Avventura a tutti i costi!
Personaggi incredibili vagano sul grandioso plateau di granito, in attesa di dare l’ultimo assalto alla vetta. In scarpe da tennis, senza zaino, riparati solo da cellophane trasparenti, il più delle volte stroncati dalla fatica e dalla mancanza di allenamento.
Di ritorno dalla cima, accompagno per quasi un’ora una giovane ragazza malese barcollante e senza forze, sino al primo rifugio. Proviene da Kuala Lumpur e lavora in ufficio. Ma la montagna sacra per i malesi è un imperativo: nella vita prima o poi bisogna scalarla. Come ha tentato di fare il giovane inglese che lo scorso anno, persosi nella surreale nebbia della montagna degli spiriti, non ha fatto più ritorno. Lo hanno trovato le guide dopo due giorni, morto assiderato.
Tragedie a parte, se il tempo tiene, lo spettacolo dell’alba sul Low Peak è strepitoso. Quando il cielo si schiarisce e le gelide folate di nebbia si diradano, l’aria diviene così limpida che si vedono persino le luci di Kota Kinabalu e l’immane distesa del Mar Cinese Meridionale. (08/12/10)