Martedì 16 Aprile 2024 - Anno XXII

Cranach tra Sacro e Profano

Nel caso vi trovaste a Roma per le feste, non lasciatevi sfuggire la retrospettiva dedicata al maestro di Wittenberg. Le forme femminili sono protagoniste, con opere pittoriche che arrivano in Italia anche per la prima volta

Lucas Cranach, Il suicidio di Lucrezia, 1525. Museumslandschaft Hessen Kassel, Kassel
Lucas Cranach, Il suicidio di Lucrezia, 1525. Museumslandschaft Hessen Kassel, Kassel

C’è tempo ancora fino al 13 febbraio per ammirare alla Galleria Borghese di Roma la mostra “Cranach. L’altro Rinascimento“. Quinta di un percorso di dieci mostre organizzate dal museo per meglio comprendere l’età d’oro delle arti e delle scienze, l’esposizione traccia un percorso essenziale eppure significativo del pittore tedesco. Articolata in sei grandi aree tematiche (Artista di corte, Il Potere delle donne, Le immagini della Fede, La Sensualità femminile tra sacro e profano, I volti delle persone, Le immagini a stampa) la mostra si compone di 45 opere attraverso le quali è possibile – infatti – ripercorrere il lavoro del grande artista amico di Martin Lutero e che insieme a lui dettò un nuovo modo di rappresentare il Sacro e il Profano, dando forma e volto a una iconologia diversa dal classicismo imperante dell’epoca.

Femminilità filiforme

Lucas Cranach, Venere e Amore che reca il favo di miele,
1530 (dettaglio) Galleria Borghese
Roma
Lucas Cranach, Venere e Amore che reca il favo di miele,
1530 (dettaglio) Galleria Borghese
Roma

Lucas Cranach, detto Il Vecchio, può dirsi a ragione uno dei più grandi pittori rinascimentali. Il suo studio di Wittenberg  diede vita a una fiorente attività che introdusse un immaginario erotico e sensuale nel messaggio biblico, ma non solo. Essenziale per capire l’opera del pittore tedesco, infatti, è l’innovazione della rappresentazione di una diversa femminilità, calda e sensuale. Così se le sue Madonne con Bambino risplendono di una luce nuova e ammiccante, lo stesso può dirsi di altre eroine bibliche e mitologiche, o di donne di potere del Cinquecento. Le immagini sacre non rimangono mai in un ambito bidimensionale, con scarni paesaggi sullo sfondo. I dipinti si arricchiscono di soggetti e colori. Le forme femminili – nel corso degli anni – si faranno via via allungate, filiformi, a suggerire la sensualità piuttosto che a esplicitarla pienamente. La femminilità e la potenza del femminino vivono in questa mostra la loro massima espressione, con opere pittoriche che arrivano in Italia anche per la prima volta.

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Dürer, il rivale di sempre

Lucas Cranach, Giuditta con la testa di Oloferne, 1526
Museumslandschaft Hessen Kassel,
Kassel
Lucas Cranach, Giuditta con la testa di Oloferne, 1526
Museumslandschaft Hessen Kassel,
Kassel

Una pittura moderna quella di Cranach che emoziona e stupisce, per l’audacia e la novità.

In questo senso si può leggere la potenza di Venere e Cupido che ruba un favo di miele. Lo sguardo della Dea è dolce ma determinato, così come lo sono gli sguardi di tutte le donne scelte e rappresentate dal maestro tedesco: la Giuditta di Oloferne e Lucrezia, patrizia romana morta suicida perché costretta dal figlio di Tarquinio il Superbo a commettere adulterio, solo per citare alcuni esempi.

Visitare l’esposizione del maestro di Wittenberg è un’occasione per ammirare non solo le sue opere ma metterle a confronto con altri suoi colleghi contemporanei come Tiziano e il rivale di sempre Albrecht Dürer.

(22/12/10)

 

 

Cranach. L’Altro Rinascimento

Fino al 13 febbraio 2011

Galleria Borghese Parco di Villa Borghese

Prenotazione obbligatoria: tel. 06-32810

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