombini, cantine e porticine nascoste e insospettabili, si estende un vero e proprio mondo sotterraneo che merita di essere conosciuto, apprezzato e valorizzato perché – oltre a garantire visite di grande suggestione e fascino – può aiutarci a comprendere meglio la storia dei luoghi della nostra vita quotidiana, della loro nascita e crescita, della loro forma.

Fermo, Cisterne romane
Fermo, Cisterne romane

Certo, a voler essere precisi (o anche un po’ pignoli…) si potrebbe obiettare che i sotterranei italiani sono troppo differenti tra di loro per poter formare un unico ambito. Ma resta il fatto che tutti i luoghi ipogei vanno visti come un aspetto particolare della realtà cittadina in cui ci spostiamo e viviamo tutti i giorni, se vogliamo svelarne la storia e il significato.
In questa categoria singolare di luoghi si possono incontrare anzitutto le strutture di servizio alle comunità che vivevano e vivono ancora oggi in superficie. Gli acquedotti, i pozzi e le cisterne sono sempre stati necessari alla sopravvivenza delle città e le loro strutture, con quelle necessarie allo smaltimento delle acque di scarto, fin dall’epoca etrusca hanno raggiunto un livello ammirevole di perfezione tecnologica. Sbaglia chi si trova ad ammirare gli archi degli acquedotti della campagna romana e pensare di stare osservando la parte fondamentale di questi imponenti fiumi artificiali: la maggior parte del loro corso si trova infatti sottoterra, dove scavo e manutenzione erano di gran lunga più semplici ed economici.

LEGGI ANCHE  La rivoluzione creativa: "Matisse, Picasso, Modigliani, Miró"

Monumenti nati per essere ipogei

Pozzuoli, Rione Terra
Pozzuoli, Rione Terra

Anche l’arte militare ha richiesto, nel corso della sua lunga evoluzione, lo scavo di fortificazioni particolari, di gallerie e di cunicoli necessari alla difesa delle mura delle nostre città. Nell’elenco delle categorie di ipogei seguono i luoghi del lavoro, cioè le miniere, che hanno avuto una storia lunghissima iniziata con la maestria dei minatori etruschi e conclusasi solo qualche decennio addietro, complice l’offerta a prezzi concorrenziali di minerali provenienti dai paesi del Terzo Mondo, dove le condizioni di vita di chi lavora sottoterra sono oggi orribilmente simili a quelle nostrane descritte a fosche tinte dai grandi scrittori dei primi del Novecento.

Sottoterra non mancano anche i monumenti creati per essere ipogei: si tratta in questo caso di luoghi di culto – in cui il mistero non manca – che come i mitrei avevano lo scopo di somigliare il più possibile a delle grotte naturali o che, come le cappelle scavate nelle gravine, sono l’espressione di un’architettura molto particolare. Sottoterra si trovano anche ovviamente le sepolture di tutte le epoche che cercarono di fermare lo scorrere del tempo allontanando i defunti dall’infinito ciclo del giorno e della notte. Nella nostra sommaria suddivisione in gruppi di ambienti sotterranei manca solo un ultimo e folto gruppo, forse il più eterogeneo e curioso. Composto da tutte quelle costruzioni che non sono nate sotto al livello del suolo ma che vi sono state, per così dire, sospinte: case e taverne, teatri e strade, chiese e templi costruiti alla luce del sole, ma che il lento e inesorabile salire di livello del piano delle città ha relegato sempre più in basso, fino a farli scomparire al di sotto di un cielo di pietra che, spesso, li ha avvolti nell’oblìo.

LEGGI ANCHE  Zia Antonia sapeva di menta

Un nuovo “volto” d’Italia reso accessibile

Siena, il bottino di Fonte Gaia
Siena, il bottino di Fonte Gaia

I risultati di questo lungo e complesso viaggio attraverso l’Italia sotterranea sono due. Anzitutto ci sono l’interesse e, se si scusa la parola, la meraviglia per la varietà di luoghi che giacciono nascosti al di sotto di case, palazzi e colline, a cui segue l’ammirazione per una categoria molto particolare e poco celebre di nostri concittadini: speleologi, archivisti e volontari, curiosi ed esploratori che, da almeno tre decenni, hanno dedicato il loro prezioso tempo libero all’esplorazione del patrimonio sotterraneo italiano scavando a mano enormi quantità di detriti e studiando per notti intere negli archivi; combattendo contro le pietre crollate in un acquedotto non meno che contro le ottusità di una burocrazia che spesso, in Italia, raggiunge complicazioni e assurdità quasi kafkiane; pubblicando articoli, libri e riviste che hanno il solo scopo di rendere pubbliche, utili ed utilizzabili le loro scoperte e ottenendo comunque un risultato straordinario: conoscere meglio gli antichi sotterranei delle nostre regioni soprattutto per renderli percorribili anche da turisti, visitatori e curiosi che, nonostante l’interesse, non avrebbero mai potuto superare la barriera del suolo e delle autorizzazioni in carta bollata necessarie per scendere ad ammirare gli ipogei d’Italia.

Le Catacombe di San Gennaro (Napoli)
Le Catacombe di San Gennaro (Napoli)

A tutti coloro che per anni hanno aperto tombini davanti agli scettici occhi dei loro concittadini, strisciato in cunicoli umidi e scavato in posizioni scomode, scoperto antichi rilievi e realizzato nuove planimetrie è dedicato questo libro. Come un ringraziamento per averci fatto conoscere, aver conservato, restaurato e soprattutto aver reso accessibile l’ennesimo volto della nostra meravigliosa e troppo spesso maltrattata Italia. A questo punto non resta che mettersi in viaggio seguendo i misteriosi percorsi che collegano tra loro i sotterranei scavati dall’uomo: dalle miniere delle Alpi agli affreschi delle gravine di Puglia, dal mormorare dell’acqua nei “bottini” senesi fino al silenzio imponente delle grandi voragini che si spalancano nel cuore di Napoli, tenendo presente sempre che l’Italia sotterranea è molto di più di quello che potrete conoscere in queste pagine e che, con una forza d’inerzia ammirevole, le esplorazioni continuano e si sviluppano un po’ ovunque. E promettono – per mantenere quasi sempre – nuove meraviglie e curiosità di tutte le epoche da studiare, salvaguardare e conoscere.

LEGGI ANCHE  La cena delle meraviglie

Questo testo è tratto dall’introduzione di Fabrizio Ardito al suo libro “Viaggio nell’Italia sotterranea” edito da Giunti

Viaggio nell’Italia sotterranea. Il libro

Viaggio nell'Italia sotterranea di Fabrizio Ardito Giunti Editore - Anno 2010 Pagine: 191 Prezzo: € 25,00
Viaggio nell’Italia sotterranea di Fabrizio Ardito Giunti Editore – Anno 2010 Pagine: 191 Prezzo: € 25,00

Molto spesso basta cambiare punto di vista per scorgere il nuovo. Trieste e i rifugi della Kleine Berlin, i siti minerari di Sulcis, il pozzo di San Patrizio di Orvieto. Esiste un’Italia sotterranea underground che riserva incredibili sorprese. Sorprese che hanno affascinato Fabrizio Ardito, giornalista e fotografo rapito dal demone della passione per la speleologia sin dalla tenera età. L’autore, torcia alla mano, ci fa da guida in questo inedito viaggio nei meandri sotterranei delle nostre città invitandoci a cambiare il punto di vista. Ardito infatti scende sotto il livello del manto stradale che calpestiamo ogni giorno perlopiù ignari dei tesori sottostanti. Immagini di grande formato completano il viaggio, mentre nelle ultime pagine del volume sono indicate tutte le informazioni utili per mettersi in contatto con le associazioni e gli enti che organizzano visite a questi luoghi inesplorati della Penisola. Un viaggio al centro della terra, dunque, denso di fascino e, talvolta, di mistero.

disponibile su www.giuntistore.it

Condividi sui social: