Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Visioni d’Oriente

Annunciati a Torino i reportage del primo Novecento di Fosco Maraini, Gotthard Schuh e Walter Bosshard. Dall’isola di Bali, l’India di Gandhi e il Giappone delle donne pescatrici di Hekura

Danzatrice di legong, particolare. Gothhard Schuh
Danzatrice di legong, particolare. Gothhard Schuh

L’incanto dell’Oriente, visto dagli occhi degli occidentali, torna intatto nelle fotografie in mostra dal 28 gennaio a palazzo Bertalazone di San Fermo, a Torino. Un capitolo di storia del reportage fotografico del Novecento e una finestra sulle civiltà extraeuropee si aprono grazie alla rassegna “Esovisioni”, realizzata in collaborazione con il museo delle culture di Lugano. Tre nomi di spicco, Fosco Maraini, Gotthard Schuh e Walter Bosshard, firmano le immagini che l’ente svizzero, specializzato in opere e documenti dei popoli nativi di America, Africa, Asia e Oceania, ha concesso in prestito. Di Maraini è la sezione L’incanto delle donne del mare. Le Ama di Hekura”, in Giappone; Schuh fu invece a Bali e Bosshard fotografò l’India al tempi di Gandhi. Il ritratto delle civiltà storiche, che uno sguardo concentrato sulla cultura europea giudicherebbe “primitive” è affascinante.

Guardare non giudicare

Verso gli abissi. Fosco Maraini
Verso gli abissi. Fosco Maraini

Fosco Maraini realizzò, nelle acque al largo del Giappone, quello che da alcuni critici viene considerato il primo reportage etnografico subacqueo. Il luogo era l’isola di Hekura e il tema era dato dalla pesca degli awabi, i molluschi. La tradizione aveva assegnato il compito alle donne, che lo praticavano a nuoto, in apnea, in acque profonde anche venti metri. D’eccezione figurano anche le immagini di Schuh sulla vita balinese. Il fotografo fu in Indonesia nel 1938 e visitò Bali, Giava e Sumatra. Il volume pubblicato al suo ritorno, “L’isola degli dei”, fu tradotto in diverse lingue e contribuì a costruire il mito di un Oriente sospeso fuori dal tempo, pacifico e incontaminato. L’obiettivo di Bosshard fu invece l’India degli anni Trenta; il criterio era ispirato alla teoria di Henri Cartier-Bresson, affinando la capacità di osservazione sulla realtà, a prescindere dal giudizio. La mostra resterà aperta sino al 26 febbraio.

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(18/01/2011)

 

Info: www.palazzobertalazone.com

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