Venerdì 5 Dicembre 2025 - Anno XXIII

Che scoperta l’Esquilino

Un piccolo, memorabile percorso in una Roma autentica, vicinissima al Colosseo ma da questo distante anni luce. È il quartiere storico dell’Esquilino, ricco di chiese paleocristiane, mosaici, sorprese archeologiche

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I “Trofei di Mario” in piazza Vittorio

La più grande piazza di Roma e una delle più ampie d’Europa, con i suoi 316 metri per 174. L’unica piazza “torinese” della città circondata da palazzi dotati di portici e raggiunta da ben tredici strade. Ecco piazza Vittorio, cuore dell’odierno quartiere Esquilino, bazar multi etnico che tuttavia conserva in larga misura la “romanità” e la genuina connotazione popolare.

Venne realizzata nell’ultimo scorcio dell’Ottocento, nel quadro dei massicci sventramenti per la costruzione dei quartieri residenziali destinati ai burocrati della nuova capitale del Regno d’Italia; sventramenti che sacrificarono le grandi ville e i giardini sorti nell’area collinare, a partire dalla seconda metà del XVI secolo. Ma l’Esquilino non è solo il nome di un rione cittadino: con i suoi sessantacinque metri di altezza è anche il più elevato e ampio dei sette colli di Roma e la sua storia rimonta ai primordi della Città Eterna… Chi l’ha detto che quando si visita Roma bisogna andare solamente al Colosseo?

Dall’antica “Suburra” alle dimore imperiali
I portici caratteristici della piazza cuore dell'Esquilino
I portici caratteristici della piazza cuore dell’Esquilino

Nella sua parte occidentale si sviluppò (oltre a un quartiere aristocratico su un’altura) il più antico rione di Roma al di qua del Tevere: la Suburra, area “sottostante la città”, esterna al primo insediamento sul Palatino che, abitata dalla metà dell’VIII secolo a.C., fu tra i luoghi più popolosi, popolari e malfamati dell’urbe antica; la “periferia”, oggi centro storico. La parte orientale e più consistente dell’Esquilino, a partire dal IX secolo a.C. fino a tutto il periodo repubblicano, fu occupata dalla maggiore necropoli cittadina, che Augusto decise di bonificare affidandone il risanamento all’amico Mecenate, il quale, intorno al 35 a.C., vi fece costruire una splendida villa dando impulso alla trasformazione della zona in quartiere residenziale.

Solo allora l’Esquilino fu incluso a tutti gli effetti nella città; vi sorsero sontuose dimore e divenne proprietà imperiale. L’area mantenne però sempre un carattere periferico rispetto al cuore urbano antico, attirando numerose delle prime chiese paleocristiane e, durante il Medioevo, un’alta concentrazione di addetti alle scienze occulte.

Termini, stazione “viva”
I resti delle Mura Serviane con alle spalle la Stazione Termini (© Associazione Culturale Roma Sotterranea)
I resti delle Mura Serviane con alle spalle la Stazione Termini (© Associazione Culturale Roma Sotterranea)

Porta d’accesso all’Esquilino la Stazione Termini, ingresso ferroviario alla capitale, sorta nel 1867, terminata negli anni Cinquanta del Novecento e completamente rinnovata per il Giubileo del 2000. Vera città nella città oggi costituisce un bel biglietto da visita per Roma, con i suoi spazi espositivi, i numerosi negozi, bar, ristoranti e servizi. Da notare, in piazza dei Cinquecento di fianco alla stazione, un significativo tratto delle mura serviane, attribuite dalla tradizione a Servio Tullio (VI secolo a.C.); più volte restaurate e ricostruite, poi in parte demolite a causa dell’espansione urbana.

Oggi l’Esquilino, area densamente popolata che risultava assai deteriorata fino agli anni Ottanta, sta cambiando faccia, grazie agli interventi di riqualificazione urbanistica e architettonica. Da piazza Vittorio ha preso avvio la rinascita dello storico quartiere che, vicino al Colosseo, è però ben poco conosciuto: un accurato restyling di strade e piazze ha richiamato nella zona artisti, designer e creativi; sono stati ristrutturati loft e aperte gallerie d’rte.

In pochi rioni di Roma l’intreccio tra antico e moderno è tanto evidente e affascinante. Liberata da uno dei più grandi e degradati mercati di Roma, risistemato al centro il giardino intitolato alla memoria di Nicola Calipari – con le palme donate dalla regina Margherita di Savoia – la piazza dedicata a Vittorio Emanuele II (questo il nome ufficiale di piazza Vittorio) si è rifatta il look negli ultimi anni e oggi è piacevole e interessante. Imponenti nel verde le rovine di una monumentale fontana, realizzata in opera laterizia nel III secolo, la cui facciata si può ricostruire (mentalmente) grazie alle immagini che hanno fornito alcune monete del tempo: tre piani impreziositi da statue nelle numerose nicchie e sormontati da una quadriga bronzea e una vasca che raccoglieva l’acqua. La grande opera pubblica è chiamata erroneamente “Trofei di Mario” per i due trofei marmorei qui rinvenuti, associati alle vittorie riportate dal generale e uomo politico (della fine II secolo a.C.) Caio Mario e trasferiti nel 1590 sulla balaustra del Campidoglio.

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Resti romani e restyling contemporaneo
La porta alchemica di piazza Vittorio
La porta alchemica di piazza Vittorio

Nel giardino, a lato degli imponenti ruderi, si trova la cosiddetta Porta magica, che dava accesso al giardino segreto della villa del marchese Massimiliano Palombara di Pietraforte, uno dei maggiori alchimisti del Seicento; nella cornice presenta incisioni a carattere alchemico, con simboli in ebraico e in latino. A pochi passi da piazza Vittorio, in via Carlo Alberto, si notano alcuni semplici blocchi di tufo squadrati che sono resti delle mura serviane. Nella vicina via di San Vito, appoggiato alla chiesa dei S.S. Vito e Modesto – di aspetto quattrocentesco ma di origine più antica, documentata già nell’VIII secolo – ecco l’Arco di Gallieno, eretto nel 262 in onore dell’imperatore Gallieno, rifacimento di età augustea della Porta Esquilina, uno dei diciassette accessi che si aprivano nella cinta serviana.

Racconta altre storie la basilica di Santa Maria Maggiore eretta, nel punto più elevato dell’Esquilino, nell’omonima piazza ornata al centro da una delle colonne provenienti dalla basilica di Massenzio. Legata, secondo la tradizione, la sua fondazione a un evento miracoloso (la nevicata in cima al colle il 5 agosto 356) la basilica venne edificata da Sisto III (V secolo) in onore di Maria, ma fu più volte rifatta per volere dei successivi papi. Dietro alla facciata barocca sistemata, come l’interno, da Ferdinando Fuga nel XVIII secolo, nella loggia delle Benedizioni sulla facciata originale della chiesa, si distinguono i pregevoli mosaici di Filippo Rusuti del XIII secolo.

Notevole il campanile trecentesco, che è il più alto della Città Eterna con i suoi settantacinque metri. L’interno della chiesa ha l’estensione immensa e spettacolare della basilica del V secolo – confermata dalla sistemazione settecentesca – e costituisce un’eccellente testimonianza di architettura cristiana primitiva, splendente di colori. Bellissimi i mosaici del V secolo nella navata centrale sopra la trabeazione – che sono tra i piantichi esempi di mosaici cristiani a Roma, ispirati all’Antico Testamento – e quelli, coevi, nell’arco trionfale; pregevoli anche quelli nell’abside di Iacopo Torriti della fine del XIII secolo.

Gli splendori di Santa Maria Maggiore
Santa Maria Maggiore
Santa Maria Maggiore

Di grande pregio il soffitto, attribuito a Giuliano da Sangallo, a cassettoni dorati realizzato secondo la tradizione con il primo oro portato in Spagna dopo la scoperta dell’America e donato da Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia al papa Alessandro VI (1492-1503). Nella deliziosa abbuffata di opere d’arte che la chiesa propone, si notano il pavimento cosmatesco (in gran parte rifatto nel Settecento) la Cappella Sistina, ideata da Domenico Fontana per il papa Sisto V e ornata di stucchi, marmi e dorature, con il sottostante Oratorio del presepe dove si conserva quanto rimane del presepe scolpito da Arnolfo di Cambio nel 1290. Poi la sfarzosa cappella Paolina (in onore del papa Paolo V) con l’immagine venerata della Vergine sopra il ricchissimo altare maggiore e gli affreschi di Guido Reni. E’ bella e dominante anche sul retro la basilica, con l’abside affacciata sulla piazza dell’Esquilino, dove si eleva un obelisco proveniente dal mausoleo di Augusto.

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In pochi passi si raggiunge in via Urbana la chiesa di Santa Pudenziana, una delle più antiche di Roma, dedicata a una delle figlie del senatore Pudente la quale, secondo la tradizione, fu convertita al cristianesimo dall’apostolo Pietro. Sorgeva qui l’antica dimora di Pudente, che fu tra i primi convertiti, poi ricoperta da uno stabilimento termale nel II secolo, all’interno del quale verso la fine del IV secolo sorse una chiesa. A parte il pregevole campanile del XII secolo, la chicca è lo spettacolare mosaico della fine del IV secolo (parzialmente danneggiato dai rimaneggiamenti tardo-cinquecenteschi) che si conserva all’interno nel catino absidale, sopra l’altare neoclassico: il Cristo Giudice raffigurato come se fosse un imperatore e intorno gli edifici si presentano quali erano all’epoca della Roma imperiale. Lontano dalla ieraticità bizantina, Cristo ha una plasticità che è romana, le ombre sulle vesti come nella classicità il gusto per i colori vivaci, il senso del movimento: ecco uno dei più antichi mosaici cristiani a Roma, a minuscole paste vitree, interessante per il persistere nella decorazione musiva di elementi caratteristici dell’arte romana.

Via Merulana, la via di un antico Giubileo
Gli interni di Santa Prassede
Gli interni di Santa Prassede

Celebre per avere dato ispirazione, con un fatto di cronaca che vi si svolse, a Carlo Emilio Gadda per “Quel pasticciaccio brutto di via Merulana”, uno dei pilastri della letteratura italiana del Novecento, come ricorda una targa all’altezza del numero 268, via Merulana è un trafficato viale cittadino che venne realizzato per il Giubileo del 1575, per collegare le basiliche di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. Lungo la via, nel verde presso largo Leopardi, si trova il cosiddetto Auditorium di Mecenate, edificio in “opus reticulatum” in origine probabilmente un ninfeo, appartenente alla sontuosa villa dell’amico di Augusto (Horti Mecenatis) circondata da ampi giardini, che conserva tracce di pitture. Dalla traversa di via Santa Prassede, si raggiunge l’ingresso della chiesa omonima, preceduta da un cortile (l’antico ingresso su via di San Martino ai Monti, introdotto da un protiro medievale) defilata nel fitto tessuto abitativo e bellissima: dedicata alla figlia del senatore Pudente, Prassede, l’antico “titulus Praxedis” (luogo di culto presso la dimora privata di un protettore della cristianità) documentato verso la fine del V secolo, che acquisì nel IX secolo (822) la forma basilicale a tre navate per volere di papa Pasquale I.

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A parte gli affreschi secenteschi, sono i mosaici del IX secolo a folgorare con colori straordinari su fondo oro: nell’arco trionfale, Gesù tra le mura della Gerusalemme celeste con angeli, apostoli e profeti biblici; nel mosaico absidale al centro, Cristo benedicente con sopra la mano di Dio, ai lati San Paolo e San Pietro che presentano rispettivamente Santa Prassede e Santa Pudenziana, sotto Gerusalemme e Betlemme. Di grande suggestione anche il sacello di San Zenone, che si apre lungo la navata destra, la più importante testimonianza dell’arte bizantina conservatasi a Roma; eretto da papa Pasquale I come mausoleo per la madre Teodora, interamente decorato da splendidi mosaici a fondo oro.

Nemmeno un giapponese si incontra in questo percorso, pochi americani, un discreto affollamento solo a Santa Maria Maggiore, sempre frequentata dai pellegrini; per il resto, resti archeologici romani e chiese bellissime quasi sconosciute, frequentate dagli stessi romani solo per i matrimoni. Chi l’ha detto che a Roma bisogna andare al Colosseo?

Alloggiare a Roma a meno di 50 euro a notte

Che scoperta l'Esquilino

Mostre concerti e tanta vita notturna. Roma è costantemente in pieno fermento e il clima mite permette di visitare la città Eterna anche in gennaio. Alloggiare poi in questo periodo dell’anno costa veramente poco! Si possono infatti trovare hotel di lusso a meno di 50 euro con prima colazione.

Ecco un piccola lista di hotel situati in prossimità del centro. Se volete sbirciare con i vostri occhi perché preferite stare in perfetta tranquillità lontani dal clacson, consultate il sito internet.

Hotel a Roma: www.logitravel.it/hotel/roma-1033093.html

Fleming Roma (4*), si trova nei pressi del centro, dove gli ospiti potranno trovare svariati negozi, nonché attrazioni turistiche di grande importanza. Si tratta di un luogo ideale dove è possibile soggiornare per lavoro o per turismo, avendo a disposizione una struttura accogliente ed efficiente.

Cicerone (4*), ubicato in prossimità del corso del Tevere, del Vaticano e di Castel Sant’Angelo, in una zona ricca di possibilità di shopping, ristoranti, bar e discoteche (a 10 – 50 metri). I mezzi di trasporto pubblico sono comodamente raggiungibili a piedi (a circa 10 metri).

Regent (4*), situato nell’esclusivo quartiere dei Parioli, nei pressi di Villa Borghese. Il centro turistico dista circa 2 chilometri, Piazza di Spagna 2,2 chilometri, Piazza Navona e la fontana di Trevi circa 2,5 chilometri, il Colosseo 2,6 chilometri e Via Veneto un chilometro.

Villa Glory (3*), si trova in prossimità del corso del Tevere e di Piazza del Popolo. La zona circostante offre diverse possibilità di shopping, locali movimentati, ristoranti. Il centro cittadino con le sue numerose attrazioni turistiche è comodamente raggiungibile a piedi o con i mezzi pubblici.

Chi è LogiTravel? E’ un agenzia di viaggi online che offre una vasta selezione di prodotti turistici e i migliori prezzi di voli, hotel, crociere e pacchetti vacanze. Nata nel 2004, LogiTravel si differenzia per specializzarsi in linee di negozio, con lo scopo di offrire un valore aggiunto al cliente. Attualmente LogiTravel è presente in Italia, Spagna, Portogallo e Germania.

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