Un programma di studio “ciclopico”
Accompagnato e presentato dal Vanni Dolcini (frattanto la Lina è salita alla loro bella casa dominante colline e calanchi del tenero appennino romagnolo, e da brava ‘arzdora’ preparerà una giusta merenda di piada, squaquarone e Sangiovese) conosco il prof. Giorgio Frassineti. Un geologo che dopo aver studiato le viscere del pianeta adesso deve affrontare più terreni problemi e vicende, importanti quelle future, di una Predappio davvero sconosciuta (a udirne il nome tutti pensano solo alla nostalgica cripta nel cimitero di San Cassiano con contorno di saluti romani). Perché la (antica, romana) Prè (degli) Appii, comunica entusiasta il sindaco all’ignorante scriba, è sede del Programma Ciclope (80% degli investimenti della Comunità Europea, finalmente c’è qualcuno che ‘li usa’) dedicato allo Studio degli Effetti Turbolenza. Un laboratorio unico al mondo (!) dalle dimensioni a dir poco inquietanti (4000 mq, una galleria di 120 metri che dal ’38, ospitò la mussoliniana Caproni, industria aerea che a Predappio occupò 1200 persone).
Predappio, oggi
Rieccomi nuovamente a Predappio, dunque, dopo un recente blitz estivo più curioso che colto. Stavolta, invece, arrivo ben documentato, ho appena finito e porto meco la lettura della citata biografia del babbo di Benito (che fu tale mangiapreti, il fabbro Alessandro – mica il duce che nel ’29 finì pappa e ciccia col Vaticano – da chiamare il primogenito Benito in onore di Benito Juarez, lìder messicano che ‘los curas’ li trattò di brutto, e il secondogenito Arnaldo, a ricordo di Arnaldo da Brescia, “tuffato” nel Tevere previa impiccagione e ‘bruciatura’ – come sempre si dice il peccato e non il peccatore -). Il tasso culturale (e di ‘importanza politica’) di questa mia ulteriore trasferta a Predappio è poi accentuato e consacrato da un lungo colloquio accordatomi dal sindaco.
Nella casa natale del figlio di “Sandrein”
Presentata la Odissea nel Futuro (prossimo, nel 2011 il Programma Ciclope entrerà nella fase esecutiva) il sindaco – non senza avermi donato un libro sul predappiese Adone Zoli, primo ministro, ’57-’58 e lìder diccì, diede l’ok per la sepoltura di Mussolini nel cimitero locale – mi conduce alla casa natale del… figlio di “Sandrein” (sono o non sono venuto attirato dal libro il “Fabbro di Predappio”?). La famosa casa, con i non meno famosi 17 scalini conducenti alle umili camere del Fabbro e della Maestra, è oggi un piccolo museo che il sindaco cerca di rendere sempre più invitante e documentato; in una camera in allestimento mi mostra un bronzeo busto di Alessandro (che il suo rampollo durante il Fascismo da lui creato non poteva certo magnificare). “Sono di sinistra” commenta Giorgio Frassineti quasi a volere giustificare il ricorso a reperti “fasisti” pro la sua amata Predappio. Non si preoccupi, signor sindaco. In primo luogo, come diceva Bogart/Rick in Casablanca, “è passato tanto tempo”. Eppoi è il caso di ricordare che al cimitero di Brescia sulla tomba dell’austriaco generale Haynau, ‘aguzzino’ delle 10 Giornate, i bresciani hanno sentenziato “Oltre il rogo non va ira nemica”.
At salut, Sandrein (e sempre Evviva Benito, Juarez).
(09/12/10)