Ancora fino al 20 marzo palazzo Grimani, a Venezia, espone la pittura di Hieronymus Bosch. Rara mostra in cui le opere sono in numero limitato, ma imperdibili, la rassegna voluta da Vittorio Sgarbi, soprintendente speciale per i musei e le gallerie statali della Serenissima, richiama dall’oblio dieci tavole, di proprietà di palazzo Ducale, da anni non esposte al pubblico. I tre gruppi di opere, quattro pannelli per la Visione dell’Aldilà, i trittici rispettivamente di Santa Liberata e degli eremiti, tornano per così dire a casa, dato che facevano parte della collezione del cardinale Domenico Grimani e si trovavano nel palazzo di famiglia.
Olandese, vissuto tra la fine del Quattrocento e il primo Cinquecento, Bosch figura di rado nelle grandi mostre ma è riconosciuto come un artista moderno e anticipatore. Quasi non sembra vero che le sue immagini fantastiche e surreali, spazi grandi e oscuri, popolati da figure misteriose, siano datate XVI secolo e alludano a bestiari del Medioevo, simboli mistici e moniti religiosi.
Visioni dal Cinquecento
I maestri del Rinascimento studieranno come rappresentare in pittura, nel modo più fedele possibile, natura e reale; in Bosch compaiono visioni, che oggi chiameremmo fantasmi, proiezioni del nostro inconscio. La Visione dell’Aldilà accosta la definizione di Dio all’abisso di luce; nel trittico di Santa Liberata, una nave corazzata, con aculeo di scorpione e chele di granchio, sarebbe il simbolo della Chiesa. I critici studiano come interpretare i dipinti in base ai testi e riferimenti dell’epoca: all’osservatore contemporaneo resta un misto indistinto di suggestioni e il fascino di ciò che inquieta.
Bosch è presentato da Sgarbi insieme alla “Nuda” di Giorgione, che resta esposta dopo la rassegna precedente, anche per sottolineare un’affinità: entrambi danno rilievo allo spazio, nel quale l’uomo vi figura piccolo e decentrato. Con Bosch e Giorgione si visita l’intero palazzo Grimani, di recente riaperto al pubblico, edificio di origine veneto bizantina e gotica, decorato in seguito da artisti del manierismo dell’Italia centrale. (10/01/2011)
Infoline: tel 199 500 200; www.polomuseale.venezia.beniculturali.it